Così gli allevatori possono chiedere gli aiuti agli ammassi delle carni

I ritiri dal mercato per periodi di 90, 120 o 150 giorni valgono per le carni bovine, ovine e caprine e vengono incentivati con un incentivo a tonnellata

Al via le domande che incentivano i ritiri dal mercato delle carni bovine, ovine e caprine come misura anticrisi legata al coronavirus prevista dal pacchetto di aiuti alle filiere varato dalla Commissione europea il 30 aprile scorso.

Una boccata di ossigeno in arrivo per la zootecnia da carne alle prese con la crisi dell'emergenza coronavirus: dal 7 maggio, gli allevatori possono presentare domanda di aiuto per gli ammassi privati delle carni bovina e ovi-caprina previsti dal pacchetto da 76 milioni di euro totali varato dalla Commissione europea come sostegno a tutte le filiere durante l’emergenza coronavirus.

Come prevedono i due regolamenti di esecuzione 596 e 595 del 2020 approvati dalla Commissione europea il 30 aprile 2020 (ed entrati in vigore il 5 maggio) gli incentivi per i ritiri interessano rispettivamente le carni fresche e refrigerate di animali della specie bovina di età non inferiore a otto mesi e le carni ovine e caprine sotto i dodici mesi.

Il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali ha emanato il 6 maggio la relativa circolare (prot_2254_circolare) che stabilisce le modalità di accesso e i relativi importi così come stabilito da Bruxelles e dovrebbero arrivare a breve anche le disposizioni operative di Agea.

Carni bovine

Le attuali difficoltà,  in particolare lo squilibrio tra offerta e domanda nel mercato delle carni bovine legate alle restrizioni per l’emergenza coronavirus, possono essere attenuate con l’ammasso di quarti posteriori che sarebbero stati utilizzati per prodotti destinati, soprattutto, al settore alberghiero e alla ristorazione.

Per i bovini il quantitativo minimo ammissibile per ogni domanda è di 10 tonnellate. Per un periodo di ammasso di 90 giorni l’aiuto a tonnellata è di 1.008 euro, per 120 giorni ammonta a 1.033 euro e per 150 giorni di ammasso  si percepiscono 1. 058 euro a tonnellata.

 Carni ovine e caprine

A causa delle restrizioni per il coronavirus le vendite delle carcasse di ovini e caprini di età inferiore a dodici mesi al settore alberghiero e della ristorazione hanno subito pesanti ripercussioni.

bestiame ovini al pascolo informatore zootecnico

Per gli ovini e i caprini il quantitativo minimo per ogni richiesta è di 5 tonnellate e anche in questo caso l’aiuto può essere concesso per periodo di ammasso diversi:  per 90 giorni il contributo a tonnellata è di 866 euro, per 120 giorni sale a 890 euro e per 150 giorni a 915 euro.

Il periodo di ritiro degli ovicaprini non copre il periodo clou di vendite

Confagricoltura guarda in linea di principio con favore alle misure comunitarie previste dalla Commissione europea con il “pacchetto emergenze” che ha previsto, tra undici vari regolamenti pubblicati in questi giorni, anche misure di ammasso privato per i prodotti lattiero caseari nonché per le carni bovine ed ovicaprine.

Lo strumento dell’ammasso privato consentirà di eliminare, anche se temporaneamente,  quell’eccesso di offerta che sta provocando squilibri di mercato importanti a carico dei mercati zootecnici a causa della emergenza Covid-19, con grave pregiudizio per gli allevatori.

Purtroppo due aspetti vanno rimarcati in termini negativi per il settore delle carni: per le carni ovicaprine l’ammasso incide in un periodo di tempo che rende poco appetibile la procedura per i nostri produttori che concentrano la produzione in altre fasi dell’anno.

Mancano aiuti per vitello a carne bianca e suini

Confagricoltura ribadisce inoltre  la necessità di sostenere anche il vitello a carne bianca con l'aiuto per l'ammasso privato per il quale l'organizzazione agricola ha sollecitato la misura al ministero ed a Bruxelles.

Manca poi, secondo l'organizzazione agricola, un provvedimento analogo per il settore suinicolo che è stato sollecitato nell’ambito del Comitato delle organizzazioni agricole dell’Ue come  intervento specifico della Commissione europea.

Su questa linea anche Graziano Salsi, il nuovo coordinatore del settore zootecnico di Alleanza cooperative Agroalimentari che ha ricordato anche come il settore attenda anche l’operatività dell’intesa siglata nel dicembre 2019 sul fondo suinicolo nazionale che aveva l’obiettivo di rafforzare la filiera. Un apposito decreto, che ha già avuto il via libera dalla Conferenza Stato Regioni con una dotazione complessiva di 5 milioni di euro, prevede il finanziamento di campagne di comunicazione istituzionale e attività di informazione e promozione verso i consumatori finali.

 

 

 

 

Così gli allevatori possono chiedere gli aiuti agli ammassi delle carni - Ultima modifica: 2020-05-07T14:42:22+02:00 da Francesca Baccino

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