Di Marco Ottolini (direttore di Aop Latte Italia)
La nascita della prima Aop lattiero casearia nazionale, Aop Latte Italia, è stata salutata con particolare favore sia per la novità che per la speranza che qualcosa finalmente cominci a muoversi (le Aop sono previste dalla normativa comunitaria e hanno lo scopo di aggregare sempre più l’offerta e cercare di far avere ai produttori di latte maggior potere contrattuale).
Il 2 dicembre scorso a Montichiari (Bs) vi è stata l’inaugurazione della Aop Latte Italia, la prima del settore, fondata da cinque Op lattiero casearie: Agrilatte, Latte Indenne e Santangiolina per la Lombardia, Agripiacenza Latte per l’Emilia Romagna e Piemonte latte per il Piemonte. (La sigla Op sta per organizzazione di produttori. La sigla Aop sta per associazione di Op. Ndr.)
La sede legale è stata posta a Montichiari. In partenza riuscirà a concentrare un milione di tonnellate latte (poco meno del 10% del latte italiano), di cui oltre 700mila tonnellate destinate a Dop, principalmente Grana Padano. Il consiglio di amministrazione è formato da dieci allevatori; tra questi Carlo Mizzi di Lodi è stato eletto presidente per i primi tre anni.
L’iniziativa è di natura esclusivamente economica. L’attività principe è vendere o trasformare il latte e ricavarne il miglior prezzo possibile escludendo totalmente altri tipi di attività. E’ ovvio che in un contesto fortemente globalizzato è impossibile rimanere estranei alle dinamiche che si manifestano almeno a livello europeo.
Il 2 dicembre, nel corso della presentazione dell’Aop (presenti i tre assessori regionali, il Grana Padano, Assolatte e le organizzazioni di categoria), sono state presentate alcune proposte da portare avanti nell’ambito di un rafforzamento dell’intero comparto lattiero caseario. Di seguito vengono riportati alcuni punti tra quelli di cui si è discusso.
Costi di produzione
Sui costi di produzione vi è una discussione molto accesa, con diversi tentativi di tenerne conto nella determinazione del prezzo. A questi vanno aggiunti gli oneri burocratici: in Italia sono mediamente più alti che negli altri paesi europei. Così come è una verità che in Italia prendiamo mediamente un prezzo più alto degli altri 28 paesi europei.
Esempi di possibili riduzioni dei costi:
- Unica aliquota Iva (4-6%) sui fattori di produzione.
- Uma e incentivazione con riduzione accise sul gasolio agricolo ed energia elettrica.
- Possibilità per le Op di fare le triangolazioni anche e soprattutto sui prodotti per cui oggi non è consentito (medicinali, carburanti, olii, energia elettrica eccetera). Questo consentirebbe di avere un maggior potere contrattuale al momento dell’acquisto dei principali mezzi tecnici che occorrono in agricoltura.
- Studio per approfondire le possibili riduzioni dei costi burocratici.
Pacchetto Latte 2
Altra cosa di cui si fa un gran parlare in questi mesi è il discorso Pacchetto Latte 2, con la possibilità di attivare i fondi mutualistici o le assicurazioni.
Sono strumenti nuovi molto costosi che possono aiutare gli allevatori nei momenti di difficoltà come questi. Vanno studiati e confrontandoci con gli altri potremo vedere di fare delle proposte condivise.
Una cosa però è certa: qualsiasi sia la strada bisogna avere quotazioni univoche e riconosciute a livello nazionale. Un primo passo in questa direzione è avere un’unica commissione nazionale (per le dop, il latte e i derivati) che possa rilevare con puntualità e precisione le quotazioni dei prodotti lattiero caseari in modo da poter poi inserire gli eventuali fondi mutualistici o assicurazioni sui costi di produzione. Questo poi risulterà fondamentale per potersi agganciare all’indicizzazione sul prezzo del latte (una volta che si riuscirà a farla partire).
Rapporti con il consorzio del Grana Padano
Un mercato funziona bene quanto più è organizzato ed efficiente. Nel caso dei consorzi di tutela, questi hanno in mano un potente strumento che è quello della programmazione produttiva. È già applicato e funziona in maniera egregia.
L’unico collo di bottiglia consiste nel fatto di avere alcuni operatori (quasi tutte cooperative) che hanno a disposizione più latte delle quote grana a loro assegnate. Per questi operatori non è molto importante il prezzo del latte in esubero che dovranno collocare sul mercato ma il prezzo del Grana Padano. Purtroppo, con l’abolizione delle quote latte, molti allevatori hanno aumentato e aumenteranno la produzione di latte negli anni futuri. Pertanto il latte che avrà l’esigenza di uscire dal circuito Grana Padano farà sempre registrare quantità elevate.
Noi abbiamo fatto la proposta al Grana Padano di poter gestire tutto il latte che deve uscire, in modo da razionalizzarne l’impiego e fare in modo che abbia il minor impatto possibile con il mercato del latte.
Rapporti con gli istituti di credito
Anche qui vogliamo unificare i rapporti e utilizzare la nostra forza contrattuale per poter migliorare l’accesso al credito per i nostri soci.
Magari cercando anche formule innovative.
Rapporti con le altre Op
Anche sotto questo punto di vista pensiamo che la nostra costituzione sia un punto di partenza e non di arrivo. Siamo aperti a tutte le Op che vorranno seguire il percorso insieme a noi e ci candidiamo a fare da apripista per la costituzione della futura OI italiana. Vogliamo in tutti i modi fare di tutto per mettere in campo quelle professionalità e risorse in grado di far sì che il settore lattiero caseario superi il momento particolarmente difficile che sta attraversando.
Coraggiosamente
Come si può intuire il lavoro da fare è molto e soprattutto difficile. In Italia siamo come sempre un po’ restii alle aggregazioni mentre gli altri paesi europei, ormai da molti anni, percorrono la strada delle aggregazioni.
Ora però, coraggiosamente, qualcosa comincia a muoversi nella speranza che velocemente si possano colmare quelle differenze che ancora incombono per poter avere un settore lattiero caseario ancora più competitivo.
Nella foto, i membri del Cda di Aop Latte Italia. Da sinistra: Giacomo Treccani (Agrilatte), Danilo Lorenzoni (Agrilatte), Luigi Cattaneo (Santangiolina), Luigi Barbieri (Latte Indenne Brescia), Francesco Martinoni (Latte Indenne Brescia), Carlo Mizzi (Santangiolina), Marco Lucchini (Agripiacenzalatte), Guido Bardi (Agripiacenzalatte), Marco Ottolini (direttore Aop), Michele Cerutti (Piemonte latte), Roberto Arru (Piemonte Latte), Roberto Arata (direttore Agripiacenzalatte ma non membro del cda).