Aumento del costo degli alimenti, convochiamo il tavolo zootecnico

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Lo chiedono tutti, da Agrinsieme a Coldiretti ad Assalzoo. Lo impongono i conti economici dell’allevamento

 

Le quotazioni dei principali elementi della dieta degli animali sono schizzate ai massimi storici, con il mais che registra il maggior incremento del decennio, mentre la soia ha raggiunto il picco da quasi sette anni. È quanto sottolinea Coldiretti in occasione della diffusione dei dati del Chicago Bord of Trade, il punto di riferimento internazionale per il mercato future delle materie prime agricole.
Secondo Coldiretti le quotazioni nell’ultimo anno sono praticamente raddoppiate, con aumenti del 74% per il mais e del 77% per la soia. “Occorre convocare al più presto il tavolo zootecnico presso il Ministero per individuare strumenti che consentano di fissare i prezzi su valori che non scendano a livelli inferiori ai costi di produzioni sostenuti dalle aziende. L’emergenza Covid ha innescato un cortocircuito sul fronte delle materie prime con rincari insostenibili per l’alimentazione degli animali, quando però vengono riconosciuti in molti casi compensi per la carne e per il latte più bassi degli scorsi anni”.
La situazione è insostenibile, continua Coldiretti, “con il rischio di non riuscire a garantire razioni adeguate agli animali, soprattutto di fronte ad alcune proposte di riduzione dei prezzi del latte alla stalla che mettono in pericolo la sopravvivenza della Fattoria Italia. In gioco c’è il futuro dell’allevamento italiano”.

Prezzo (€/t) del mais secco nazionale ad uso zootecnico. Periodo maggio 2019 - giugno 2021 (fonte: Bmti).

Nell’immediato, conclude la Coldiretti, “bisogna garantire la sostenibilità finanziaria delle stalle con la responsabilità dell’intera filiera, per non perdere capacità produttiva in un Paese come l’Italia che è fortemente deficitario per i prodotti zootecnici; ma c’è anche bisogno di un piano di stoccaggio per le principali commodities, dalla soia al mais, fino all’atteso piano proteine nazionale per l’alimentazione degli animali in allevamento per recuperare competitività al Paese rispetto ai concorrenti stranieri”.
Ma è già dal 21 maggio che Coldiretti e Agrinsieme chiedono al ministro di convocare il tavolo zootecnico, come questo sito aveva documentato anche citando la lettera inviata a Patuanelli da Massimiliano Giansanti. Una richiesta cui si è associata Assalzoo con toni preoccupati.

Assalzoo: la filiera è a rischio

“Con i prezzi delle materie prime agricole alle stelle è diventato economicamente insostenibile per gli allevatori alimentare gli animali, mettendo così a serio rischio una filiera fondamentale dell’agroalimentare italiano”, ha dichiarato Marcello Veronesi, presidente di Assalzoo. “Ci uniamo alle richieste di Agrinsieme e Coldiretti al ministero delle Politiche agricole per la convocazione di un tavolo sull’emergenza latte; ma anche alle richieste di Assocarni e Uniceb perché si apra subito un confronto con la gdo per sostenere le produzioni nazionali. Che un litro di latte fresco italiano valga al supermercato meno di un caffè è inaccettabile”.
Secondo le ultime stime della Fao, sottolinea Assalzoo, aprile è stato l’undicesimo mese consecutivo di aumento dell’Indice dei prezzi dei prodotti alimentari. Dopo una breve flessione in marzo, sono tornate a salire le quotazioni dei cereali (+1,2%), che si assestano su un valore del 26% in più rispetto ad aprile 2020. In particolare, per il mais i prezzi si portano a un livello più alto del 66,7% rispetto a un anno fa. Anche per la soia, principale fonte proteica per l’alimentazione animale, secondo i dati Crefis, i prezzi del prodotto nazionale segnano un aumento di circa il 50% da inizio anno.
“C’è il rischio – aggiunge Veronesi – che il forte aumento delle quotazioni delle materie prime crei un cortocircuito per la zootecnia italiana, che vede i costi di produzione superare nettamente i prezzi di vendita di carni, latte, uova e pesce. Nei mesi scorsi i mangimisti hanno cercato di non scaricare il rincaro delle materie prime sugli allevatori ma, a fronte della consolidata tendenza rialzista, questa posizione diventa ormai impraticabile, con inevitabili conseguenze lungo tutta la filiera”.
Infine “serve rilanciare i consumi interni di prodotti italiani, eliminare tutte le barriere che impediscono ai nostri prodotti di presentarsi sui mercati internazionali a più forte crescita, garantire la sostenibilità finanziaria della zootecnia nel suo complesso e un piano di potenziamento delle produzioni nazionali. È a rischio la sopravvivenza stessa della zootecnia italiana”, conclude Veronesi.

La Cia: il colpo del ko

A sua volta la Cia - Agricoltori italiani ha ricordato come oggi un litro di latte venga pagato alle stalle in media 0,37 centesimi al litro, al di sotto della soglia di sostenibilità finanziaria dei 39 centesimi, sotto la quale è impossibile un margine pur risicato di guadagno.
“Il colpo del ko definitivo – afferma la Cia - potrebbe essere dato dallo shock dei prezzi di soia e mais, schizzati nell’arco di 12 mesi del +55%. In questo periodo, infatti, un quintale di soia è passato dai 45 ai 70 euro, massimo storico dell’ultimo ventennio. Questo aumento indiscriminato delle materie prime impiegate nell’alimentazione del bestiame non permetterà alle filiere di reggere a lungo: basti pensare che circa il 70% dei costi di produzione del latte è imputabile alla mangimistica”.

Sul sito di Terra e Vita

La nostra casa editrice documenta settimana per settimana, ogni lunedì con grande prontezza, l’andamento dei prezzi delle materie prime per l’alimentazione animale.
Lo fa sul sito internet di Terra e Vita, alla sezione “Prezzi agricoli” (il link è: https://terraevita.edagricole.it/prezzi-agricoli/  ). Fonte dei dati la Bmti, Borsa merci telematica italiana, che ringraziamo per la collaborazione.

Aumento del costo degli alimenti, convochiamo il tavolo zootecnico - Ultima modifica: 2021-06-14T08:25:40+02:00 da Giorgio Setti

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