Allevatore dell’Anno 2024, tre storie vincenti

allevatore 2024
Un momento della premiazione, alla Fiera Fazi di Montichiari
Il riconoscimento è stato attribuito a imprenditori zootecnici del mantovano, del modenese e della provincia di Torino. Obiettivo della premiazione presentare scelte gestionali, o tecniche, in grado di costituire un esempio

Allevatore dell’anno 2024: la premiazione è andata in scena alla Fiera di Montichiari, in contemporanea con la diffusione del numero 18 dell’Informatore Zootecnico.

Per la categoria “bovine da latte - pianura” il riconoscimento è andata ai fratelli Nicola, Filippo e Andrea Bini, conduttori della Cascina Bini, del mantovano. Il latte delle loro bovine viene destinato alla trasformazione in Grana Padano.
Per la categoria “bovine da latte - montagna” il premio Allevatore dell’Anno 2024 è stato attribuito alle sorelle Ester ed Elena Bedini, conduttrici di un’azienda zootecnica situata nell’Appennino modenese. Producono latte per il Parmigiano Reggiano.
La terza categoria in cui si è articolata il riconoscimento di Allevatore dell’anno, nel 2024, è relativa all’ “allevamento di bovini da carne”. Il premio è andato a Silvano Pecchio, allevatore di diverse razze da carne a Carignano, in provincia di Torino. Pecchio è membro del cda dell’organizzazione produttori Asprocarne Piemonte.

Le loro storie imprenditoriali sono accomunate dal fatto di essere originali, vincenti, esemplari, in grado di suggerire strategie gestionali, o tecniche, agli altri colleghi allevatori. Caratteristiche che costituiscono l’identità di questo affermato premio professionale, istituito e curato dall’Informatore Zootecnico ormai da quattordici anni.

Fratelli Bini

Il premio Allevatore dell’Anno 2024 per la categoria “bovine da latte, pianura” è dunque stato attribuito ai fratelli Bini, conduttori dell’azienda Cascina Bini di Acquanegra sul Chiese, provincia di Mantova, con 200 bovine in lattazione. Si tratta di Nicola Bini, 40 anni, Filippo, 32, e Andrea, 42. Nicola e Filippo sono attivi fisicamente in allevamento, Andrea lavora fuori azienda ma si occupa del bilancio aziendale.

Nicola e Filippo Bini negli uffici aziendali di Cascina Bini, ad Acquanegra sul Chiese, provincia di Mantova

Questi giovani imprenditori zootecnici si sono segnalati per aver messo in piedi un’organizzazione aziendale super razionale: un timetable excel governa orari e mansioni; e un bilancio aziendale, verificato ogni tre mesi, controlla i conti economici.

Ma si sono segnalati anche per i diffusi investimenti in tecnologia: quattro robot di mungitura Merlin, robot spingiforaggio, zootecnia di precisione (rilevamento di  precisione, poi interpretato da un software, non solo della produzione di ogni singola bovina ma anche di attività, calori,  zoppie, tempi di riposo, abbeverate e altro), ventilazione automatizzata, software di gestione aziendale… Scelte dettate anche dall’esperienza di diverse visite tecniche effettuate da Nicola in Spagna, Israele, New Jersey.

In primo piano Nicola Bini. Più in lontananza, accanto ai robot di mungitura Merlin, il fratello Filippo

A proposito di tecnologia: la bresciana Tdm, distributore esclusivo in Italia del robot di mungitura Merlin, ha sponsorizzato il premio Allevatore dell’Anno 2024 per la categoria “bovine da latte - pianura”.

L’ampio livello di innovazione tecnologica in atto nell’allevamento della Cascina Bini spinge l’Informatore Zootecnico a raccontare questo caso aziendale con il giusto grado di dettaglio e approfondimento in una seconda occasione: verrà fatto attraverso un singolo articolo dedicato che troveremo nel prossimo numero di IZ.

Ester ed Elena Bedini

Nel caso poi della categoria “bovine da latte, montagna” il premio Allevatore dell’Anno 2024 è stato assegnato a Ester ed Elena Bedini, due sorelle che conducono un allevamento di bovine da latte a Prignano sulla Secchia (Mo), località Pescarola, nell’Appennino modenese e quindi in pieno comprensorio del Parmigiano Reggiano. Ed è alla trasformazione in questo formaggio dop che è destinato il latte delle loro bovine.
Il nome dell’azienda è Società agricola Bedini Ivo e Gelindo.

Elena ( a sinistra) ed Ester Bedini. Le figlie di Elena, Ludovica e Carolina Caminati, indossano un berrettino del Parmigiano Reggiano

Le due giovani hanno vinto il premio Allevatore dell’Anno non solo perché fanno funzionare l’allevamento a regola d’arte, nel pieno rispetto del benessere animale e della qualità del latte, nonostante la stalla si trovi in un territorio meno facile rispetto a quello di pianura. Ma anche perché hanno mostrato particolare caparbietà avendo risollevato l’azienda dopo il pesante episodio di un brutto incendio avvenuto sei anni fa.

Ha affermato a quest’ultimo proposito Elena Bedini: “Nel 2018 abbiamo avuto un grossissimo incendio in azienda che ha distrutto parte dei fabbricati. Colgo l’occasione per ringraziare tutti gli enti e le persone che ci hanno aiutato a superare quel difficile periodo e a ripristinare l’azienda”.
Si diceva dell’esemplare conduzione dell’azienda zootecnica: si va dal benessere animale all’asciutta selettiva, dalla scelta della longevità delle bovine al presidio del territorio tramite la foraggicoltura.
Ha continuato Elena: “Oltre all’allevamento di bovini da latte, la nostra azienda ha anche in conduzione terreni, qui in Appennino, che producono il fieno, la medica e i cereali utilizzati per l'alimentazione dei bovini; un’attività che ci permette non solo di produrre il foraggio, ma anche di contribuire alla tutela del territorio”.
L’allevamento, ha concluso Elena, “è gestito per così dire da una quota rosa: da me, mia sorella e mia madre. Qui in collina siamo una delle poche aziende a conduzione principalmente femminile”.

Ha aggiunto poi Ester Bedini: “Per fronteggiare le estati molto calde di questi ultimi anni abbiamo aperto due pascoli: uno per l’asciutta, che è attivo tutto l’anno, un altro per le vacche in lattazione, da maggio a settembre”.

Azienda Bedini, Appennino modenese, fine novembre: asciutte al pascolo

“Uno degli obiettivi dell’azienda – ha continuato Ester - è avere vacche longeve. Ovvero: devono essere sì produttive, ma si punta anche sulla longevità, cioè la vacca deve stare molto tempo in azienda e per fare questo abbiamo iniziano a praticare alcuni piccoli accorgimenti di gestione aziendale: abbiamo inserito il pascolo, abbiamo visite periodiche sia del maniscalco che del veterinario che dell’alimentarista. L’obiettivo è il benessere di ogni singolo animale, fattore che ci ha portato ad avere animali più longevi in stalla. In questa direzione abbiamo lavorato anche con la genetica, che sicuramente aiuta ma non è sufficiente”.

“Queste buone pratiche di gestione - ha concluso Ester - hanno portato a un utilizzo scarso di antibiotici e questo ci ha permesso di raggiungere quella che oggi si chiama asciutta selettiva. Infatti noi campioniamo ogni singolo animale prima di asciugarlo e se non presenta nel latte batteri particolari viene asciugato senza l’uso di antibiotico”.

Silvano Pecchio

Infine l’Allevatore dell’Anno 2024 per la categoria “bovini da carne”. Si tratta del quarantacinquenne Silvano Pecchio, conduttore dell’omonima azienda agricola situata a Carignano, in provincia di Torino.

L’imprenditore di Carignano opera dunque in un settore obiettivamente più in salita rispetto al settore latte; nonostante questo non ha esitato a effettuare importanti investimenti in azienda. Fra i quali un nuovo capannone da 250 posti in grado di dare più metri quadrati ad ogni capo, nel nome del benessere animale. Il capannone è servito da attrezzature per la ventilazione dell’ambiente e da catenarie automatizzate per l’allontanamento delle deiezioni degli animali.

Silvano Pecchio all’interno del proprio nuovo capannone, da 250 posti

“Perché abbiamo investito nell’allevamento di bovini da carne anche se la redditività è spesso inferiore rispetto a quella della produzione del latte? Perchè – ha spiegato Pecchio – crediamo in questo tipo di allevamento, anche per il fatto che siamo motivati da una forte passione imprenditoriale. E poi oggi il mercato cerca carne di qualità e noi con una dose maggiore di impegno riusciamo a rispondere a questa richiesta. Abbiamo sempre investito molto, per decenni”.

Una propensione all’investimento che Silvano, in un’azienda a conduzione familiare, può perseguire “grazie appunto all’unità della famiglia, alla condivisione di intenti soprattutto con mia moglie Daniela Lisa e con mio figlio Alessandro. In particolare Alessandro, 17 anni, è molto attivo nel lavoro quotidiano in allevamento".

Silvano Pecchio con il figlio Alessandro, 17 anni, molto attivo nel lavoro quotidiano in allevamento

A proposito di mercato: a differenza di molti altri allevatori di bovini da carne, che si concentrano su una o al massimo due razze, Silvano Pecchio alleva diverse tipologie di bovini: Piemontese castrato, Piemontese maschio, Piemontese femmina, Limousine maschio, Blonde d’Aquitaine maschio e femmina, incrocio Charolaise x Aubrac, Aubrac puro; in totale 500 capi nelle varie stalle.

“Anche se in presenza di diversi tipi di bovini dobbiamo sobbarcarci diverse procedure di allevamento, fra le quali diversi tipi di alimentazione, abbiamo scelto la differenziazione produttiva per poter differenziare anche il nostro arrivo sul mercato. Crediamo infatti che la differenziazione sia una delle più efficaci contromisure nei confronti delle eventuali crisi della domanda, o dei prezzi”.

Fra l’altro l’allevatore di Carignano è molto attivo anche nell’associazionismo, un altro titolo di merito che ha sempre un gran peso nella selezione degli imprenditori zootecnici premiati da IZ. Infatti Pecchio non solo è socio di Asprocarne Piemonte, ma è anche membro del cda di questa organizzazione di produttori.
Anche la premiazione dell'Allevatore dell'anno / categoria Bovini da carne ha avuto una prestigiosa sponsorizzazione. Lo sponsor è stato Ferrero Mangimi.

Allevatore dell’anno, l’albo d’oro

L’Allevatore dell’Anno è un riconoscimento istituito dalla rivista Informatore Zootecnico ormai da 14 anni.
Eccone il palmarès:
- L’Allevatore dell’anno 2011:  il bresciano Gabriele Seminario.
- L’Allevatore dell’anno 2012:  la cremonese Lara Balestreri.
- L’Allevatore dell’anno 2013:  il modenese Apostolo Valtulini.
- L’Allevatore dell’anno 2014:  il rodigino Luca Marangoni.
- L’Allevatore dell’anno 2015:  il cremonese Paolo Faverzani.
- L’Allevatore dell’anno 2016:  il modenese Matteo Panini.
- L’Allevatore dell’anno 2017:  Sara ed Elena Ferrari, piacentine.
- L’Allevatore dell’anno 2018:  il mantovano Paolo Benedusi.
- L’Allevatore dell’anno 2019:  i tre allevatori Francesco Arnoldi, Laura Cenni, Pietro Pizzagalli.
- L’Allevatore dell’anno 2020:  i piacentini Elena, Paola e Fausto Gandolfi.
- L’Allevatore dell’anno 2021:  i tre allevatori Leonardo Barozzi, Federico Merlo, Sergio Visini.
- L’Allevatore dell’anno 2022:  la famiglia Freretti, del mantovano.
- L’Allevatore dell’anno 2023:  i tre allevatori Roberto Chizzoni, Francesca Sabbadin, Alberto Cavagnini.
- L’Allevatore dell’anno 2024:  i fratelli Bini, del mantovano, Ester ed Elena Bedini, del modenese, Silvano Pecchio, della provincia di Torino.

LEGGI L'ARTICOLO PUBBLICATO SU IZ 18.2024

I video della premiazione:

Allevatore dell’Anno 2024, tre storie vincenti - Ultima modifica: 2024-10-29T07:59:12+01:00 da Giorgio Setti

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