Rolfi: un piano d’azione per la filiera lombarda del latte

Un confronto interlocutorio, in vista anche del tavolo nazionale sul latte fissato il 30 settembre prossimo al ministero

Un meccanismo di formazione del prezzo del latte basato su un’indicizzazione che comprenda anche i fattori di produzione. La creazione di un polo di riferimento del settore in Lombardia, nel quale far confluire i dati su innovazione, ricerca e formazione. E ancora il coinvolgimento della Gdo  al tavolo nazionale sul latte come componente essenziale della filiera lattiero casearia. Ecco a grandi linee il piano d’azione presentato oggi dall’assessore all’Agricoltura Fabio Rolfi al Tavolo istituzionale sulla filiera lattiero-casearia lombarda convocato oggi in Regione. Da qui l'allarme sulla questione prezzo del latte segnalato nei giorni scorso da tutte le sigle delle associazioni di categoria.

E' stato, comunque, quello al tavolo lombardo un confronto interlocutorio, ma importante da parte della regione leader del latte italiano, in vista anche del tavolo nazionale sul latte fissato il 30 settembre prossimo al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali che si focalizzerà sull’emergenza prezzo e sulla valorizzazione dei prodotti latterio caseari  in un contesto di forte aumento dei costi di produzione legato ai rincari sulle materie prime. Rincari che gli allevatori subiscono finora, senza aver avuto la possibilità di alleggerire parte dell'aggravio di costi attraverso una migliore remunerazione della materia prima da parte dell'industria di trasformazione.

Presentato uno studio sulla filiera latte

L’assessore Rolfi ha presentato un progetto basato su uno studio curato da Daniele Rama dell’Università Cattolica del Sacro Cuore sulla situazione attuale e sugli scenari futuri del comparto: «Abbiamo presentato da una parte una fotografia del settore che ci ha fornito dei dati in termini di aumento della produzione in Lombardia, la regione che produce il 44% del latte italiano - ha spiegato -. È chiaro che il tema della valorizzazione della filiera qui è più sentito che in altri territori soprattutto in termini di ricaduta sui produttori. Volevamo un confronto tra tutti gli attori interessati anche in vista del Tavolo nazionale convocato dal ministro per giovedì».

Fondamentale considerare anche i costi di produzione

«La Regione Lombardia - ha detto l'assessore - propone un piano d'azione che non si limiti ad annunci, ma che abbia ricadute concrete. Proponiamo strumenti operativi di medio e lungo periodo, come l'attivazione di un tavolo tecnico, e non politico, di filiera con l'obiettivo di studiare un meccanismo di indicizzazione del prezzo del latte che tenga conto dei costi dei fattori di produzione, ad esempio delle materie prime per l'alimentazione zootecnica». Il piano operativo è stato consegnato alle parti per le valutazioni e proposte.

prezzi prodotti zootecnici

La Regione convocherà un nuovo incontro tra 15-20 giorni quando le associazioni di categoria potranno esprimere osservazioni e pareri sul piano operativo proposto per un ulteriore momento di confronto e valutazione.

Un polo di riferimento sul settore lattiero caseario

"Il Piano prevede anche  - ha aggiunto Rolfi - di costituire un polo informativo dedicato al lattiero caseario dove far confluire i dati su innovazione, ricerca e formazione dai vari centri sparsi sul territorio nazionale per costruire percorsi condivisi sull'informazione e divulgazione. Intendiamo superare frammentazioni e partire da ricerche aggiornate su sostenibilità ambientale, salubrità del latte e benessere animale per calibrare al meglio la valorizzazione dei prodotti".

Secondo Rolfi resta fondamentale anche l'analisi dell'impatto della riforma Pac sulla filiera. Un gruppo di lavoro ne studierà le ricadute, partendo dalla riduzione dei titoli, e i possibili strumenti compensativi come ecoschemi, piani di settore, misure specifiche del Psr, strumenti assicurativi e adozione di sistemi di certificazione qualità e di impronta ambientale.

«Al tavolo nazionale sul latte - ha aggiunto Rolfi - chiederò di coinvolgere anche la Gdo perchè oggi servono campagne di comunicazione sul latte, sulla sua salubrità, capaci di far ripartire i consumi».

Voltini, Coldiretti: «Il prezzo del latte non copre neanche i costi di produzione»

Per Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Lombardia «serve un impegno comune a tutti gli operatori per arrivare urgentemente a una soluzione condivisa che garantisca una corretta remunerazione e un’equa distribuzione di valore lungo la filiera. Bisogna mettersi in gioco e fare ognuno con coraggio la propria parte, anche le industrie di trasformazione e la grande distribuzione».

Voltini ha sottolineato la situazione negativa di mercato: «Ad oggi il prezzo riconosciuto dall’industria agli allevatori non è in linea con il prezzo di mercato e non copre neanche i costi di produzione a fronte del rincaro dell’energia e delle materie prime alla base dell’alimentazione degli animali. Serve un accordo quadro a livello regionale, che assicuri la massima trasparenza e rappresenti una base di partenza per la definizione del prezzo nel rispetto dell’equa distribuzione di valore lungo la filiera».

Crotti, Confagricoltura: «Bisogna scongiurare il rischio di una chiusura delle stalle»

«L'aumento dei costi delle materie prime dura da più di qualche mese - ha sottolineato il presidente di Confagricoltura, Riccardo Crotti - e condividiamo la proposta di considerare anche i costi di produzione in un sistema di indicizzazione del prezzo del latte. Servono strumenti di tenuta del sostegno al settore con interventi efficaci nel medio e lungo periodo, ma è urgente ridefinire con urgenza la questione del prezzo. Gli allevatori oggi sono indebitati e rischiano di essere costretti a chiudere mettendo in percolo prodotti della filiera latte che sono vessilli del made in Italy».

Sarà fondamentale, come ha fatto sapere sempre Crotti,  capire anche al tavolo ministeriale se alla zootecnia potranno essere destinate risorse del Pnrr.

Maccazzola, Cia: «Preoccupazione per la forte riduzione dei premi nella nuova Pac»

«Spero che si siano gettate le basi per futuri incontri - commenta Paolo Maccazzola, presidente della Cia Provincia Centro Lombardia - dopo il periodo della pandemia e i recenti problemi legati al prezzo del latte. Al tavolo  ministeriale auspichiamo che partecipino anche Assolatte, ossia le imprese della trasformazione, e la Gdo che dovranno fare la loro parte anche nella comunicazione più diretta al consumatore».

«L'industria - ha contrinuato Maccazzola - sta beneficiando di un periodo positivo dell'export di formaggi italiani pur non riconoscendo nessun aumento dei listini al produttore di latte. Ho letto recentemente una comunicazione che informava dell'aumento dei listini alla distribuzione da parte di un'azienda casearia che produce un noto formaggio Dop».

Nubi all'orizzonte si stanno addensando anche in riferimento alle risorse Ue destinate al settore con la nuova riforma della Pac. La Regione, come ha fatto notare Maccazzola, ha presentato un'analisi dei titoli da oggi al 2026: i premi accoppiati, tra seminativi e contributo alla zootecnia, rapresentano oggi  un portafoglio titoli  che si aggira da 480 ai 500 euro a titolo ma rischiano di ridursi, nei prossimi anni, a 180-200 euro.

Rolfi: un piano d’azione per la filiera lombarda del latte - Ultima modifica: 2021-09-28T19:26:53+02:00 da Francesca Baccino

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