I prezzi dei prodotti zootecnici rilevati dalle Commissioni delle Camere di commercio e delle Borse merci nella terza settimana del mese di luglio hanno mostrato una sostanziale stabilità nella maggior parte dei listini. Fanno eccezione le materie grasse che per la seconda settimana consecutiva hanno subito un deprezzamento.
Latte
Dopo due mesi di crescita molto sostenuta sono arrivati i primi segnali di rallentamento per i prezzi del latte spot nazionale. A Milano e a Brescia le quotazioni hanno registrato un lieve rialzo settimanale, rispettivamente pari al + 0,6% (395-410 €/t) e al + 0,5% (398-405 €/t).
Fermi i prezzi a Verona, dove si è riscontrato, invece, un calo del -1,3% per il latte di provenienza tedesco-austriaca (385-395 €/t) parallelamente a quello magro pastorizzato in cisterna (215-225 €/t, ovvero -2,2%).
Per tutti i prodotti monitorati si conferma, comunque, la variazione positiva rispetto allo scorso anno, con una crescita compresa tra il +14 ed il +15% per il latte spot di origine nazionale.
Materie grasse
Sul mercato delle materie grasse si registra il segno “meno” per la seconda settimana consecutiva. Il calo settimanale, in media del -1,9%, è generalizzato e colpisce indistintamente burro, panna e zangolato. I prezzi all’ingrosso del burro prodotto con crema di latte calano sia a Milano che a Mantova per lo stesso ammontare (3,70 €/kg, -1,3%), intaccando parzialmente la robusta crescita che persiste rispetto allo scorso anno, pari al +16% circa.
Prezzi in calo anche per il burro pastorizzato quotato sulla piazza di Cremona (-1,6%).
Come detto, in flessione anche la crema di latte sia di origine comunitaria (1,96 €/kg sul listino di Milano, ovvero -3%) che di origine italiana (2,02 €/kg sul listino di Milano, -1,9%).
Sui mercati esteri ulteriori segnali di ribasso del prezzo all’ingrosso del burro: le quotazioni di scambio del Markenbutter tedesco alla Borsa di Kempten sono scese sui 3,80-3,90 €/kg, pari a un -0,5% rispetto alla precedente rilevazione e valore minimo toccato negli ultimi due mesi.
Grana Padano
Stazionario il mercato del Grana Padano. Il segno positivo ha interessato il solo Grana 9 mesi quotato a Brescia, dopo che le stagionature più brevi quotate a Mantova e Verona avevano subito lievi rialzi la scorsa settimana.
Il differenziale di prezzo rispetto al 2020 resta vicino al +17% per le stagionature brevi mentre rimane mediamente inferiore al +10% per quelle medio-lunghe.
Parmigiano Reggiano
Seconda settimana consecutiva di lievi rialzi per il Parmigiano Reggiano (+0,1% medio settimanale nei listini monitorati), riconducibili alle stagionature medio-lunghe quotate a Mantova, Modena e Reggio Emilia. Gli incrementi sono tutti compresi tra il +0,2 ed il +0,5%.
Stabile lo scostamento di prezzo rispetto al 2020 per le stagionature di 12-15 mesi, fermo sul +39% nei listini di Mantova e sul +37% circa sulle altre piazze. Cresce tra il +20% ed il +26% annuo, invece, il prezzo delle stagionature di 24 e 30 mesi.
Bovini vivi
Si conferma stazionario il mercato dei bovini da macello. Tra i vitelloni, solo sulla piazza di Padova si è rilevato un lieve rincaro per i capi da incroci nazionali (+0,6% rispetto alla settimana precedente). Listini fermi per i vitelli a carne bianca che mantengono però un’ampia crescita rispetto allo scorso anno, nell'ordine del +25/+30%.
Tra i capi da allevamento, a Mantova la settimana ha mostrato un calo dei vitelli baliotti, il cui prezzo rimane comunque in deciso aumento rispetto ad un anno fa.
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