Italia e Francia assieme per contrastare la Psa (Peste suina africana) hanno creato un gruppo di contatto tecnico. A margine del vertice Unione europea-Unione africana dei ministri dell'Agricoltura, in corso fino al 1 ° luglio 2023, a Roma, Francesco Lollobrigida, ministro dell'agricoltura, delle foreste e della sovranità alimentare dell'Italia, e il collega Marc Fesneau, titolare del dicastero dell’Agricoltura in Francia, hanno concordato di incrementare i livelli di cooperazione tra i due Paesi con l'obiettivo di prevenire la diffusione della peste suina africana al di fuori delle zone infettate.
I due ministri hanno annunciato la creazione di un gruppo di contatto tecnico che riunisce esperti di entrambi i paesi in materia di salute animale, fauna selvatica e caccia, a livello regionale e nazionale.
La contiguità dei due Paesi e l’emergenza legata all’aumento dei casi di carcasse di cinghiali trovare positive al virus in Piemonte, Liguria, Lazio e, dal 22 giugno, anche in Lombardia con i due casi accertati nel pavese (Bagnaria e Ponte Nizza), hanno spinto a fare un fronte comune contro il virus della Psa, malattia virale che colpisce i suidi (suini e cinghiali) e attualmente diffusa in diversi paesi europei dal 2014.
Secondo il comunicato «La cooperazione transfrontaliera rappresenta uno strumento centrale nella lotta contro questa malattia, al fine di promuovere lo scambio di informazioni e armonizzare i metodi di sorveglianza e controllo».
Le attività del gruppo di contatto tecnico
L'obiettivo di questo gruppo di contatto tecnico, si legge nel comunicato, sarà quello di coordinare le strategie per prevenire la diffusione della malattia. Le azioni principali saranno:
- organizzare scambi di informazioni tra i diversi livelli regionali e nazionali;
- condividere esperienze sulle modalità di gestione operativa;
- lavorare su strategie comuni, in particolare sulla gestione della popolazione di cinghiali selvatici e sulla sorveglianza della fauna selvatica;
- favorire l'identificazione di progetti scientifici congiunti;
- realizzare una cooperazione operativa per le zone di confine.
Salgono a 831 le positività alla Psa accertate dall’Izs del Piemonte, della Liguria e Valle d’Aosta
Secondo l’Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, della Liguria e Valle d’Aosta al 28 giugno 2023 i casi di positività al virus della Psa sono 831, ossia 30 in più rispetto alla settimana precedente, per venti casi segnalati in Liguria dove il totale cresce a 372 e per dieci in Piemonte dove i casi identificati salgono a 459.
I 20 nuovi casi liguri sono stati rilevati: quindici in provincia di Genova, a Bargagli (tre da inizio emergenza), uno a Casella (sei), quattro a Davagna (sei), due a Genova (otto), uno a Lorsica (primo), due a Montoggio (quindici), due a Neirone (quattro), uno a Rondanina (primo), uno a Torriglia (diciotto); cinque in provincia di Savona, uno a Cairo Montenotte (quattro), uno a Giusvalla (undici), due a Urbe (tredici), uno a Varazze (trentaquattro).
I 10 nuovi casi piemontesi sono stati identificati in provincia di Alessandria: due ad Albera Ligure (tre), uno a Borghetto Borbera (dieci), uno a Cabella (cinque), uno a Carpeneto (dodici), due a Carrega Ligure (diciotto), uno a Fabbrica Curone (due), uno a Gremiasco (due), uno a Sardigliano (primo caso).
In Italia dal 2020 è in vigore il Piano nazionale di sorveglianza passiva, che prevede la sorveglianza passiva nelle popolazioni di cinghiali e negli allevamenti di suini, la gestione della popolazione di cinghiali, la verifica dei livelli di applicazione delle misure di biosicurezza, e campagne di formazione e informazione. Proprio le attività di sorveglianza passiva hanno permesso di rintracciare il primo caso di cinghiale infetto in Italia a gennaio 2022 in Piemonte e Liguria, mentre a maggio 2022 la malattia virale è stata accertata nel Lazio. In Sardegna, dove la malattia è presente sin dal 1978, l’attenzione al problema ha permesso di rendere l’obiettivo dell’eradicazione raggiungibile sul brevissimo periodo.