I prezzi dei prodotti zootecnici rilevati dalle Commissioni delle Camere di commercio e delle Borse merci, nella seconda settimana di dicembre, si sono mostrati al ribasso per quanto riguarda il latte spot e le materie grasse. Andamento opposto per i listini del Grana Padano.
Latte spot
Dopo una lunga fase di rincari alternati a periodi di stabilità, torna il segno “meno” per i listini del latte spot nazionale. In particolare, sulla piazza di Milano i prezzi hanno ripiegato sui 552,50 €/t, 12,50 €/t in meno rispetto alla settimana precedente (-2,2%). Stessa dinamica per i prezzi del latte spot quotato sulla piazza di Verona, portatosi sui 557,50 €/t (-2,2%). I ribassi sono dipesi dal rallentamento della domanda, complice la conclusione della campagna natalizia delle imprese dolciarie.
In ribasso anche i listini del latte di importazione, sia francese che tedesco, con il differenziale rispetto al latte spot che sale a 52,50 €/t contro i precedenti 40 €/t.
Lievi ritocchi al ribasso anche per i listini del latte biologico, quotato 607,50 €/t (-0,8%).
Materie grasse
Al pari di quanto registrato per il latte spot nazionale, torna a perdere terreno anche il comparto delle materie grasse. In particolare, il burro pastorizzato quotato a Milano scende a 3,70 €/kg, in calo di 7 centesimi su base settimanale (-1,9%). Allo stesso modo, il burro quotato sulla piazza di Mantova perde 5 centesimi piazzandosi sui 3,80€/kg (-1,3%).
Arretrano anche lo zangolato (-2%) e la crema di latte nazionale (-2,7%).
Di segno opposto le variazioni sul fronte estero, con prezzi in salita per il burro di centrifuga di Kempten (+2,8%) a fronte del lieve deprezzamento del Verse Boter nel mercato olandese (-1,8%).
Grana Padano
Dopo una parentesi di due settimane di stabilità, tornano a crescere i listini del Grana Padano quotati sulla piazza di Milano. In particolare, lo stagionato 9 mesi e oltre si attesta sugli 8,83 €/kg contro gli 8,78 €/kg della settimana precedente (+0,6%). Lievi rincari sono stati osservati anche per le altre principali piazze di scambio. Si conferma in territorio negativo il confronto annuo per le forme meno stagionate.
Tra i principali formaggi monitorati dalla Commissione europea spicca il rincaro dello svizzero Emmental (+8,7%). Maggiore stabilità, invece, per l’inglese Cheddar (0,3% su base settimanale) e gli olandesi Edamer e Gouda (rispettivamente +1,4% e +0,7%).
Parmigiano Reggiano
Nuova settimana di calma piatta per i listini all’ingrosso del Parmigiano Reggiano. A Parma lo stagionato 12 mesi si assesta sui 9,75 €/kg e lo stagionato 24 mesi sugli 11,53 €/kg. Sostanziale stabilità anche presso le altre principali piazze di scambio. Resta negativo il confronto annuo, con ribassi dell’ordine del -9% per la piazza di Milano.
Pecorino Romano
Dopo tre settimane di consecutivi ribassi, torna a prevalere la stabilità per i listini del Pecorino Romano. In particolare, lo stagionato 5 mesi si conferma sui 12,33 €/kg, valore scavalcato l’ultima volta a metà settembre dello scorso anno. Si amplia ulteriormente la riduzione rispetto a dodici mesi fa, ora pari ad un -9%.
Bovini vivi
Ancora una settimana di stabilità per il comparto dei bovini. Tra i principali capi, i vitelloni Charolaise restano agganciati ai 3,79 €/kg sulla piazza di Mantova e 3,62 €/kg sulla piazza di Modena. Nessuna novità anche per gli incroci nazionali e per la razza Limousine.
Senza variazioni anche i prezzi dei vitelli a carne bianca quotati 6,02 €/kg sulla piazza lombarda e 6,20 €/kg sulla piazza emiliana.
Su base tendenziale, negativo il divario per le carni bianche mentre per i vitelloni prevale il segno “più”, sebbene in misura lieve.
A livello di fondamentali, il numero di capi bovini macellati nel mese di ottobre è stato di circa 227mila unità, in crescita dell’11% su base annua (fonte: Anagrafe nazionale zootecnica). Complessivamente, però, nei primi dieci mesi dell’anno si registra una contrazione del -9% circa rispetto allo stesso periodo del 2022.
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