L’influenza aviaria sembra inarrestabile nel nostro Paese: da quasi due anni sta uccidendo uccelli selvatici, ma anche pollame di allevamento. Sono morti infatti decine di milioni di capi negli allevamenti italiani.
In Inghilterra è stato confermato anche un caso umano positivo. Le autorità sanitarie del Regno Unito hanno assicurato che Allan Gosling, così si chiama l’allevatore colpito dal virus, sta bene ed è in autoisolamento. L'Agenzia per la sicurezza sanitaria inglese ha anche ricordato che la trasmissione dell’influenza aviaria da uccello a uomo è molto rara. Tutti gli uccelli infetti sono comunque stati abbattuti.
Da ottobre 2021 l’influenza aviaria negli allevamenti italiani
Dopo i casi di virus ad alta patogenicità (Hpai) riscontrati negli alcuni uccelli selvatici in moltissimi Paesi Europei e anche in Italia il virus è stato rilevato anche nel pollame domestico, e ha colpito numerosi allevamenti “industriali”, in particolare di tacchini, penalizzando il settore avicolo soprattutto in Veneto e Lombardia.
A partire dal 19 ottobre 2021 erano arrivate le segnalazioni del Centro di referenza nazionale per l’influenza aviaria e la malattia di Newcastle su casi sempre più numerosi di influenza aviaria riscontrati nel pollame domestico. La maggior parte dei virus sono stati identificati come appartenenti al sottotipo H5N1 e hanno coinvolto allevamenti di tipo industriale, soprattutto tacchini da carne situati in provincia di Verona.
In tutti gli allevamenti risultati positivi sono state svolte o sono in corso le operazioni di abbattimento, pulizia e disinfezione. Le misure di controllo generali e specifiche nelle zone di protezione e di sorveglianza sono state implementate come previsto dal regolamento Delegato 687 del 2020.
L’influenza aviaria corre in Europa
La situazione epidemiologica in Europa resta preoccupante e conferma sempre nuovi casi di positività, per l’influenza aviaria ad alta patogenicità, in volatili selvatici e nel pollame domestico in Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Svezia, Ucraina, Bosnia Erzegovina, Ungheria, Norvegia, Francia, Romania, Belgio, Bulgaria, Croazia, Slovacchia, Svizzera, Austria, Lussemburgo, Portogallo, Irlanda del Nord, Grecia, Slovenia e Spagna.
Nel 2020 - 2021 i Paesi europei sono stati colpiti da un’epidemia di Influenza aviaria causata da sottotipi H5n1 e H5n8. Secondo il Centro di referenza nazionale per l’influenza aviaria e la malattia di Newcastle si tratta di «una delle più vaste e durature epidemie di ad alta patogenicità che si siano mai verificate in Europa e ha praticamente interessato la quasi totalità dei paesi europei inclusa l’Italia».
Da dove arriva?
Nel 2021 in riferimento al sottotipo H5n1 nella popolazione di pollame domestico sono stati riscontrati 280 focolai e negli uccelli selvatici 614, mentre per il sottotipo H5n8 ha interessato 105 focolai nei domestici e 191 nei selvatici.
L’influenza aviaria, come spiega sempre il Centro di referenza nazionale (Crn) per l’influenza aviaria e la malattia di Newcastle, è dovuta alla migrazione di uccelli selvatici, principalmente dal nord est Europa (Russia , Kazakistan , Mongolia) portatori del virus senza manifestarne i sintomi, ma in grado di trasmetterlo al pollame domestico che presenta forme molto gravi e spesso mortali.
Allevatore inglese del Devon infettato dalle anatre malate di influenza aviaria
Alan Goslin, come riporta il Sun, avrebbe contratto il virus stando a stretto contatto con 160 anatre che accudiva a Buckfastleigh, nel Devon. Al momento l'uomo sta bene, ma è stato messo in isolamento e le sue anatre son ostate abbattute. Non risultano altre persone infette, neanche tra i suoi stretti familiari.
Secondo Paul Wigley dell’Università di Liverpool probabilità di trasmissione umana per il virus dovrebbe essere bassa. «L’influenza aviaria come il sierotipo H5, è estremamente infettiva per gli uccelli, ma è molto improbabile che possa trasmettersi da persona a persona».
Le specie maggiormente colpite al momento in Inghilterra sono oche, anatre e cigni. Di questi ultimi, sono stati trovati due esemplari morti a Windsor, di proprietà della Regina Elisabetta.