Al via il concorso Ovinus

concorso Ovinus
Agostino Cicalò, presidente della Cciaa Nuoro, uno degli enti che hanno organizzato Ovinus
“Ovinus” è il primo concorso internazionale dei formaggi ovini, organizzato da diversi enti della Sardegna. Domande di partecipazione entro il 10 dicembre 2019. La premiazione avverrà l’8 marzo 2020

L’Italia si trova al quinto posto nella graduatoria mondiale nella produzione di formaggi ovini. La Sardegna rappresentata da 12 mila aziende agropastorali, le quali allevano quasi 3 milioni di pecore, che forniscono oltre 3 milioni di quintali di latte di latte di pecora e la sua trasformazione in prodotti dop. Visti i risultati la Sardegna non poteva non organizzare e curare “Ovinus”, il primo Concorso internazionale dei formaggi ovini.
Secondo gli intendimenti degli organizzatori (Laore Sardegna, Consorzio per la tutela del formaggio Pecorino Romano dop, Consorzio per la tutela del formaggio Pecorino Sardo dop, Consorzio per la tutela del formaggio Fiore Sardo dop, Oilos, Camera di commercio di Nuoro) con Ovinus si vuole incrementare e promuovere la cultura casearia dei formaggi ovini, favorendo lo scambio e il confronto degli operatori.


La domanda di partecipazione potrà essere presentata entro e non oltre le ore 24 del 10 dicembre 2019. La partecipazione è totalmente gratuita. La premiazione avverrà l’8 marzo 2020. I recapiti del Comitato responsabile del Concorso Ovinus sono questi: concorso@ovinus.it ; press@ovinus.it ; 345.9253524 ; 392.9476097.
Due sono le classi dei prodotti ammessi: una dedicata ai formaggi dop e una open class, riservata a formaggi non a denominazione d’origine protetta. Nove le categorie per entrambi le classi: freschi, breve stagionatura (inferiore a 2 mesi), media stagionatura (tra 2 e 4 mesi), medio/lunga stagionatura (tra 4 e 6 mesi), lunga stagionatura (tra 6 mesi e 12 mesi), lunghissima stagionatura (oltre 1 anno), erborinati, a crosta fiorita o a crosta lavata, aromatizzati.

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Tra i relatori anche il professor Angelo Frascarelli, dell’Università di Perugia, uno dei più autorevoli autori dell’Edagricole.

Il Concorso Ovinus ha il merito di far conoscere il latte di pecora, le sue produzioni di qualità, attraverso una sfida con le altre produzioni ovine di qualità internazionali. Vi sono tutti i presupposti per la riuscita del Concorso al fine di creare nuove occasioni di confronto al fine di aumentare e di far conoscere la conoscenza e il consumo di formaggi derivati da latte di pecora livello regionale, nazionale e internazionale.

Un seminario a Nuoro

La città di Nuoro, poi, è stata la sede di una tre giorni (25,26,27 settembre) con la partecipazione di una qualificata selezioni di giornalisti (Italia, Spagna, Giappone, Francia) e operatori commerciali stranieri che hanno conosciuto la realtà agropastorale dell’isola, con pregi e difetti. Questo incontro fa parte di un educational tour, un ciclo di eventi itinerante, organizzato dagli stessi organizzatori di Ovinus, che ha l’obiettivo di presentare questo concorso.
Nella prima giornata di questa tre giorni con ospiti anche stranieri, tenutasi presso la Camera di commercio di Nuoro, è stata fatta un’attenta disamina del comparto ovicaprino regionale attraverso il seminario “Scenario competitivo del comparto lattiero caseario ovino”, con la presenza di autorevoli esperti sardi e nazionali. In apertura i saluti del presidente della Camera di commercio, Agostino Cicalò, secondo il quale “il confronto con i produttori di tutto il mondo è fondamentale per la crescita del comparto. Questo nostro incontro con gli imprenditori stranieri è un buon viatico verso la prospettiva di una maggiore diffusione dei prodotti caseari a base di latte di pecora”.

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Due momenti della visita degli operatori e giornalisti che hanno partecipato all’evento alla cooperativa Lacesa (Latteria C entro Sardegna), che si trova a Birori (Nu). Questo stabilimento produce, fra l’altro, Pecorino Romano dop e Pecorino sardo dop. E’ un azienda medio grande; i soci della cooperativa sono 450.

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Interessanti i saluti dei rappresentanti dei consorzi di tutela dei formaggi ovini dop: Annalisa Uccella per il Consorzio del Pecorino sardo dop, Leonardo Tilocca per il Consorzio del Pecorino Romano dop, Antonio Sedda per il Consorzio del Fiore sardo dop e Salvatore Pala per Oilos, l’Organismo interprofessionale del latte ovino sardo.
Tra gli esperti che hanno parlato il 25 settembre c’era anche Roberto Furesi dell’Università di Sassari, Dipartimento di Agraria, il quale ha spiegato le sfide che ci attendono nei prossimi anni il comparto ovino: “Dalla sicurezza alimentare, nel senso che si dovrà essere in grado di produrre alimenti salubri e nutrienti per la popolazione, al previsto incremento demografico mondiale, che andrà sfamato, si parla di un +25% nel 2050. La domanda di prodotti alimentari di origine animale dovrebbe dunque raddoppiare, ma il comparto dovrà considerare anche i cambiamenti climatici, le patologie animali e l’aumento del consumo di formaggio. Questa prospettiva a lungo termine vale per tutti i formaggi e non solo per quelli derivati dalla pecora, dove si sta sostituendo il latte con il formaggio. Si aprono quindi spazi interessanti per la produzione ovine e tipiche”.

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Tre esempi dei numerosi formaggi prodotti dalla cooperativa Lacesa.

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Si tratta di realtà spesso piccole e locali, che hanno degli indubbi vantaggi, in termini di trasporto e di costi risparmiati, con una benefico riflesso sull’ambiente locale. Conclude Furesi: “Questa tutela si trova nelle dop, che costruiscono un piccolo monopolio di mercato: ci sono studi che indicano come i prodotti con tale denominazione abbiamo poi un premio di prezzo sul mercato, il 20-25% per l’azienda e sino al 50% per il consumatore finale”.
L’altro relatore, Angelo Frascarelli dell’Università di Perugia, docente di Economia Agraria, ha spiegato che la nuova Pac avrà ricadute positive per l’isola: nella sua versione definitiva, ancora in approvazione, gli importi degli incentivi previsti per ogni ettaro di terreno posseduto saranno uniformati in tutta Italia. Gli agricoltori sardi e gli allevatori sardi, a prescindere dal tipo di terreno posseduto, riceveranno quanto i loro colleghi del resto d’Italia, passando dai circa 190 euro a ettaro attuali a 300 euro.
“A cambiare non sarà solo la Pac - ha rimarcato Frascarelli - ma anche la lettura dell’agricoltura: oggi il futuro è l’agricoltura smart. A chiederlo sono i consumatori e il mercato, con la domanda di un’alimentazione che faccia risparmiare tempo e denaro, rispettando l’ambiente. Il mercato chiede che si possa comprare a distanza e ricevere il prodotto a casa propria. E’ necessario che la produzione ovina in Sardegna sia smart, cioè veloce, innovativa, pronta a rispondere alle esigenze del consumatore. Anzi penso che non si debba vendere solo il Pecorino romano, ma anche la Sardegna e il suo ambiente”.

C’era anche Origin Italia

La promozione e la tutela delle produzioni, in particolare di quelle a denominazione di origine protetta, avviene attraverso i consorzi di tutela, come ha riflettuto Leo Bertozzi di Origin Italia (Associazione italiana consorzi indicazioni geografiche), il quale ha spiegato: “I consorzi sono strumenti organizzativi non fini a se stessi, ma hanno il compito importante di riunire tutti gli attori della filiera per raggiungere il medesimo obbiettivo. Attori che spesso hanno interessi contrastanti, si pensi ad esempio il pezzo del latte: chi lo vuole ben remunerato e chi lo vuole acquistare ad un basso costo per trasformarlo. Ma il bene comune è far si che il prodotto sia tutelato e si venda: e un vantaggio per tutti”. Il consorzio ha molteplici poteri, “può fare praticamente tutto tranne che vendere o produrre: i suoi compiti sono la tutela e la valorizzazione del prodotto, la promozione e l’organizzazione del settore e in Italia, a differenza di altri Paesi Ue, ha anche compiti di vigilanza”.
Massimiliano Venusti, rappresentante di Laore Sardegna, ha ricordato e sottolineato il regolamento del concorso: “Stiamo lavorando a un progetto che ci auguriamo porti risultati positivi per tutto il comparto. Al concorso possono partecipare tutte le aziende con riconoscimento o registrazione europea e le aziende di tutto il mondo in regola con le normative di produzione”.
Ha chiuso i lavori del seminario Tonino Selis, direttore generale dell’Agenzia Laore Sardegna, che ha precisato “che la crescita e la qualificazione delle nostre produzioni passano proprio da occasioni come questa, basate sul confronto e, soprattutto, sulla competizione”.
La giornata successiva è stata dedicata un interessante e proficuo educational tour a Birori e Gavoi, specificatamente con una visita allo stabilimento produttivo di Pecorino Romano dop presso la cooperativa Lacesa di Birori (Nu). I dirigenti del caseificio hanno spiegato le particolarità della produzione, che vanta la lavorazione dei tre tipi di latte (vacca, capra e pecora) che vengono conferiti dai 450 soci. Proficua la visita all’interno dello stabilimento.
La giornata è poi proseguita al Museo del Fiore Sardo in località di Gavoi. Il fiore sardo è solo uno dei 31 formaggi italiani a denominazione di origine protetta, ma è l’unico formaggio ovino italiano prodotto con latte crudo. Questo tipo di formaggio si produce soprattutto nella Barbagia di Ollolai. Ma la maggiore produzione è concentrata a Gavoi, dove vengono prodotti annualmente circa 3mila quintali e venduto in tutto il mondo.
La giornata si è conclusa con un laboratorio sensoriale di presentazione dei formaggi ovini dop della Sardegna in abbinamento con i vini del territorio. Questo servizio promozionale è stato curato dall’Agenzia Laore Sardegna. Infine l’ultima giornata era indirizzata a un laboratorio sensoriale per gli operatori della ristorazione.

Al via il concorso Ovinus - Ultima modifica: 2019-10-30T09:57:44+01:00 da Lucia Berti

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