Emergenza aviaria, chiesto l’impiego di un vaccino per le galline ovaiole

    Lo ha sollecitato Coldiretti assieme alla richiesta di una veloce messa a punto di un vaccino per i tacchini

    Chiesti anche i risarcimenti per i danni indiretti subiti dal 2022 ad oggi. Il 22 gennaio è prevista una riunione al ministero per discutere del vaccino che si sta sperimentando tra Italia e Olanda

    Ancora il Veneto sotto attacco per l'influenza aviaria. Un nuovo focolaio di influenza aviaria scoperto in un allevamento di galline ovaiole a Vigasio, in provincia di Verona con 800mila esemplari coinvolti.

    Questo episodio segna un primato negativo per la regione, che ora supera la Lombardia con 24 cluster registrati da ottobre, rispetto ai 23 della regione confinante.

    La notizia è emersa il 20 gennaio durante un incontro organizzato da Confagricoltura Veneto ad Albignasego, Padova, che ha visto la partecipazione di oltre 250 allevatori, sia in presenza che online, anche dalla Lombardia.

    Calogero Terregino, direttore del dipartimento di Scienze biomediche comparate dell'Istituto Zooprofilattico delle Venezie, ha tracciato il quadro della situazione epidemiologica: «L'ultimo focolaio ha colpito un allevamento enorme di ovaiole nel Basso Veronese, con un impatto economico notevole anche in termini sanitari. Il virus si sta modificando: circola in nuove aree come il Trevigiano, finora poco a rischio, con nuovi uccelli volatili infetti che lo propagano, come gli ibis e gli aironi, riuscendo anche ad adattarsi ad ambienti diversi da quelli accertati finora».

    «Una situazione che - ha proseguito Terregino - pone un punto di domanda sulle misure di biosicurezza, che potrebbero non essere più sufficienti, e che rilancia l'opportunità dell'adozione di un vaccino, in sperimentazione tra Italia e Olanda. Ne sono già pronti alcuni di nuova generazione, in particolare per tacchini e galline ovaiole. Se ne parlerà il 22 gennaio a Roma, al ministero, che nel frattempo ha riesaminato le misure di controllo, togliendo le aree di restrizione da Brescia e Ferrara e concentrando gli sforzi nelle aree critiche tra Mantova e Verona».

    Il 22 gennaio è prevista una riunione al ministero per discutere del vaccino che si sta sperimentando tra Italia e Olanda. La nuova epidemia rappresenta una sfida cruciale per l’avicoltura italiana, ma l’esperienza maturata e la collaborazione tra allevatori e autorità sanitarie veterinarie stanno consentendo oggi una gestione efficace dell’emergenza.

    Il punto della situazione nella riunione del 16 gennaio scorso

    Dopo aver ottenuto il pagamento dei danni indiretti subiti anche dagli allevamenti avicoli biologici erroneamente esclusi dai risarcimenti previsti per i focolai di influenza aviaria del 2022 anche Coldiretti prosegue nel suo impegno per fornire assistenza ai soci allevatori.

    Coldiretti aveva riunito il 16 gennaio scorso, rigorosamente in videoconferenza, per il rispetto delle norme sulla biosicurezza, gli operatori del settore insieme al direttore generale dello Zooprofilattico delle Tre Venezie, Antonia Ricci, per fare il punto sulla situazione.

    Coldiretti anche in questa occasione aveva rinnovato il suo appello per l'introduzione del vaccino per le categorie più sensibili come le galline ovaiole e ha chiesto di accelerare la messa a punto di un vaccino efficace per i tacchini. Questi strumenti, insieme alle misure preventive già in atto, sono indispensabili per limitare la diffusione del virus e garantire la sostenibilità del comparto.

    In Veneto alla fine del 2024 si contavano 2800 allevamenti avicoli e 49.811.717 capi, di cui quasi 16 milioni di galline ovaiole, 26 milioni di polli da carne e 5,3 milioni di tacchini da carne.

    «Prevenzione, monitoraggio costante e interventi tempestivi sono fondamentali per preservare un settore strategico e ridurre ogni possibile rischio - afferma Cristina Zen, allevatrice nel Vicentino di tacchinelle bio alla guida della Consulta Veneta Avicola di Coldiretti -. L’influenza aviaria è un fenomeno complesso, reso ancora più critico dai cambiamenti climatici che vanno a modificare il comportamento migratorio dei selvatici che sono i vettori della malattia. Grazie al lavoro di squadra consolidato in questi anni con le autorità preposte possiamo affrontare le difficoltà e garantire un futuro sostenibile alla nostra avicoltura».

    Necessario risarcire anche i danni indiretti

    Inoltre, Coldiretti ribadisce la necessità di provvedere ai risarcimenti per i danni indiretti subiti dal 2022 ad oggi, compresi quelli delle imprese che, con straordinario senso di responsabilità, hanno scelto di azzerare temporaneamente la presenza di animali nelle stalle per il bene comune e la tutelare del settore.

    L’influenza aviaria non è solo una questione sanitaria, ma rappresenta una minaccia per l’economia italiana e per un comparto che contribuisce in maniera significativa alla sicurezza alimentare del Paese con un livello di auto approvvigionamento intorno al 108%.

    Emergenza aviaria, chiesto l’impiego di un vaccino per le galline ovaiole - Ultima modifica: 2025-01-20T20:48:27+01:00 da Francesca Baccino

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