Da aprile 2022 Granlatte pagherà il latte alla stalla almeno 48 centesimi al litro nel Nord Italia e 48,5 al litro nel Centro e Sud-Itala, più iva e qualità. «Un prezzo – precisa all’Informatore Zootecnico il presidente del gruppo Granarolo, Gianpiero Calzolari – che si riferisce esclusivamente al latte alimentare e alla materia prima per la trasformazone in formaggi freschi, come crescenza e mozzarella, non certo a Dop come il Parmigiano Reggiano. Abbiamo anche un po' di latte che va a questa destinazione, ma viene pagato in modo diverso».
La cooperativa che controlla Granarolo Spa, il maggiore gruppo lattiero caseario italiano, ha così riconosciuto gli aumenti vertiginosi dei costi di produzione, anche legati al conflitto russo-ucraino, sostenuti dai soci che producono il latte.
«Tutta la filiera lattiera casearia, dall’allevamento alla trasformazione, fino alla distribuzione – ha spiegato Calzolari – sta oggi soffrendo, perché i costi di produzione di tutti i comparti, quindi non solo dei mangimi per i produttori di latte, sono aumentati vertiginosamente, rispetto a pochi mesi fa, non solo rispetto allo scorso anno. Anche il consumatore finale risente, ovviamente, di questa congiuntura negativa. Abbiamo, quindi, preso questa decisione, per salvaguardare l'anello più fragile della catena, che oggi sono gli allevatori, a rischio di chiusura».
Un prezzo al litro di 48 centesimi per il Nord-Italia e di 48,5 centesimi per il Centro e Sud-Italia
«In questo modo – sottolinea Calzolari – abbiamo messo in sicurezza la parte agricola con un prezzo che corrisponde al recupero degli aumenti dei costi sostenuti dagli allevatori. A marzo, mediamente, un allevatore del nostro Gruppo veniva pagato 43 centesimi al litro, da aprile gli verranno pagati 48 centesimi al litro, per il latte consegnato nelle regioni del Nord-Italia. Un prezzo garantito che sale a 48,5 centesimi al litro nel Centro e Sud-Italia. La maggiorazione di 0,50 centesimi al litro è riconosciuta agli allevatori, ad esempio, del Lazio e della Puglia dove, storicamente, le difficoltà di produzione sono maggiori rispetto a quelle della Pianura Padana».
«Occorre anche fare un distinguo – ha aggiunto Calzolari –: 48 centesimi al litro non è il prezzo ufficiale di Granarolo, ma il valore che la cooperativa riconosce ai propri allevatori. Occorre tenere presente che all’interno delle cooperative ci sono dei meccanismi interni che regolano i contratti. Quello che importa è che 48 centesimi al litro sia il prezzo pagato agli allevatori».
«Non mancherà il latte, no a ipotesi allarmistiche»
Il Gruppo Granarolo persegue da anni ambiziosi obiettivi di crescita e di sviluppo, ma la priorità in questo momento, coma ha sottolineato il presidente Calzolari, è quella di capire quali saranno i trend della produzione di latte a livello internazionale. «A mio avviso – ha aggiunto – non dovrebbe mancare il latte e non servono le ipotesi allarmistiche sugli approvvigionamenti di materie prime. È anche vero che chi non pagherà il latte, non lo potrà avere. Quindi, se i nostri allevatori avranno per esempio liquidità per compare il mangime, magari un prezzo anche superiore, ci sarà disponibilità. I dieci centesimi di aumento al litro rispetto allo scorso anno sono un dato di fatto che verrà anche messo a bilancio».