Le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) destinate al rinnovamento del sistema produttivo italiano rappresentano un’opportunità unica, ma ancora poco conosciuta, per gli operatori della filiera della zootecnia da carne. Una filiera importante, perché genera un giro d’affari di circa 30 miliardi di euro. Oicb, l’Organizzazione interprofessionale della carne bovina (in via di riconoscimento), è impegnata a coinvolgere e informare gli operatori della filiera sulle opportunità offerte dal Pnrr, con iniziative itineranti sul territorio. Dopo l’incontro di luglio a Padova, ha organizzato a Bari un secondo convegno nazionale, “Piano nazionale di ripresa e resilienza: quali opportunità per il settore zootecnico”, per illustrare agli imprenditori della filiera zootecnica da carne, con il contributo di Elio Catania, consigliere del Mipaaf, le opportunità possibili grazie ai fondi del Pnrr.
Per Oicb, risorse Pnrr importanti per zootecnia da carne
Gli operatori della filiera zootecnica da carne stanno vivendo tempi molto difficili, ha introdotto il presidente dell’Oicb, Matteo Boso.
«Gli allevatori soffrono un aumento esagerato dei costi delle materie prime, dai mangimi all’energia elettrica. Inoltre la nuova Pac li penalizza fortemente, proprio quando hanno bisogno di un vero sostegno al reddito. I macellatori vengono presi per il collo dalla Grande distribuzione organizzata, che si fa bella delle filiere che rispettano il benessere animale ma non tiene contro del duro lavoro di allevatori e macellatori.
Oggi non si fanno più investimenti, perciò il Pnrr è una opportunità importante. Ma, prima ancora, la politica nazionale ed europea deve dirci se vuole che in Italia si continui a produrre carne. E sottolineo che gli altri Paesi Ue non garantiscono la qualità, la sicurezza e la sostenibilità ambientale che l’Italia sa offrire».
Gli interventi previsti dal Pnrr
Per il settore agricolo il Pnrr prevede risorse complessive per 6,8 miliardi di euro, ha informato Catania. «È un’occasione di accesso a risorse pubbliche che la zootecnia da carne e quindi anche gli allevatori dovranno prontamente cogliere. Gli interventi previsti riguardano: sviluppo della logistica, parco agrisolare, innovazione e meccanizzazione, sviluppo del biogas e del biometano, resilienza dell'agrosistema irriguo, contratti di filiera e di distretto. Tutti, in qualche modo, possono interessare la zootecnia da carne, in particolare il fotovoltaico sui tetti delle stalle, la produzione di biogas e i contratti di filiera.
Da tempo il settore zootecnico italiano ha avviato un percorso di crescita, nella direzione della innovazione e della sostenibilità, che va ulteriormente consolidato. La riduzione delle emissioni negli ultimi anni, il contributo alla produzione di energie rinnovabili con l’utilizzo delle deiezioni, l’ammodernamento tecnologico indirizzato anche a una maggiore tutela del benessere animale, la qualità e la sicurezza alimentare, secondo standard sempre più elevati stabiliti dalla normativa Ue, non hanno paragoni con i Paesi terzi, ma possono essere ulteriormente migliorati attingendo ai fondi del Pnrr».