Aaum, più aggregazione nel segno della continuità

La prima assemblea dei soci dell’Associazione allevatori Umbria e Marche ha confermato come presidente Fabrizio Soro, già presidente dell’Ara Umbria

Auum
Il neopresidente dell’Aaum, Fabrizio Soro, già presidente dell’Ara Umbria dal 2018
A oggi l’Associazione conta quasi 1.500 associati che detengono gran parte delle specie di interesse zootecnico allevate. Per numero di allevamenti è il comparto del bovino da carne ad avere il maggior numero di aziende iscritte

Si è concluso il lungo percorso iniziato nel 2022 che ha portato, per aggregazione territoriale dell’Associazione regionale allevatori dell’Umbria, alla costituzione dell’Aaum (Associazione Allevatori dell’Umbria e delle Marche).

Il progetto ha interessato in maniera fattiva amministratori, allevatori e tutti gli attori che ruotano attorno al sistema allevatoriale guidato dall’Aia. Grazie a questo straordinario sforzo congiunto è stato possibile individuare gli obiettivi e la strada da perseguire al fine di organizzare una struttura unica che possa offrire servizi, dare il giusto sostegno alle realtà allevatoriali ed essere, quindi, un punto di riferimento per tutti gli allevamenti delle due Regioni.

Al termine delle assemblee territoriali, il 3 luglio scorso, si è svolta l’assemblea generale che ha eletto il nuovo Consiglio composto da 15 consiglieri. Il 16 luglio si è invece svolto il primo Consiglio Direttivo che all’unanimità ha eletto e, quindi, confermato alla carica di

presidente dell’Associazione Fabrizio Soro, già presidente dell’Ara Umbria dal 2018. La scelta del nuovo Consiglio conferma il buon lavoro fatto fino a oggi e apre a un futuro di sfide che la nuova governance dell’Aaum riuscirà sicuramente a cogliere al fine di poter rispondere al meglio alle sfide ed opportunità che il settore zootecnico riserva agli allevatori.

Iscrizioni, bovini da carne i più numerosi

All’unanimità sono stati eletti alla carica di vicepresidente Carla Rotini e Alba Alessandri. A oggi l’Associazione conta quasi 1.500 associati che detengono gran parte delle specie di interesse zootecnico allevate. Per numero di allevamenti è il comparto del bovino da carne ad avere il maggior numero di aziende iscritte; in linea con quella che risulta essere la vocazione territoriale delle due regioni, che si identificano nell’allevamento delle razze Chianina e Marchigiana realizzando prodotti di elevata qualità. Seppur in misura minore per numero di allevamenti, ma non meno importante per numeri di capi allevati e produzione risulta essere il comparto latte che gioca senza dubbio un ruolo strategico all’interno dell’Associazione. Gli interessanti stimoli che provengono dal settore sono stati accolti dal nuovo Consiglio e dagli allevatori, tutti consci che il comparto zootecnico riveste e rivestirà un ruolo centrale nel raggiungimento degli obiettivi strategici delle programmazioni europee e regionali.

Basti, infatti, pensare che attraverso gli Ecoschemi introdotti con la nuova Pac circa il 48% delle risorse destinate ai 5 Ecoschemi saranno destinate al comparto zootecnico. Un settore sotto attacco da diversi fronti, ma che è in grado di reagire in maniera costruttiva, ribaltando in toto quelle falsità che sono alla base dei princìpi dei detrattori del sistema zootecnico.

Produrre alimenti di alta qualità in modo sostenibile è questa la vera sfida che spetta al comparto zootecnico, sostenibilità che deve essere intesa nel senso più ampio del termine: sostenibilità ambientale, economica e sociale, attraverso l’introduzione di fattori all’interno del sistema produttivo che siano in grado di garantire tali obiettivi. Una zootecnia che prende dal passato il legame con il territorio e la tradizione, ma che è in grado di guardare al futuro grazie anche all’utilizzo consapevole della tecnologia, una zootecnia che agisce localmente, ma pensa globalmente, che dialoga con tutti gli attori del settore me va incontro alle nuove esigenze del mercato.

In quest’ottica la zootecnia diventa non solo produttrice di beni, ma anche produttrice di servizi ecosistemici che sono in grado quindi di avere una ricaduta positiva nei confronti della società civile. Oltre al presidente Soro (Perugia) ed i due vicepresidenti Rotini (Terni) e Alessandri (Macerata), il nuovo Consiglio è così composto: Fabrizio Barbarossa (Ancona), Augusto Cancellieri (Pesaro Urbino), Nella Carocci (Terni), Stefano De Carolis (Perugia), Paolo Franciosa (Perugia), Luigi Ipericon (Terni), Nicola Marcucci (Perugia), Mauro Mei (Perugia), Carmelo Mezzasoma (Perugia), Salvatore Piredda (Perugia), Luca Saccomandi (Pesaro Urbino), Alberto Taglioni (Perugia).

Aaum, più aggregazione nel segno della continuità - Ultima modifica: 2024-09-26T11:34:19+02:00 da Francesca Baccino

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