Il presidente di Granarolo Gianpiero Calzolari è stato nominato coordinatore del settore lattiero caseario dal Coordinamento dell’Alleanza delle Cooperative. Calzolari, nell’occasione, ha sostenuto la necessità di affrontare la crisi che interessa il settore non solo in termini di prezzo del latte ma anche guardando all’export. “È indispensabile favorire politiche di filiera che consentano alle nostre imprese di presentarsi sul mercato internazionale in modo più strutturato e di rafforzarne così la loro presenza al di fuori dei confini nazionali”, ha affermato Calzolari, che auspica la creazione di un organismo interprofessionale di confronto tra industria, cooperazione e grande distribuzione.
Bene, il 17 novembre si è tenuta a Roma la quarta Assemblea nazionale dell’Alleanza delle Cooperative Italiane - Settore Agroalimentare. Qui la squadra dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, con le sue filiere, si è presentata per la prima volta al completo attraverso i documenti programmatici. Ecco i punti centrali del documento programmatico presentato a Roma da Calzolari nella sua qualità di coordinatore di filiera per il lattiero caseario.
Calzolari: guardiamo dove la domanda è dinamica
“Se da una parte è evidente la crisi del latte in Italia, con l’industria che ha messo in atto una prassi unilaterale per la determinazione del prezzo di acquisto, dall’altra sono buoni i riscontri che arrivano dalle esportazioni del nostro lattiero caseario”, ha esordito Calzolari all’assemblea, presentando il nuovo documento programmatico del settore.
L’export, ha continuato, “crescerà nel prossimo medio e lungo periodo grazie alla domanda europea ma soprattutto a quella dei Paesi emergenti, come Cina, Corea del Sud, Indonesia, Nord Africa e Sud America, particolarmente attratta dai nostri formaggi Dop. Per questo la cooperazione si concentrerà anche sulle relazioni con questa domanda dinamica del nostro lattiero-caseario, a fronte di un mercato interno saturo, dove è urgente l’adozione di provvedimenti. Come la costituzione di un’organizzazione interprofessionale tra produzione e distribuzione che dovrà necessariamente passare dalla cooperazione, cui viene conferito circa il 70% del latte prodotto nel nostro Paese”.
Sempre sul fronte interno, ha concluso Calzolari, sarà importante trovare delle forme di riconoscibilità del prodotto italiano e uscire dalle logiche del sottocosto, che non incentiva i consumi ma mette in seria difficoltà le imprese produttrici e di trasformazione. La volatilità dei prezzi e le speculazioni sulle commodity alimentari sono fenomeni difficilmente controllabili e prevedibili che creano da sempre forte instabilità nel settore, la cooperazione al fine di attenuare tali fenomeni sta studiando una misura finalizzata alla salvaguardia della marginalità del produttore di latte”.
Martina: le coop pagano di più
Alla riunione romana dell’Alleanza Cooperative Italiane settore Agroalimentare ha partecipato anche il ministro Maurizio Martina. “Sul latte - ha detto - la cooperazione può essere decisiva se organizza i produttori, perché gli strumenti cooperativi già oggi pagano il latte alla stalla più dell’industria classica. Spero ci possa essere nelle prossime ore una proposta concreta dal mondo della cooperazione, soprattutto sul versante dell’organizzazione dei produttori. Il latte è l’emblema del cambiamento e critico l’industria perché non vedo la voglia di guidare questo cambiamento”.
In merito alla legge di Stabilità, il ministro ha aggiunto: “È un’ottima legge per il settore agricolo, con interventi importanti anche per il settore lattiero caseario. Mi aspetto che le imprese battano un colpo e facciano proposte al Governo. E in questo le aziende cooperative hanno dimostrato la loro modernità, perché di colpi ne hanno già battuti molti. Sarei felice se arrivaste a una proposta di costituzione di un organismo interprofessionale, così da prendervi la responsabilità di una leadership su questo settore”.
Bettini: un settore vulnerabile
Un altro coordinatore di filiera ha esposto in assemblea, a Roma, i punti centrali dei propri documenti programmatici: si tratta di Giovanni Bettini, coordinatore del settore zootecnico (escluso il lattiero caseario) dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari. Bettini è presidente della Cooperativa Clai.
“Oggi il settore della zootecnia - ha detto dunque Bettini a Roma - è estremamente vulnerabile a causa di squilibri tra domanda ed offerta, aumento dei costi di produzione e degli oneri burocratici, oltre che dall’inefficace organizzazione economica del prodotto, problematiche che coinvolgono tutti i settori del comparto: bovino, suino, avicunicolo e persino apistico. In Italia, in particolare, il numero degli allevamenti è in diminuzione, anche se negli ultimi 9 mesi si registra un aumento delle macellazioni derivante da importazioni di animali, con un calo del consumo di carne, in particolare bovina, ed una forte pressione competitiva da parte dei Paesi Terzi. In tale contesto non possono non destare estrema preoccupazione le ulteriori difficoltà derivanti dai ripetuti ed ingiustificati attacchi mediatici rivolti al settore, volti a screditarlo ed a creare sfiducia tra i consumatori, oltreché dai mutati stili di vita”.
Bettini ha inoltre sottolineato l’esigenza di attuare al più presto politiche di settore in grado di affrontare, in modo organico, tutti i fattori della filiera ed aumentare il potere contrattuale degli allevatori. “Appaiono indispensabili i più opportuni interventi – ha aggiunto - in grado di favorire un adeguato supporto economico e di programmazione per garantire concentrazione dell’offerta, competitività, salvaguardia del reddito, stabilità dei mercati e salvaguardia delle produzioni nazionali sinonimo di qualità e del made in Italy”.
L’articolo completo è pubblicato su Informatore Zootecnico n. 21/2015
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