Rese più alte col sistema foraggero dinamico

Stefania Pasinato, dell’Università di Torino, ha presentato un caso pratico aziendale, concentrandosi sull’organizzazione del sistema campagna e sulle rese produttive
Un metodo di gestione aziendale che promette agli allevatori di bovine da latte di raggiungere una maggiore produttività e una maggiore sostenibilità. Al centro di questa strategia modalità di alimentazione degli animali che permettano di ottimizzare le performance economiche e ambientali dell’azienda zootecnica

“Il ruolo dei sistemi foraggeri dinamici sulla sostenibilità ambientale ed efficienza produttiva dell’allevamento da latte”, è questo il titolo del webinar presentato il 26 ottobre, organizzato dai ricercatori di Innovamilk. Il progetto triennale di ricerca Innovamilk ha come capofila Arap Piemonte (Associazione regionale allevatori del Piemonte) ed è sostenuto e finanziato da Ager - Agroalimentare e ricerca, l’associazione di Fondazioni di origine bancaria che sostengono la ricerca scientifica di eccellenza a favore dell’agroalimentare italiano.

Questo webinar nasce con l’obiettivo di sensibilizzare e formare gli operatori del settore sui nuovi approcci in allevamento mirati ad una produzione di latte più sostenibile ed efficiente. Il tutto partendo dall’autoproduzione di foraggi in azienda e dalla loro valorizzazione nutrizionale nella dieta per le bovine da latte così da incrementare la sostenibilità economica e ambientale dell’allevamento.
Moderatore dell’incontro è stato Francesco Ferrero, dell’Università degli studi di Torino. In qualità di relatori hanno partecipato Daniele Giaccone e Luciano Comino, dell’Arap, Giorgio Borreani e Stefania Pasinato dell’Università degli studi di Torino.

Chi collabora al progetto

Innovamilk è l’acronimo di “Innovations in Italian Dairy Industry for the enhancement of farm sustainability, milk technological traits and cheese quality”. Ossia innovazione nel settore lattiero-caseario italiano per valorizzare la sostenibilità aziendale degli allevamenti, le caratteristiche tecnologiche del latte e la qualità del formaggio.
Lo stesso Daniele Giaccone aggiunge: «è un titolo ambizioso ma che segue le azioni che nel progetto vogliono essere sviluppate».

Questo progetto, oltre ad avere come capofila l’Arap, vede la collaborazione delle Università di Padova, Torino, Parma, Bolzano, Sassari, di Arav Veneto e del Cnr di Padova. Per la prima volta un progetto di una tale portata viene affidato come coordinamento ad un’associazione regionale allevatori, come ente tecnico, e non a un ente di ricerca.
Lo scopo è quello di sviluppare nuovi modelli di previsione analitici, migliorare la conservabilità dei formaggi, caratterizzare il microbiota dei prodotti lattiero-caseari e promuovere sistemi foraggeri innovativi.

Ottimizzare la foraggicoltura contro la volatilità dei mercati

A partire dal 2007, c’è stata una variazione del rapporto tra i prezzi di soia e mais, fino ad allora costante. Questo ha fatto sì che, con il marcato e progressivo aumento del prezzo della soia, la componente proteica delle razioni abbia influito sempre di più sul costo della razione rispetto alla parte energetica.
Una delle migliori strategie per contrastare la volatilità dei mercati, ossia la variabilità dei prezzi nel tempo, è valorizzare la Sau aziendale tramite autoproduzione di foraggi da destinare alla propria stalla. In tal modo è possibile migliorare i margini economici dell’azienda.

Il “sistema foraggero dinamico” nasce quindi dall’esigenza di rispondere alla volatilità dei mercati e alla necessità di aumentare la produttività in modo sostenibile. Pertanto, esso deve essere sostenibile, dove con sostenibilità si intende sia quella economica dell’azienda che quella ambientale e sociale, e dinamico, così come il mercato, in modo tale che l’allevatore possa decidere cosa gli conviene acquistare da fuori e cosa invece autoprodurre, sulla base dei prezzi di mercato.
Inoltre, deve essere pronto a fornire foraggi di alta qualità, i quali richiedono una particolare attenzione al momento della raccolta e della conservazione.
Infine, per avere un sistema foraggero di successo è fondamentale la collaborazione tra agronomi, nutrizionisti, veterinari ed economisti e la successiva comunicazione soprattutto con il comparto agricolo che deve recepire le innovazioni, così da non subire passivamente gli effetti dei mercati.

Come creare un efficace sistema foraggero dinamico

Il punto di partenza è l’analisi della stalla, del sistema foraggero e del mercato, in quanto il sistema foraggero dinamico deve essere fatto su misura azienda per azienda. Una volta raccolte le varie informazioni, comprensive anche degli obiettivi a breve-medio termine della stalla, e tenendo conto degli aspetti che caratterizzano un sistema foraggero ideale, si va ad organizzare il sistema foraggero dinamico che meglio si adatta alle esigenze dell’azienda presa in considerazione.

sistema foraggero dinamico
Bovini al pascolo

A questo punto si genera automaticamente il sistema alimentare dell’azienda, in cui i foraggi di alta qualità autoprodotti devono rappresentare la base foraggera principale, se non l’unica, dell’alimentazione bovina.
L’ultimo step, imprescindibile, è la valorizzazione dei foraggi aziendali nella razione. Infatti, essendo caratterizzati da alta digeribilità della fibra, elevato quantitativo di proteina e basso effetto ingombro, hanno una fisiologia digestiva differente rispetto ai foraggi di medio-bassa qualità.

Un caso pratico di applicazione

Al webinar Stefania Pasinato, dell’Università di Torino, ha presentato un caso pratico di applicazione del sistema foraggero dinamico: riguarda un’azienda zootecnica piemontese, con una Sau di 64 ettari e un numero di capi pari a 100 bovine frisone in lattazione più altrettante in rimonta.
A partire dal 2016, l’azienda ha rinnovato il sistema foraggero passando da un sistema convenzionale basato sulla coltivazione del mais come coltura principale ad un sistema dinamico che prevede la coltivazione di foraggere prative di alta qualità, con l’obiettivo di andare ad autoprodurre la maggior qauntità possibile di energia metabolizzabile e di proteina per la mandria.
Dai risultati dello studio è emerso che il nuovo sistema foraggero ha mantenuto stabili le rese in termini di s.s. (sostanza secca) rispetto al sistema tradizionale. Tuttavia, è aumentata la quantità di proteina (+22%) e di energia metabolizzabile (+5%) prodotte.
C’è stato dunque un incremento dei nutrienti e degli alimenti autoprodotti (+10%) utilizzati nella razione.
Anche la produzione di latte è aumentata. Nello specifico, è stato registrato un incremento della quantità di latte (+3,2 kg di latte standardizzato al 3,5% di grasso/capo/giorno), ma anche della qualità (+1,8% di grasso e +2,9% di proteine). L’efficienza produttiva, ossia i kg di latte standardizzato al 3,5% di grasso prodotti per ogni kg di ss ingerita, ha subito un incremento dell’8%.

Sostenibilità ambientale ed economica dell’azienda

Non solo produttività. Il nuovo sistema foraggero ha permesso di ridurre per ogni tonnellata di s.s. prodotta gli input di azoto (-37%), di fosforo (-21%) e di potassio (-42%), ma anche i quintali di azoto per tonnellata di latte prodotto. Il tutto ha generato un incremento dell’efficienza di utilizzazione dell’azoto (+12%) e ha permesso di ridurre il surplus azotato (-17%).
La sostenibilità economica è stata analizzata scegliendo il noto parametro l’Iofc, Income over feed costs, ovvero il ricavo che rimane per vacca al netto dei costi alimentari. Con il nuovo sistema foraggero, questo valore è aumentato di 1,80 euro/capo/giorno.

Rese più alte col sistema foraggero dinamico - Ultima modifica: 2020-11-11T10:51:16+01:00 da Lucia Berti

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