Contratti di filiera per una zootecnia sostenibile

Editoriale per l’Informatore Zootecnico firmato da Ettore Prandini, presidente Coldiretti: il futuro passa anche dal Pnrr

 

Crisi energetica, guerra, aumento dei costi di produzione, siccità: il 2022 è iniziato con una serie nefasta di avvenimenti che stanno mettendo in crisi i nostri allevatori. Mai come oggi è quindi necessario mettere in campo tutte le azioni per la difesa e la valorizzazione di uno dei settori più importanti dell’agroalimentare italiano.
E Coldiretti è e sarà sempre in prima linea al fianco degli allevatori per costruire insieme traiettorie di futuro. Come abbiamo fatto in queste giornate, primi in tutta Europa, denunciando i rischi della recente proposta della Commissione europea che in materia di emissioni equipara le piccole stalle agli stabilimenti industriali.
Sono a rischio 21mila allevamenti rappresentativi di gran parte della produzione zootecnica nazionale, che garantiscono occupazione a 150mila persone. Abbiamo scritto al presidente del Consiglio Mario Draghi in riferimento alla revisione della Direttiva 2010/75/Ue finalizzata ad ampliare il campo di applicazione delle disposizioni in materia di emissioni industriali, estendendole sia all’allevamento bovino sia a nuovi allevamenti di più piccole dimensioni in tal modo considerati alla stregua di stabilimenti industriali. Tutto questo è inaccettabile!
Si tratta di adempimenti che appesantiscono le condizioni degli allevamenti già toccati dall’insostenibile aumento dei costi provocati dalla guerra in Ucraina. Nel contesto dell’evidente emergenza sulla sicurezza e autosufficienza alimentare per l’Italia e l’Europa aperta dal conflitto ucraino-russo, si tratta di misure che penalizzano la produzione nazionale ed europea a favore delle importazioni da paesi extracomunitari (spesso realizzate senza reciprocità quanto a criteri sanitari, ambientali e sociali) e rischiano di porre una tassa indebita sui consumatori.
Ciò appare paradossale considerando che l’allevamento italiano, anche grazie all’impegno sulla nuova frontiera dell’economia circolare e delle energie rinnovabili, continua a mantenere una posizione di primato in termini di sostenibilità. Il sistema europeo, dal canto suo, è l’unico al mondo ad aver ridotto le emissioni di gas a effetto serra (del 20% dal 1990) e tale dato potrebbe diminuire ancora guardando all’esperienza italiana, in cui le emissioni costituiscono il 7,1% rispetto al totale.
Le potenzialità di miglioramento sono alla portata della nostra zootecnia puntando fin d’ora sulla gestione dei residui e sulla produzione di energia rinnovabile attraverso il biogas e il biometano. Confidiamo che la proposta della Commissione sia profondamente rivista. Così come è necessario intervenire immediatamente per fronteggiare l’aumento dei costi alla stalla. Bene il credito d’imposta sul gasolio agricolo ottenuto, ma servono ancora più risorse per dare immediato sollievo a migliaia di imprese.
E proprio perché sappiamo quanto importante sia continuare a investire sulla strada della transizione energetica, ecologica e digitale, crediamo sia fondamentale che si investa nei contratti di filiera nel settore zootecnico. I contratti di filiera sono un tassello in più per l’equa distribuzione del valore lungo la filiera e per tutelare il reddito degli allevatori dalle pratiche sleali.
Coldiretti lavora da anni su questo, anche insieme a Filiera Italia, e siamo pronti a presentare progetti operativi per utilizzare al meglio queste risorse. In particolare nella zootecnia, dalle linee vacca vitello nazionali al settore avicolo, dalla filiera suinicola a quella ovina, sono solo alcuni dei settori dove stiamo progettando investimenti di sistema per il 100% italiano.
Dobbiamo puntare ancora di più su qualità, sostenibilità, innovazione e ricerca per rafforzare ancora il Made in Italy sui mercati esteri. Nel Pnrr, su forte richiesta di Coldiretti, abbiamo ottenuto un sostegno a questo strumento con una dotazione da 1,2 miliardi di euro. Il ministro Patuanelli a dicembre ha firmato il decreto che semplifica ulteriormente le procedure per la presentazione delle domande e si attende l’uscita del bando per poter accedere a queste risorse.
I contratti di filiera, partendo dalla produzione agricola, si sviluppano nei diversi segmenti della filiera agroalimentare, intesa come insieme delle fasi di produzione, trasformazione, commercializzazione e distribuzione dei prodotti agricoli e agroalimentari. Il contributo dello Stato ai contratti di filiera e di distretto è concesso, in coerenza con la normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato, per diverse tipologie di investimenti.
I progetti finanziabili possono avere un volume di investimenti da 4 a 50 milioni di euro. Le spese ammissibili comprendono gli investimenti per la produzione primaria, per la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, per la promozione e la pubblicità di prodotti di qualità certificata o biologici, ricerca e sperimentazione. Si tratta di un’occasione fondamentale, siamo certi che i nostri allevatori sapranno essere ancora una volta protagonisti.

 

Contratti di filiera per una zootecnia sostenibile - Ultima modifica: 2022-04-09T10:43:16+02:00 da Giorgio Setti

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