Il professor Giuseppe Pulina, ordinario di Etica e sostenibilità degli allevamenti all'Università di Sassari, ha messo a punto pochi mesi fa un documento che ha voluto fare chiarezza in merito alla produzione della cosiddetta carne artificiale. Si intitola "Carne artificiale, salute e ambiente: cosa sappiamo e cosa non sappiamo".
Lo aveva consegnato al Senato della Repubblica su richiesta della Commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale. Questa Commissione del Senato glielo aveva chiesto in giugno per poter discutere a ragion veduta del notissimo ddl n. 651 concernente "Alimenti e mangimi sintetici".
Bene, successivamente il professore ha consegnato questa sua presa di posizione, questo suo position paper, anche all'Informatore Zootecnico, per una sua opportuna divulgazione. Il documento è consultabile a questo link: "Carne artificiale, cosa sappiamo e cosa non sappiamo. di Giuseppe Pulina".
Si tratta di un pdf di 15 pagine, un testo arricchito di precisa infografica e di riferimenti bibliografici. Come si potrà vedere, nel paragrafo finale - "Conclusioni" - si legge quanto segue:
"(...) si possono trarre alcune brevi osservazioni:
1. Il processo di produzione della carne artificiale è l’up-grade di analoghe procedure impiegate da decenni nell’industria farmaceutica per la produzione di biotessuti e biofarmaci. La differenza risiede nello scopo della proliferazione cellulare orientata in questo caso alla produzione di cibo e non di presidi sanitari.
2. La complessità di ottenere enormi biomasse (migliaia di tonnellate) in modalità extracorporea, impone lo sviluppo di tecnologie molto complesse e, in quanto tali, fragili e soggette a errori in grado di compromettere non solo il prodotto, ma anche la salute dei cittadini consumatori e dell’ambiente.
3. Seppure i potenziali pericoli siano stati individuati, manca totalmente la valutazione dei connessi rischi per poter procedere in modo corretto all’applicazione dei protocolli standard di analisi-gestione-comunicazione degli stessi.
4. I rischi di natura ambientale derivanti dalla produzione di carni artificiali sono meglio conosciuti di quelli legati alla sicurezza alimentare di questi prodotti. Per quanto finora noto, le stime più benevole basate sulla LCA, riportano un impatto climalterante medio di 2,5 volte superiore per le carni artificiali rispetto a quello del mix di carni oggi prodotte dagli allevamenti zootecnici; stime più precise, tuttavia, suggeriscono impatti decisamente maggiori, da 10 a 50 volte per la carne artificiale rispetto al mix prodotto naturalmente oggi".
Carne artificiale, il position paper di Giuseppe Pulina
Pubblichiamo la presa di posizione del docente dell'Università di Sassari su questo controverso tipo di produzione. Viene messo in evidenza come ne derivino rischi per la salute dei cittadini e per l'ambiente