L’Anci per la biodiversità delle razze cunicole italiane

Il lavoro dell’associazione nell’ambito del progetto Psrn Cun-Fu 2

Il 24 febbraio 2021 è stato approvato il progetto intitolato “La cunicoltura del futuro: Focus su Biodiversità, Benessere e Sostenibilità negli allevamenti cunicoli italiani” presentato dall’Anci nell’ambito della sottomisura 10.2 del Psrn 2020-2023. L’Anci è l’Associazione nazionale coniglicoltori italiani.
Tale progetto, denominato con l’acronimo Cun-Fu 2, comprende una serie di azioni sinergiche miranti alla caratterizzazione fenotipica, genetica e genomica delle razze cunicole italiane. L’obiettivo principale, ci dice il presidente dell’Anci, Sergio Pompa, è quello di valutare e conservare la biodiversità e migliorare le performance produttive e riproduttive dei conigli in allevamento, con particolare riguardo ai temi del benessere animale e alla riduzione dell’impatto ambientale, valutando gli aspetti economici, etici ed ambientali delle diverse attività.

razze cunicole italiane
Il direttore nazionale dell’Anci, Michele Schiavitto, ci illustra tutto il progetto, affermando come nella salvaguardia delle razze cunicole autoctone vengano inclusi sia i tipi genetici autoctoni “Tga” sia le razze cosmopolite appartenenti alla classe “altri tipi”.
Le attività proseguono, grazie al lavoro del personale tecnico dell’associazione e del corpo esperti dell’Anci (nelle foto), presieduto dal vice presidente dell’Anci Matteo Airaghi. Il corpo esperti dell’Anci è composto da oltre venti tecnici formati appositamente per la valutazione e la raccolta dati dei soggetti, presenti in tutto il territorio nazionale. Si avvantaggia del supporto del Dipartimento di Scienze e tecnologie agroalimentari dell’Università di Bologna coordinato da Luca Fontanesi, del laboratorio di Zoocolture dell’Università degli Studi del Molise con Nicolaia Iaffaldano, del Centro di referenza delle malattie dei lagomorfi in Italia con sede presso l’Izsler di Brescia diretto da Antonio Lavazza, oltre che del supporto di Riccardo Negrini, direttore tecnico dell’Associazione italiana allevatori.

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Le attività di cui sopra si svolgono sia presso il Centro Genetico dell’Anci di Volturara Appula (Fg), che presso gli allevamenti di tutti gli iscritti, oltre seicento dislocati in tutta la nazione, oppure nelle mostre ufficiali di registro anagrafico che si svolgono sul territorio, il tutto sotto il diretto controllo del settore Disr VII del Mipaaf.
Tale progetto comprende dieci azioni che interessano la quasi totalità delle razze gestite da Anci, oltre quaranta, sia appartenenti ai Libri genealogici che ai Registri anagrafici con attività specifiche dedicate a ciascuna di esse, e che sono riassunte nella figura 1.
Il progetto terminerà a giugno del 2023 e darà ampio spazio alla divulgazione dei risultati attraverso i canali social, la creazione di un nuovo network di gestione del Registro anagrafico, oltre che attraverso le varie mostre di settore.

La conservazione delle razze

Il patrimonio cunicolo italiano comprende oltre 6mila riproduttori, appartenenti a tutte le razze, affidati agli allevatori custodi iscritti al Registro anagrafico. Questi ultimi rivelano la loro passione e dedizione soprattutto nelle mostre attraverso l’esibizione dei loro soggetti di razza migliori, per i quali spesso ricevono encomi.

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Ed è proprio in queste fiere, vero punto di incontro tra allevatori, tecnici e appassionati del settore, che avviene lo scambio genetico dei riproduttori tra i vari allevatori.
L’attività di conservazione delle razze supportata dal Registro anagrafico a partire dal 2017 è stata rafforzata dall’introduzione di un programma di conservazione (operazioni di controllo e stoccaggio del seme) di tipo ex situ mediante la costituzione della prima criobanca del seme delle razze cunicole italiane, la quale garantisce la conservazione delle risorse genetiche a rischio di estinzione.
Accanto all’esigenza di salvaguardare la biodiversità delle risorse genetiche animali, negli ultimi anni il monitoraggio genetico di tipo “Min” (tramite campionamento minimamente invasivo), mediante la raccolta di peli o tessuti, ha rappresentato una nuova strategia per il monitoraggio di alcune specie e ha permesso di eseguire una corretta valutazione nel tempo di alcune razze a rischio attraverso lo studio di specifici parametri demografici, resi possibili grazie all’uso di tecnologie biomolecolari di nuova generazione.

Gestione sostenibile dell’allevamento cunicolo

Il passaggio da un sistema di tipo rurale a uno di tipo intensivo ha reso il coniglio particolarmente sensibile a patologie che derivano principalmente dai nuovi sistemi di allevamento. Oltre ad essere un mammifero e a possedere un sistema digestivo particolare, infatti, il coniglio presenta un ciclo di produzione breve che comprende alcune fasi importanti quali la lattazione e lo svezzamento e alcuni momenti produttivi che lo espongono a fattori debilitanti e stressanti, rendendolo particolarmente suscettibile all’attacco da parte di patogeni opportunisti (virus e batteri) presenti nell’ambiente di allevamento.

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Fig. 1 - Schema del progetto CUN-FU 2: le attività, i risultati, le dieci azioni

Tali organismi sono favoriti dalla variazione di diverse componenti ambientali quali velocità dell’aria, densità, percentuale di ammoniaca, polveri, temperatura e umidità, fattori che devono essere costantemente tenuti sotto controllo.
Tra le comuni patologie trasmissibili, a causa di un’importante componente genetica, che riducono la qualità della vita del coniglio, ricordiamo la pododermatite ulcerativa, le infezioni dentarie e auricolari soprattutto nei soggetti di piccola taglia, la patologia del megacolon prevalente nelle razze pezzate e infine alcuni difetti genetici come il nanismo che in alcuni casi influiscono negativamente sulle performance riproduttive.

Salvaguardia del benessere animale

Negli ultimi tempi il miglioramento della resistenza genetica nella specie cunicola e in generale in tutte le specie è diventato una tematica di grande risonanza, associata alla riduzione dell’utilizzo di farmaci al fine di impedire lo sviluppo del fenomeno dell’antibiotico-resistenza e favorire il benessere animale.

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Per ridurre o eliminare completamente l’utilizzo di medicinali è necessario ottenere un incremento della robustezza degli animali. Tale fattore corrisponde alla capacità di combinare un alto potenziale produttivo con la resilienza, ossia la capacità di ripresa dell’animale a seguito dell’attacco da parte di patogeni, o in caso di condizioni di stress ambientale.
Questa capacità è particolarmente rilevante nel coniglio, per il quale studi recenti hanno dimostrato l’esistenza di una proprietà intrinseca di resistenza ad alcune malattie associata a fattori ereditari trasmissibili alla progenie.
La selezione degli animali più resistenti può essere fondata sulla semplice analisi del fenotipo registrando lo stato di salute del coniglio e il suo tasso di crescita, oppure correlando il fenotipo con il genotipo attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie biomolecolari che consentono di identificare marcatori genetici di resistenza a determinate patologie da conservare e propagare nella progenie per rafforzare la robustezza del sistema immunitario della specie cunicola e favorire il suo definitivo benessere e la sua sopravvivenza.

L’Anci per la biodiversità delle razze cunicole italiane - Ultima modifica: 2022-10-24T12:10:51+02:00 da Lucia Berti

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