Fiera di Montichiari: ottimismo per il mercato lattiero caseario

Dairy Summit
Gianantonio Rosa: osservando le tendenze mondiali possiamo guardare al futuro con un timido ottimismo, nonostante alcuni comprensibili timori degli allevatori

“Fra siccità e rischi concreti di dover aumentare le importazioni di materie prime per l’alimentazione zootecnica, costi di produzione notevolmente aumentati per tutte le catene di approvvigionamento, equilibri internazionali per alcune aree del pianeta che restano precari e nuovi Paesi produttori che stanno incrementando i propri volumi lattieri, il comparto allevatoriale è col fiato sospeso, nonostante un accordo sul prezzo del latte che permette di assorbire i rincari subiti”. Parola di Gianantonio Rosa, presidente del Centro Fiera di Montichiari, a poche settimane ormai dalla 94ª edizione della Fazi, la Fiera Agricola Zootecnica Italiana, in programma dal 21 al 23 ottobre prossimi.

Resta l’incognita, continua Rosa, “delle dinamiche future; e una manifestazione come la Fazi di Montichiari rappresenta un luogo naturale di dibattito e un polo espositivo in grado di offrire al mondo agro-zootecnico l’opportunità di scegliere gli investimenti giusti per ridurre i costi di produzione e migliorare la competitività. Nel complesso, osservando le tendenze mondiali, possiamo guardare al futuro con un timido ottimismo, nonostante alcuni comprensibili timori degli allevatori”.

Capire come evolverà il prezzo del latte dopo questo dicembre, quando terminerà la propria efficacia il contratto di fornitura che molte industrie di trasformazione hanno sottoscritto (riconoscendo una cifra più alta ai produttori, in attesa di vedersi aumentare i listini da parte della distribuzione), non è affatto semplice.

Tuttavia, essendo ormai il mondo del latte interconnesso a livello mondiale, potrebbe essere utile ragionare su alcuni dati facilmente reperibili sul sito di Clal.it.

Stabili le produzioni mondiali di latte

I numeri di Clal.it indicano una sostanziale stabilità delle produzioni di latte nel corso del 2022.

Fra gennaio e giugno la produzione di latte dei principali Paesi esportatori (Argentina, Australia, Bielorussia, Cile, Nuova Zelanda, Unione europea, Stati Uniti, Uruguay) ha confermato il trend recessivo, con volumi in frenata dell’1,2% rispetto al primo semestre dell’anno precedente.

L’Unione europea

Il dato si ferma a maggio e indica un rallentamento dello 0,7% delle consegne di latte su base tendenziale.

Fra i principali player europei domina il segno meno, a partire da Germania (-1,7%), Francia (-1,4%) e Paesi Bassi (-1,5%), mentre Italia e Polonia si muovono in controtendenza (rispettivamente +0,1% e +1,8 per cento).

I costi in aumento e le pressioni ambientali

Alla base di questa tendenza a rallentare le produzioni si collocano i forti rincari registrati dalle stalle, alle prese con il boom dei prezzi delle razioni alimentari (mais per uso zootecnico +43% sul luglio 2021; frumento tenero +61%; soia +11%), dell’energia elettrica (+289% rispetto ad agosto 2021), del gasolio agricolo (+59%), dei fertilizzanti (+85% per l’urea).

Aumenti significativi che hanno spinto gli allevatori a razionalizzare il più possibile i costi in stalla e a riformare gli animali meno performanti (+1,2% il numero di vacche macellate nei primi cinque mesi del 2022 in Unione europea rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). L’Italia ha macellato 244.400 vacche fra gennaio e maggio, in crescita del 12,5% su base tendenziale.

Inoltre, vi sono pressioni ambientali diffuse (il caso Olanda è emblematico) che spingono gli allevatori a ridurre il carico zootecnico, per quanto sia stato dimostrato che il peso dell’agricoltura e dell’allevamento incida meno sull’inquinamento e le emissioni rispetto ad altre attività (dall’industria ai trasporti).

Quale futuro per il prezzo del latte

I costi sostenuti hanno trovato risposta nell’aumento contrattuale riconosciuto progressivamente dall’industria di trasformazione fino a dicembre. La domanda dovrebbe mantenersi vivace, trascinando gli scambi a livello internazionale. La produzione potrebbe in alcune aree del mondo crescere (negli Stati Uniti si vede già questa tendenza), mentre i listini dovrebbero mantenersi su valori positivi, per quanto burro e polveri, dopo aver raggiunto cifre record, abbiano subito un assestamento in leggero ribasso.

A livello nazionale, il rallentamento delle produzioni di Grana Padano (-3% fra gennaio e luglio, dopo un 2021 che ha segnato un decremento dello 0,6% delle forme), unito alla ripartenza dell’export (+13,75% fra gennaio e maggio 2022 sullo stesso periodo del 2021) dovrebbe costituire in proiezione un efficace strumento per il mantenimento dei prezzi su valori soddisfacenti per gli allevatori.

Incognita consumi

Resta l’incognita dei consumi, che potrebbero rallentare in seguito ai rincari legati all’inflazione, in particolare per i prodotti a maggior valore aggiunto, relativamente ai quali la strategia dell’export alla ricerca di nuovi mercati e nuove nicchie rappresenta ancora un’opportunità.

Quali strategie per l’impresa zootecnica da latte

Se ne parlerà sicuramente dal 21 al 23 ottobre prossimi alla Fiera di Montichiari. La tendenza sembra ormai delineata verso una razionalizzazione dei costi di produzione, grazie anche al sostegno delle energie da fonti rinnovabili, al ricorso all’agricoltura di precisione, alla zootecnia di precisione e alla genomica per un miglioramento della mandria in termini di longevità, funzionalità, produttività.

Un percorso in parte obbligato, anche in risposta alle nuove linee guida della Politica agricola comune, che entrerà in vigore dal prossimo 1° gennaio e che imporrà un’accelerazione verso la sostenibilità, il benessere animale, la multifunzionalità, le filiere corte, l’economia circolare.

Aspetti al centro della prossima Fazi, così come la spinta tecnologica che gli allevamenti stanno assecondando. Se nel 2020 a livello nazionale quasi 125mila imprese agricole hanno investito in innovazione nel triennio 2018-2020, con una percentuale pari all’11% del totale delle aziende agricole in Italia, oggi la tendenza sembra essere ancora maggiore, trainata dal credito d’imposta e dagli incentivi dei Programmi di sviluppo rurale, ma anche dalla necessità di manodopera specializzata, spesso difficile da reperire.

La zootecnia, in particolare, sta virando verso una maggiore robotizzazione per la mungitura, sensori per il rilevamento delle emissioni, lettiere permanenti per garantire maggiore confort alle bovine, sistemi di ventilazione e di raffrescamento. Per non parlare di sistemi automatizzati per la distribuzione della razione alimentare. Soluzioni all’insegna dell’efficienza e della sostenibilità, che i visitatori troveranno alla Fazi di Montichiari, per una spinta sostenibile del sistema stalla.

Fiera di Montichiari: ottimismo per il mercato lattiero caseario - Ultima modifica: 2022-08-10T18:50:49+02:00 da Giorgio Setti

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