Grana Padano, crescono produzione ed export

Assemblea del consorzio di tutela: nel 2019 prodotti quasi 5,2 milioni di forme (+5,06%). In crescita anche le esportazioni: +5,24%. Ma come ha detto il ministro Bellanova serve maggiore chiarezza sugli scaffali della gdo per valorizzare i prodotti dop

 

Più forti delle imitazioni, più forti dei dazi. Così il presidente del consorzio di tutela del Grana Padano, Nicola Cesare Baldrighi, ha commentato i dati 2019 relativi a produzione, export e consumi di Grana Padano, illustrati oggi durante l’assemblea generale di fine anno del consorzio tenutasi a Castelnuovo del Garda (Vr).
All’assemblea ha partecipato in videoconferenza il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova (nella foto il suo intervento; da sinistra poi si vedono il vice presidente del consorzio Giuseppe Ambrosi, il direttore generale Stefano Berni, il presidente Baldrighi). Erano presenti anche l’assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia Fabio Rolfi e l’assessore all’Agricoltura della Regione Veneto Giuseppe Pan.
Il Grana Padano, è emerso all’assemblea, continua a crescere. Nel 2019 sono state prodotte 5.182.585 forme, con un incremento, stimato per fine anno, pari al 5,06% (149.297 forme in più). L’export, con oltre 2 milioni di forme, rappresenta il 41% del prodotto marchiato e fa registrare un +5,24% sul 2018. La Germania si conferma primo mercato estero con un totale previsto di ben 517.000 forme.

Nicola Cesare Baldrighi

Il dato della crescita della produzione di Grana Padano, ha detto ancora Baldrighi, “assume un significato ancora più forte se pensiamo che negli ultimi dieci anni il trend positivo ha superato il 22,5%, pari ad incremento del 2% annuo. Tutto questo acquisisce ancor più valore se teniamo conto del contesto in cui il risultato è stato raggiunto: da una parte il periodo di crisi generalizzata, in ogni settore, e dall’altra decisioni internazionali, prime fra tutti quelle dei dazi, che per un prodotto come il nostro sono oltremodo penalizzanti”.
D’altra parte bisogna tener conto della “confusione che il consumatore si trova ad affrontare quando deve acquistare formaggio, a causa della mancanza di informazioni chiare sia nei punti vendita sia nei menù della ristorazione. Da qui è facile capire come sia complesso per noi e il nostro sistema operare scelte imprenditoriali guardando al futuro con serenità”.

Teresa Bellanova

L’intervento del ministro Bellanova è stato energico: “Lo abbiamo detto in Europa lunedì e voglio ribadirlo nuovamente qui oggi: non possiamo essere vittime di algoritmi nazionali. Come si può pensare che vicino al marchio Dop europeo sul Grana Padano poi si possa trovare il nutriscore che mette il semaforo arancione o rosso. È inaccettabile. Vogliamo tutela piena e stiamo lavorando per un’alternativa come il sistema a batteria che tiene in considerazione il fabbisogno quotidiano e non demonizza i singoli ingredienti. Se siamo il secondo paese al mondo per longevità dopo il Giappone, è anche frutto della nostra dieta. E allora su cosa mettere in etichetta credo dovremmo essere ascoltati”.
Anche per questo, ha continuato Bellanova, “è necessaria in Italia una vera alleanza con i consumatori. Oggi si è detto che chi compra vuole sapere cosa mette nel suo piatto e prima ancora nel suo carrello. Vuole fare scelte consapevoli. Rivendica il diritto di essere informato. E di potersi orientare nel migliore dei modi. Quindi anche sugli scaffali serve chiarezza. È importante lavorare in questa direzione. La grande distribuzione svolge un ruolo centrale sia per i produttori che per i consumatori e noi abbiamo bisogno di far dialogare tutte le parti con trasparenza. Servono spazi dedicati ai nostri marchi geografici, serve una valorizzazione anche in termine di presentazione del prodotto”.

Stefano Berni

“Ci fa molto piacere ascoltare queste parole del Ministro Bellanova perché sono perfettamente in linea con quanto, da sempre, chiediamo alle istituzioni, sia italiane che comunitarie”, ha commentato il direttore generale del consorzio, Stefano Berni.
La proposta avanzata dal Consorzio, ha aggiunto Berni, “è chiara e puntuale: chiediamo un provvedimento che garantisca al consumatore di scegliere in modo consapevole cosa sta acquistando o consumando. Sugli scaffali della grande distribuzione i prodotti a denominazione di origine dovrebbero essere sempre separati in modo netto e inequivocabile dai rispettivi similari”.
Allo stesso modo “nei menù dei ristoranti dovrebbe essere indicato in maniera ben evidente se vengono utilizzati prodotti a denominazione di origine oppure omologhi differenti. Un’azione mirata a far chiarezza e soprattutto ad informare il consumatore correttamente. Per valutarne l’importanza, basti considerare che da alcune ricerche commissionate dal consorzio sulle tendenze dei consumi risulta che ben due consumatori su tre sono disposti a spendere qualcosa in più pur di avere informazioni certe su ciò che acquistano”.

 

Grana Padano, crescono produzione ed export - Ultima modifica: 2019-12-18T16:12:11+01:00 da Giorgio Setti

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