L’Aia (Associazione italiana allevatori) è intervenuta, su specifico invito, all’audizione informale che si è svolta il 5 febbraio scorso in II Commissione Giustizia alla Camera dei deputati per l’esame, in sede referente, delle proposte di legge “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni per l’integrazione e l’armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali” a firma dei deputati Brambilla, Dori, Rizzetto e Bruzzone.
Una delle proposte (Brambilla) all’articolo 7 introduce l’abrogazione delle “leggi speciali in materia di animali”. In particolare, si chiede la cancellazione dell’articolo 19-ter del Regio Decreto 601 del 1931 che attualmente dispone che i reati contro gli animali di cui al Titolo IX bis del Codice Penale non trovano applicazione nei casi previsti dalle leggi speciali per alcune attività, tra le quali l’allevamento, il trasporto e la macellazione del bestiame.
In una memoria depositata durante l’audizione l’Aia ha fatto rilevare che l’abrogazione di queste leggi speciali – concepite non per favorire uno specifico settore, ma per tenere distinte le attività di impresa legate all’allevamento dalla tenuta di animali a fini di affezione e compagnia – configurerebbe un nuovo quadro normativo nel quale sarebbero penalmente perseguibili alcune delle normali attività svolte nell’esercizio dell’impresa agricola-zootecnica.
Alcune fattispecie delittuose come l’uccisione di animali, come ha specificato Aia, verrebbero equiparate alle pratiche straordinarie (ad esempio, alla macellazione d’urgenza in allevamento per evitare sofferenze all’animale), e ordinarie delle attività agricole. L’Aia non condivide neppure l’articolo 11 che attribuisce a guardie zoofile lo svolgimento di funzioni per le quali, perlomeno nel caso degli allevamenti zootecnici, sono indispensabili competenze specifiche sulle tecniche e sulle tipologie di allevamento, sulle razze allevate, sulle norme di biosicurezza, di sicurezza sul lavoro che è necessario osservare in allevamento.