Prezzi Bmti, rialzi per latte spot, burro e Parmigiano Reggiano

Proseguono i rialzi per il latte spot di origine nazionale sulla scia della tonicità della domanda in base alle elaborazioni di Bmti sull’andamento dei prezzi dei prodotti zootecnici rilevati dalle Camere di Commercio e Borse Merci.

In particolare, sulla piazza di Milano i prezzi si attestano sui 497,50 €/t, 30 €/t in più rispetto alla settimana precedente. Si accentua al contempo anche l’aumento su base annua, a ridosso dei dieci punti percentuali. Aumento di pari entità anche per il latte spot quotato sulla piazza di Verona, attestato sui 505 €/t. Guadagnano terreno anche i listini del latte di importazione, sia francese che tedesco, a fronte di un differenziale di prezzo a favore del latte spot nazionale che si porta sui 42,5 €/t contro i 32,5 €/t della settimana scorsa. Cenni di aumento anche per il latte biologico sulla piazza di Milano mentre il prezzo del prodotto quotato a Verona resta fermo.

Burro e crema di latte, listini in crescita

Seconda settimana di rialzi per il comparto del burro. Nel dettaglio, il burro pastorizzato quotato a Milano raggiunge i 4,20 €/kg, in aumento di 12 centesimi su base settimanale. Su base annua il confronto passa oltre la soglia del +50%. In rialzo anche il burro quotato a Mantova che si attesta sui 4,35 €/kg. Si muovono nella stessa direzione i listini dello zangolato e della crema di latte nazionale, quotati rispettivamente 4,00 €/kg e 2,88 €/kg. A livello continentale si registrano apprezzamenti sia per il burro di centrifuga di Kempten (+5,2% su base settimanale), che per il Verse Boter nel mercato olandese (+7,1%).

Grana Padano ancora in stabilità

Ancora nessun sussulto per i listini del Grana Padano quotato a Milano. In particolare, lo stagionato 9 mesi resta agganciato a 9,43 €/kg, valore in corso da un mese.  Resta positivo il confronto anno su anno, pari a +6,2%. Nessuna variazione anche per la piazza di Verona mentre si osservano lievi rincari presso le piazze di Cremona e Mantova. Per quanto riguarda i formaggi monitorati dalla Commissione Europea, il Cheddar e il Gouda continuano ad evidenziare una sostanziale stabilità. In aumento invece l’Edam (+2,1%) mentre arretra l’Emmental (-1,3%).

Parmigiano Reggiano, prezzi in aumento

Nuova settimana di rialzi per i listini del Parmigiano Reggiano quotato a Parma. Nel dettaglio, lo stagionato 12 mesi mette a segno un aumento di 5 centesimi, portandosi sui 10,85 €/kg. Stesso andamento per lo stagionato 24 mesi, quotato 12,28 €/kg.  Il confronto rispetto allo scorso anno resta positivo tranne per le forme stagionate 30 mesi che vedono di fatto azzerato il ribasso registrato nei mesi precedenti. Restano perlopiù stabili le piazze di Modena e Milano, mentre avanzano Mantova e Reggio-Emilia.

Pecorino Romano, valori invariati

Nessuna novità per i listini del Pecorino Romano. In particolare, presso la piazza di Milano, il prodotto conferma i 12,25 €/kg, valore mantenuto per più di un mese. Il divario rispetto allo scorso anno si conferma sul -12,8%.

Bovini da macello, in frenata i prezzi

Prevale il segno “meno” per la seconda settimana consecutiva nel comparto dei bovini. In particolare, si rilevano segnali di ribasso per i vitelloni di razza Charolaise che cedono 1 centesimo a Mantova e 3 centesimi a Modena, attestandosi rispettivamente a 3,62 €/kg e a 3,68 €/kg. Perdono ulteriore terreno anche i listini della razza Limousine che arretrano a 3,93 €/kg presso la piazza lombarda e 3,81 €/kg presso la piazza emiliana. In calo anche gli incroci nazionali, ma solo presso la piazza di Mantova. Dopo un mese di ribassi si stabilizzano, invece, i prezzi all’ingrosso dei vitelli a carne bianca.  Sul fronte produttivo, il numero di capi bovini macellati a marzo è stato di circa 211mila unità, in calo del -4,5% su base annua. (fonte: Anagrafe Nazionale Zootecnica). Complessivamente, nel trimestre gennaio-marzo sono stato macellati 622mila capi circa, dato di fatto in linea con i livelli registrati nello stesso periodo del 2023 (-0,1%).

Suini, sempre negativo il trend dei prezzi

Prosegue la tendenza ribassista per il comparto dei suini, ormai in atto da più di un mese. In particolare, il prezzo medio della categoria 160-176 kg quotata alla CUN di settore ripiega su 1,934 €/kg, in calo di 2,2 centesimi rispetto alla seduta precedente, complice la debolezza della domanda nonostante un’offerta non abbondante. Flessione di maggiore entità per il circuito non-DOP, con il divario a favore dei DOP che si è ulteriormente ampliato, registrando il valore record di 0,252 €/kg (categoria 160-176 kg). Andamento contrastato sul fronte estero, sia a livello di piazza che di categorie quotate.

I rincari dei suini vivi non si sono riversati sul comparto dei tagli, con la CUN di settore che ha emesso il non formulato per la settimana 20-24 maggio.  Situazione che mette in luce la fase di tensione che sta attraversando il mercato, peraltro alle prese con i timori legati al diffondersi della peste suina africana.