Così Araer Emilia-Romagna valorizzerà i dati degli allevamenti

Per gli allevatori associati grandi prospettive aperte dalla polifunzionalità del dato raccolto durante i controlli funzionali

 

Un futuro, alle porte, ricco di sfide. Che l’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna intende raccogliere e sfruttare per arrivare a tutti gli allevatori della regione, offrendo servizi e competenze in grado di aumentare la loro professionalità.
La modifica della Legge 30, oggi DL 52 dell’11 maggio 2018, ha introdotto per tutte le Associazioni regionali degli allevatori delle modifiche importanti e per certi versi rivoluzionarie che di fatto si traducono in nuove attività, sganciando le Ara dal ruolo istituzionale del passato.
Uno degli aspetti più importanti e significativi di quella che a ragione possiamo chiamare un’autentica rivoluzione, riguarda la polifunzionalità del dato raccolto durante i controlli funzionali che i nostri tecnici effettuano sia nel latte che nella carne.
È un percorso tracciato da Aia, nel cui solco si stanno sviluppando una serie di nuovi progetti che mettono al primo posto il benessere animale e l’utilizzo responsabile del farmaco.

Il Progetto Leo

In questo contesto si impone come elemento di grande importanza il Progetto Leo, approvato finalmente dal ministero per le Politiche agricole il 10 maggio scorso, dopo oltre un anno e mezzo dalla presentazione della domanda avvenuta nell’ottobre 2017.
Detto questo, grazie al Progetto Leo sarà possibile raccogliere in allevamento nuovi dati e parametri che, confluendo in una grande banca dati, saranno fruibili in forma aggregata per essere poi utilizzati nel miglioramento del benessere animale, della sostenibilità ambientale ed economica e della sicurezza alimentare.
La novità di questa iniziativa è duplice: innanzitutto si tratta della prima e unica, al momento, banca dati a livello europeo che per ora raccoglierà solamente dati nazionali; in più tutti gli allevatori che vi aderiranno, e posso dire che stiamo raccogliendo un numero sempre crescente di adesioni, potranno usufruirne in forma totalmente gratuita. Il Progetto Leo rappresenta una grande sfida per il Sistema allevatori perché risponde a una richiesta chiara e forte del mercato nel rispetto della massima trasparenza dei dati e della privacy degli allevatori.

Gli allevamenti del benessere

La certificazione “Gli allevamenti del benessere” rappresenta un ulteriore tassello di questo percorso. La Centrale del Latte di Cesena è stata la prima realtà aziendale ad aderire, circa un anno fa, al protocollo da seguire per ottenere il riconoscimento.
Oggi contiamo diversi caseifici interessati a entrare in questo circuito virtuoso, visto a ragione come un valore aggiunto da proporre al mercato qualificando al contempo la propria attività di trasformazione del latte.

Il Parmigiano Reggiano

Non possiamo tralasciare il Parmigiano Reggiano, il re dei formaggi, che in questi ultimi tempi sta dando grandi soddisfazioni economiche agli allevatori e che nel suo trend al rialzo ha trascinato anche il Grana Padano. Diverso e un po’ più controverso l’andamento del latte alimentare che a situazioni positive ne contrappone altre un po’ più complicate e lacunose.
In Emilia Romagna, oggi, circa il 93% del latte è destinato alla trasformazione in Parmigiano Reggiano Dop. Una percentuale che da sola esprime tutta la sua importanza e che oggi pone questa eccellenza dell’agroalimentare made in Italy al centro di un protocollo di intesa siglato nei giorni scorsi dal Consorzio di tutela, Aia e Araer finalizzato alla raccolta dei dati per il miglioramento del benessere animale in allevamento.
Un tema peraltro legato alla gestione responsabile del farmaco nella lotta all’antibioticoresistenza, rispetto alla quale stiamo promuovendo una serie di interessanti iniziative volte a sensibilizzare ulteriormente gli allevatori.

Il numero degli associati

Dal 2012 a oggi il trend di crescita degli associati è stato in costante aumento e il nostro obiettivo è quello di arrivare a casa di tutti gli allevatori della regione senza porci limiti di numeri, specie allevata e differenze territoriali. Non vi è alcun dubbio che soprattutto nel settore lattiero-caseario in Emilia Romagna si stia vivendo un momento particolarmente positivo che richiede però attenzione rispetto agli investimenti da affrontare per garantire il buon andamento della gestione aziendale.
Senza nulla togliere alle generazioni più anziane, la presenza sempre maggiore in stalla di tanti giovani, che fino a qualche anno fa erano pressochè assenti, non può che alimentare la certezza che la zootecnia emiliano-romagnola saprà competere con le grandi sfide, locali e globali, imposte dal mercato.
Per quello che riguarda Araer l’impegno costante sarà quello di implementare e aumentare i servizi offerti, a iniziare dal laboratorio, che nel 2018 ha effettuato oltre 1,5 milioni di analisi (+1,13%) garantendo un’assistenza capillare anche ad altre regioni come la Toscana, l’Umbria e l’Abruzzo.
Nell’elenco dei test microbiologici, dall’inizio del 2019 è stato introdotto il nuovo Servizio Mastite, per l’identificazione degli agenti patogeni responsabili di questa malattia: un ulteriore passo avanti verso l’impiego responsabile del farmaco, soprattutto nel periodo dell’asciutta.

Maurizio Garlappi, nella foto, è il presidente dell’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna (Araer). Questo pezzo, da lui firmato, è tratto dall’editoriale che ha scritto per il numero 16.2019 dell’Informatore Zootecnico.

Le associazioni regionali su IZ
    Gli abbonati se ne saranno accorti benissimo, comunque anche qui possiamo ricordare come ultimamente IZ abbia dedicato molto spazio alla vita e alle iniziative delle associazioni allevatori. Soprattutto di quelle regionali.
    Così è stato in IZ 15, dove si sono divulgati i dettagli di sei progetti ai quali sta lavorando Aral Lombardia. E dove il nuovo presidente di Aars Sardegna ha tratteggiato le caratteristiche del nuovo corso dell’associazione sarda dopo la recente ristrutturazione.
     Ma è stato così anche in IZ 14, con Araer Emilia-Romagna e Arat Toscana. Oppure in IZ 12, con Arav Veneto e ancora Aral Lombardia. Oppure in IZ 10, con la Federazione degli allevatori del Trentino. Oppure in IZ 9, con Ara Puglia, e così via anche nei numeri precedenti.
     Nè abbiamo intenzione di smettere adesso, con IZ 16: firma l’editoriale Maurizio Garlappi, il presidente dell’Araer emiliano romagnola.   Giorgio Setti

Così Araer Emilia-Romagna valorizzerà i dati degli allevamenti - Ultima modifica: 2019-09-06T13:19:20+02:00 da Giorgio Setti

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