La popolazione di vacche Holstein ha raggiunto nel tempo livelli di consanguineità molto elevati, con aumenti del 10% ogni anno. Questo sta portando a una depressione da consanguineità, in particolare per quanto riguarda fertilità, salute e tasso di sopravvivenza della bovina. Con l’aumentare della consanguineità tra gli individui infatti, la probabilità che toro e vacca accoppiati siano strettamente imparentati è sempre maggiore. Inoltre, l’utilizzo di tori selezionati a livello genomico sembra in alcuni casi aumentare la consanguineità.
Le conseguenze che ne derivano sono catastrofiche per l’allevatore che deve fare i conti con una maggiore incidenza di natimortalità, una minore fertilità della vacca, una minore resistenza alle malattie e una minore longevità. Tutto questo ovviamente si ripercuote in modo significativo sul guadagno finale dei produttori.
Come far fronte a questo problema?
La risposta sembrerebbe essere il crossbreeding, una tecnica di accoppiamento che elimina le preoccupazioni della consanguineità. Essa consiste nell’accoppiamento di animali non imparentati, appartenenti a razze diverse. In questo modo oltre agli effetti positivi dei singoli geni delle razze utilizzate nel crossbreeding, i produttori di latte che utilizzano questa tecnica possono aspettarsi un miglioramento delle prestazioni dovuto all’eterosi. Essa porta vantaggi aggiuntivi oltre a quelli dei genitori (razza) ed è particolarmente vantaggiosa per tratti come vitalità, fertilità, resistenza alle malattie e salute. Con l’eterosi è quindi possibile aumentare la velocità di trasmissione dei caratteri che vogliamo migliorare.
Per questo, la tecnica di incrociare vacche Holstein con razze da latte diverse al fine di aumentarne la redditività è salita all’attenzione di molti allevatori a livello internazionale e, a partire dall’interesse suscitato da alcuni pionieri, oggi il crossbreeding è sempre più praticato.
Molti sono gli allevatori appartenenti a diversi Paesi che confermano gli enormi vantaggi economici di cui beneficiano utilizzando questa tecnica.
In particolare, di seguito, vedremo le esperienze di cinque allevatori olandesi che hanno deciso di introdurre la razza Fleckvieh - la pezzata rossa a duplice attitudine allevata in Baviera, Austria, Repubblica Ceca e Italia - all’interno dei propri allevamenti. Essi ci dimostrano che la Fleckvieh è una razza superiore per quanto riguarda salute e fertilità e rappresenta una scelta proficua per un programma di crossbreeding ben strutturato.
Il Fleckvieh crossbreeding tour
I primi giorni di marzo scorso, Bayern Genetik, la più vasta organizzazione di allevatori di razza Fleckvieh al mondo, con sede in Baviera, nelle vicinanze di Monaco, ha organizzato un “Fleckvieh crossbreeding tour” in Olanda.
I partecipanti: sei allevatori italiani, due medici veterinari e la rivista Informatore Zootecnico. L’obiettivo: scoprire tutte le potenzialità di questa razza attraverso il contatto diretto con alcuni allevatori olandesi, pionieri nell’esperienza del crossbreeding Holstein x Fleckvieh.
Alla guida del tour: Martino Ermacora, medico veterinario e Fleckvieh specialist Italy, e Stef Beunk, Fleckvieh specialist Netherlands.
L’azienda Jansen
La prima stalla visitata è stata quella …
L’articolo completo è pubblicato su Informatore Zootecnico n. 12/2016
L’edicola di Informatore Zootecnico