I prezzi dei prodotti zootecnici rilevati dalle Commissioni delle Camere di commercio e delle Borse merci, nella terza settimana di ottobre, si sono confermati al rialzo per quanto riguarda il latte spot e le materie grasse. Andamento opposto per il Parmigiano Reggiano, a fronte della sostanziale stabilità osservata per gli altri prodotti monitorati.
Latte spot
Terzi rincaro consecutivo per i listini del latte spot nazionale. In particolare, sulla piazza di Milano i prezzi raggiungono i 537,5 €/t (+0,9%), valore che non si registrava dagli inizi del 2023. A livello di fondamentali, continua a pesare una ridotta disponibilità di merce che non riesce a tenere il passo della domanda. Stabilità, invece, per la piazza di Verona che conferma i 550 €/t della precedente seduta. Su base tendenziale, lo scarto negativo si mantiene sui venti punti percentuali.
Nessuna variazione per i listini del latte di importazione, sia per il prodotto francese che tedesco, mentre sale a 40 €/t il differenziale rispetto al latte spot.
Stabile anche il latte biologico che si attesta sui 597,5 €/t.
A livello continentale, stando agli ultimi dati rilasciati dal Milk market observatory della Commissione europea, prevale la stabilità, con i prezzi di agosto in linea con quelli osservati il mese precedente (-0,2%).
Materie grasse
Non accennano a rallentare gli aumenti dei prezzi all’ingrosso nel comparto delle materie grasse. In particolare, il burro pastorizzato di Milano si attesta sui 2,95 €/kg, 5 centesimi in più rispetto alla settimana precedente e 30 centesimi in più rispetto ai valori di riapertura della borsa merci dopo la pausa estiva. Nuovi rialzi sono stati registrati anche sulla piazza di Mantova, con il burro quotato 3 €/kg (+1,7% su base settimanale).
Avanzano lo zangolato e la crema di latte nazionale, attestati sui 2,75 €kg (+1,9%) e 2,68 €/kg (+1,5%) sulla piazza di Milano.
Segno “più” anche per i listini esteri, sia per il burro di centrifuga di Kempten (+1%) che per il Verse Boter nel mercato olandese (+2%).
Grana Padano
Si afferma stabile la tendenza in atto nel mercato del Grana Padano, prolungando una fase di equilibrio che si trascina da tre mesi. In particolare, nella piazza di Milano lo stagionato 9 mesi si mantiene fermo sugli 8,73 €/kg. Nessuna variazione anche presso le altri principali piazze di scambio nazionali. Su base tendenziale, i prezzi attuali confermano pressappoco i valori dello scorso anno.
Stabili anche i principali formaggi monitorati dalla Commissione europea, tra i quali l’inglese Cheddar (-0,3%) e gli olandesi Gouda (+0,2%) e Edamer (+0,1%).
Parmigiano Reggiano
Prevale il segno “meno” nel comparto del Parmigiano Reggiano. A Parma lo stagionato 12 mesi ripiega sui 9,75 €/kg e lo stagionato 24 mesi sui 11,53 €/kg, entrambi in calo di 10 centesimi rispetto alla scorsa seduta. Giù i prezzi anche sulla piazza di Mantova e Reggio Emilia mentre una sostanziale tenuta si è osservata sulle piazze di Milano e Modena.
Il divario su base annua si mantiene pari al -8%.
Pecorino Romano
Quarta settimana consecutiva di stabilità per i listini del Pecorino Romano. Lo stagionato 5 mesi quotato a Milano conferma i 13 €/kg, di fatto in linea con i valori di dodici mesi fa.
Sul versante delle esportazioni, i dati Istat certificano per i primi sette mesi dell’anno una flessione nelle quantità di Pecorino e Fiore Sardo spedite all’estero (-4%). Cresce, invece, il divario in termini di valore (+22%), risultato dettato dagli elevati livelli raggiunti dai prezzi, soprattutto nei mesi scorsi.
Bovini vivi
Continua la fase di stallo per il comparto dei bovini. Tra i principali capi, i vitelloni Charolaise confermano i 3,68 €/kg sulla piazza di Mantova i 3,5 €/kg sulla piazza di Modena. Restano agganciati ai valori della scorsa seduta anche i prezzi degli incroci nazionali e della razza Limousine, questi ultimi quotati 3,76 €/kg sulla piazza lombarda e 3,64 €/kg sulla piazza emiliana.
In tenuta anche i listini dei vitelli a carne bianca.
A livello di fondamentali di mercato, il numero di capi bovini macellati ad agosto è stato di circa 209mila unità, in calo del 7% su base annua (fonte: Anagrafe nazionale zootecnica). Complessivamente, nei primi otto mesi dell’anno si registra una contrazione del 12% circa rispetto all’analogo periodo del 2022.
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