Grana Padano, no alla guerra dei dazi tra Cina e Ue

La battaglia commerciale con la Cina rischia di penalizzare eccellenze agroalimentari anche Dop come il Grana Padano

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Il direttore generale del Consorzio, Stefano Berni, lancia un appello affinchè venga scongiurato il rischio di nuovi dazi ai Paesi del G7 agricolo che si riuniranno in Sicilia dal 21 al 28 settembre prossimi

La possibile guerra dei dazi tra Unione Europea e Cina potrebbe danneggiare settori strategici come l’agroalimentare, che più volte nei rapporti tesi con alcuni paesi, rischiano di diventare  bersaglio delle ritorsioni. Lo ha segnalato il direttore generale del Cnosorzio di tutela, Stefano Berni: «In sintesi, quando l’Europa colpisce i prodotti industriali come questa volta nel Paese del Dragone, a subire il contraccolpo sono le eccellenze agroalimentari a partire dalle Dop, che vedono nel Grana Padano il leader mondiale nel consumo con 5.456.500 forme prodotte lo scorso anno e un export che già nei primi mesi del 2024 è ulteriormente cresciuto, arrivando a rappresentare circa il 50% del prodotto commercializzato».

Mercato in costante crescita

«I dazi ipotizzati dalla Cina contro i prodotti lattiero-caseari dell’Europa saranno negativi per l’intero continente e soprattutto per la Francia o altri paesi di forte esportazione in Cina – ha commentato il direttore generale del Consorzio di tutela –.  Anche l’Italia rischia delle conseguenze, ma in misura meno rilevante. Per il Grana Padano la Cina, pur non avendo raggiunto volumi di importazione rilevanti, è comunque un mercato in decisa crescita e quindi saremmo sicuramente penalizzati».

Berni ha sottolineato come «le limitazioni al libero scambio siano sempre un fatto negativo, che condiziona e orienta i mercati in modo artefatto» ricordando anche come il prodotto di punta del sistema Dop europeo stia già pagando da tempo un prezzo alto alla guerra combattuta sul terreno dell’economia e danneggiando anche la propria.

Le misure protezionistiche in Russia e negli Usa

«I produttori di Grana Padano hanno già subito blocchi in Russia nel 2014 quando ci fu l’invasione della Crimea – sottolinea  –  e persero completamente un mercato per noi interessantissimo avendo allora raggiunto in pochi anni le 50mila forme di Grana Padano annue esportate verso Mosca».

Ma le eccellenze italiane sono anche state vittima di turbolenze politiche interne, come quelle subite sul mercato americano durante l’ultima presidenza repubblicana. «Il colpo a noi e ancor di più ai nostri amici del Parmigiano Reggiano, venne inferto dall’aumento rilevante dei dazi che Trump, in un eccesso di protezionismo, aveva imposto ai nostri prodotti di qualità indirizzati in Usa, caseari e non solo – ricorda il direttore generale del Consorzio Grana Padano –. Rischio che potremmo correre anche il prossimo anno dopo le elezioni americane».

Berni richiama a un principio fondamentale in un mercato libero da forzature. «Un conto sono le regole di trasparenza e garanzia per i consumatori che devono essere messi in condizione di scegliere liberamente e in base all’autenticità – sottolinea  –  e altra cosa sono le applicazioni di dazi rilevanti».

Il direttore generale del Consorzio ha lanciato un appello a tutti i paesi uniti nel gruppo dei G7, ancora a guida italiana. «Per la vicenda Cina faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità usando anche l’occasione del G7 Agricolo che si terrà in Sicilia dal 21 al 28 settembre prossimi e che vedrà noi prodotti Dop protagonisti al fianco del nostro ministro Lollobrigida anche per scongiurare questa corsa ai dazi e ai contro dazi – annuncia  –. Noi siamo a favore della libera scelta del consumatore purché sia essa correttamente informata e legata a prezzi corretti che non vengano eccessivamente gravati da dazi di ingresso. Quindi ci batteremo per questo a tutela dei consumatori italiani e mondiali che non devono vedere la loro capacità di spesa compromessa da costi aggiuntivi di derivazione politica, oltre a quelli fisiologici dettati dalla qualità dei prodotti posti in vendita».

 

 

Grana Padano, no alla guerra dei dazi tra Cina e Ue - Ultima modifica: 2024-08-26T22:40:45+02:00 da Francesca Baccino

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