Prezzi prodotti zootecnici: primi segnali di debolezza per il latte spot

prezzi prodotti zootecnici
I dati di riferimento per i prodotti lattiero-caseari e bovini rilevati dalle Camere di commercio ed elaborati da Borsa merci telematica italiana (Bmti) relativi alla settimana 5-9 dicembre 2022

I prezzi dei prodotti zootecnici rilevati dalle Commissioni delle Camere di commercio e delle Borse merci, in apertura di dicembre, si sono mostrati al ribasso per le materie grasse e il latte spot. Tra gli altri prodotti monitorati, invece, è prevalsa la stabilità, ad eccezione dei bovini da macello per i quali sono stati registrati nuovi rialzi.

Latte

Primi segnali di cedimento per le quotazioni del latte spot nazionale, con i prezzi in arretramento su tutte le principali piazze di scambio. Il listino di Milano cede il -0,7% su base settimanale per raggiungere i 667,50 €/t, uscendo per la prima volta da inizio settembre dal corridoio 670–680 €/t. Ribassi anche per il listino di Verona (-0,4%) dopo quattro settimane di stabilità.

Per la prima volta da marzo scende sotto il +40% la crescita media su base annua delle quotazioni, dopo aver toccato il +65% a metà settembre. A seguito della fase di sostanziale equilibrio che ha accompagnato il mercato negli ultimi tre mesi, la tendenza di fondo sembra volgere verso la debolezza, con la possibilità concreta per le quotazioni di intraprendere un credibile percorso di rientro rispetto ai massimi storici di metà ottobre.

Quotazioni che anche a livello continentale hanno toccato nuovi valori record nel mese di ottobre, con le ultime stime del Milk market observatory della Commissione europea che segnalano una crescita dei prezzi medi del latte alla stalla del +4% rispetto ai livelli di settembre (+46% in termini tendenziali).

Pesante il latte di provenienza estera a Milano, con i ribassi che interessano sia il prodotto francese (-1,6%) che tedesco (-1,9%).

Dopo tre mesi di stabilità a quota 690 €/t, il latte di origine biologica arretra a Milano del -0,4% attestandosi sui 687,50 €/t, con il divario rispetto ai prezzi del latte spot che si mantiene sui 20 €/t.

Materie grasse

Prosegue in apertura di dicembre la fase di correzione per le quotazioni nazionali delle materie grasse che tornano prossime ai livelli immediatamente precedenti allo scoppio del conflitto russo-ucraino. A Milano il burro pastorizzato cede il -1,2% su base settimanale attestandosi sui 4,20 €/kg. La correzione rispetto ai livelli di inizio ottobre (momento di inizio dell’attuale tendenza ribassista) raggiunge il -20%, a conferma del repentino cambiamento di scenario in atto. In calo anche le quotazioni a Cremona (-3%) e Mantova (-1,2%). Stabile sul +20% la variazione media su base annua delle quotazioni.

Accelerano ulteriormente al ribasso i listini europei del burro, con il burro di centrifuga di Kempten in Germania che lascia sul terreno il -4,5% dopo la stabilità della settimana precedente. In termini tendenziali, per la prima volta nel 2022 scende sotto la doppia cifra la variazione su base annua delle quotazioni del benchmark tedesco (+6%). Debole anche il burro olandese (-2,7%) e il prodotto francese (-0,8%).

A livello macro proseguono i miglioramenti produttivi per i principali player europei, fattore che sta giocando un ruolo decisivo nell’attuale fase di debolezza delle quotazioni. Secondo gli ultimi dati Eurostat, la Germania, leader in Europa per volumi produttivi di burro, mette a segno a settembre un incremento produttivo del +2,4% rispetto ai quantitativi prodotti a settembre 2021, dando seguito al +3% registrato ad agosto. In notevole espansione a settembre anche le produzioni in Belgio (+74% su base annua) e Olanda (+30%), due dei sei principali produttori continentali.

In calo a Milano tutti i prodotti del comparto delle materie grasse, con lo zangolato che arretra del -1,2% (4 €/kg) e la crema di latte nazionale del -0,6% (3,24 €/kg).

Grana Padano

In apertura di dicembre si arresta la corsa dei listini all’ingrosso del Grana Padano, dopo i primi segnali di assestamento rilevati in chiusura di novembre sulle piazze di Mantova e Cremona. Stabilità a Milano per tutte le stagionature con lo stagionato 9 mesi che resta invariato sui 9,43 €/kg. Prezzi invariati anche a Verona e Cremona. Seconda settimana consecutiva all’insegna della stabilità per il listino di Mantova, con la variazione tendenziale delle quotazioni che si mantiene sul +24%.

Si ferma, dunque, la fase di espansione partita ad ottobre che ha portato le quotazioni a rialzi medi intorno al +5% nello spazio di due mesi, con punte del +9% per le lunghe stagionature di Verona.

A livello continentale deboli le quotazioni dei principali formaggi monitorati dalla Commissione europea, con cali settimanali per Gouda (-0,2%), Cheddar (-0,4%) e Edamer (-1,1%). In controtendenza i prezzi medi dell’Emmentaler che fanno registrare nella prima settimana di dicembre un aumento su base settimanale del +4,5% raggiungendo la quota record di 6,49 €/kg.

Parmigiano Reggiano

Persiste in avvio di dicembre il quadro di equilibrio per i prezzi all’ingrosso del Parmigiano Reggiano, con quotazioni invariate rispetto alla settimana precedente su tutte le principali piazze di scambio. A Reggio Emilia stabili sia le brevi che le lunghe stagionature, con lo stagionato 12 mesi che si mantiene sui 10,75 €/kg e lo stagionato 24 mesi sui 12,48 €/kg. Sospese per festività le quotazioni a Parma.

Stabili tra il +2% e il +3% le variazioni tendenziali sulle varie piazze.

Pecorino Romano

Settimana di pausa per le quotazioni del Pecorino Romano dopo i rialzi di novembre. A Milano lo stagionato 5 mesi si mantiene invariato sul valore record di 13,45 €/kg, con il prodotto che ha chiuso novembre in aumento di oltre 3 punti percentuali rispetto alle quotazioni medie di ottobre. Stabile sul +37% la variazione su base annua delle quotazioni, con la crescita rispetto ai prezzi di inizio dicembre 2020 che si attesta sul +70%.

A livello di fondamentali permane il quadro di deficit della produzione che ha avuto pesanti ripercussioni anche sulle performance dell’export. Secondo gli ultimi dati Istat, nei primi nove mesi dell’anno le esportazioni di Pecorino Romano si sono ridotte del 9% in volume rispetto allo stesso periodo del 2021, a conferma del contesto di scarsa disponibilità di prodotto. In termini di valore, invece, pur con quantitativi in calo gli introiti monetari sono aumentati del +12% rispetto ai primi nove mesi del 2021, in ragione di prezzi all’export più elevati.

Bovini vivi

Tendenza rialzista ancora solida nel comparto dei bovini da macello, con gli aumenti che si consolidano sia per i vitelloni da macello che per i vitelli da carne bianca.

Tra i principali capi, i vitelloni Charolaise aggiungono altri 3 centesimi a Mantova rispetto alle quotazioni della settimana precedente (+0,9%, sesta settimana consecutiva di rialzi) per raggiungere i 3,54 €/kg (peso vivo). Segno “più” anche a Modena per tutti i capi, in particolare per le razze da incroci nazionali (+1%) che si attestano sopra i 3,11 €/kg (peso vivo).

Questa nuova spinta rialzista, dopo le marcate tensioni già registrate nella prima parte dell’anno, sta portando i listini dei vitelloni verso nuovi valori record su tutte le principali piazze di scambio. A dare vigore alle quotazioni, oltre al periodo stagionalmente tonico per il comparto, il drastico calo delle macellazioni registrato ad ottobre, con una riduzione del 14% rispetto ai numeri di ottobre 2021 e conseguente limitazione dei volumi d’offerta.

Nuovi aumenti su base settimanale, intorno al +1%, per i listini dei vitelli a carne bianca sia a Mantova che Modena, con le quotazioni che sono tornate al di sopra dei massimi storici di marzo. Si attesta intorno al +6% la variazione su base annua delle quotazioni.

Leggi le schede sui prezzi dei prodotti zootecnici

Prezzi prodotti zootecnici: primi segnali di debolezza per il latte spot - Ultima modifica: 2022-12-13T23:02:19+01:00 da Alice Martini

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