In arrivo un vaccino contro l’influenza aviaria H5N1

Dopo due casi di uomini contagiati dal virus dell'influenza aviaria ad alta patogenicità negli Usa sono in corso le attività per produrre un vaccino

vaccino
L'obiettivo è proteggere gli avicoli e le vacche, ma anche gli operatori del settore, ossia allevatori, veterinari e tecnici che possono essere a contatto con il virus ad alta pagenicità

L'influenza aviaria può contagiare gli esseri umani e anche le vacche, non solo gli avicoli, com'è accaduto di recente negli Usa dove il virus H5N1 ha infettato di recente due uomini e a marzo 2024 si era scoperto il contagio anche nelle vacche da latte. Secondo le ricerche dell'università del Wisconsin livelli elevati del virus influenzale sono stati accertati anche nel sistema respiratorio dei topi.

Per questo sia negli Stati Uniti Usa, in attesa di conoscere la sequenza genetica del virus, che in Europa sono in corso diverse attività di ricerca per produrre vaccini contro l'influenza aviaria H5N1 che potrebbero essere utilizzati per proteggere sia il pollame che i lavoratori lattiero-caseari, veterinari e tecnici di laboratorio a rischio.

Lo riferisce la Reuters sul suo sito, citando funzionari governativi, dopo un paio di casi di contagi scoperti nell'uomo negli Usa. Secondo gli esperti , questa mossa potrebbe ridurre la minaccia di una nuova pandemia. La scorsa settimana è stata coinvolta in questa operazione la compagnia farmaceutica Csl Seqirus.

Una prima produzione di 4,8 milioni di dosi di vaccino negli Usa

Funzionari sanitari europei hanno detto a Reuters che sono in trattative per acquisire il vaccino prepandemico di Csl. Dawn O' Connell, vice ministro del ministero Sanità americano responsabile della preparazione e la risposta alle emergenze aveva già indicato che il governo Usa aveva iniziato a valutare una prima produzione per circa 4,8 milioni di dosi di vaccino.

In Europa attenzione da parte della Commissione Ue

Alta l'attenzione anche in Europa. «Stiamo monitorando da vicino la situazione relativa all'influenza aviaria e collaboriamo con i nostri partner, come gli stati membri e l'Ecdc. L'ultima valutazione da parte dell'Ecdc rivela che il rischio di contagio per gli esseri umani è basso, ma continuano monitorare» ha spiegato il portavoce della Commissione Ue, Stefan de Keersmaecker, durante l'incontro quotidiano con la stampa a Bruxelles.

Dopo la diffusione di un ceppo di influenza aviaria H5N1 ad alta patogenicità (HPAI) in alcuni allevamenti di bovini da latte degli Stati Uniti l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IzsVe )ha precisato che il Laboratorio di referenza europeo (EURL) per l’influenza aviaria presso l’IzsVe  al momento non s riporta casi nei bovini e nell’uomo in Italia e nella Ue.

Stanziate risorse per il settore negli Usa

Appena venerdi' scorso il dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti ha varato un secondo pacchetto di aiuti economici per gli allevatori di bovini e produttori lattiero-caseari che stanno gestendo l'emergenza aviaria. Il primo intervento era stato licenziato lo scorso 10 maggio e conteneva misure per gliallevatori le cui mandrie erano risultate positive al virusA/H5N1.

Ora, si sono aggiunti incentivi economici destinati anche a chi non è stato colpito dall'influenza aviaria. In particolare, la misura contiene risorse per attuare piani dibiosicurezza negli allevamenti, rimborsi per le spese veterinarie connesse ai controlli per l'aviaria e all'invio dei test ai laboratori dedicati. Infine, sono previsti finanziamenti per compensare la perdita economica derivante dal calo dellaproduzione di latte negli allevamenti le cui mucche abbiano contratto l'influenza aviaria. Intanto secondo le ultime rilevazioni, è salito a 58 il numero di allevamenti colpiti dall'aviaria.

Virus passa anche alle vacche, per la prima volta scoperti casi negli Usa

È arrivata dagli Usa, il 25 marzo 2024, intanto, la notizia che il virus sia stato trasmesso anche alle vacche, per la prima volta: i funzionari federali del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti hanno infatti annunciato che un ceppo di influenza aviaria ad alta patogenicità è stato rilevato nelle vacche da latte. È accaduto in Texas, Kansas e Michigan, dove un numero imprecisato di esemplari sono risultati positivi al ceppo H5N1 dell'influenza aviaria.

Virus dell'influenza H5N1 riscontrato anche nei topi

L'influenza aviaria è stata rilevata anche nei topi a cui sono stati somministrati campioni di latte crudo provenienti da mucche infettate dall’influenza H5N1: sono stati, infatti, individuati livelli elevati di virus negli organi respiratori, e livelli più bassi in altri organi vitali.

Lo svelano i risultati pubblicati sul New England Journal of Medicine dai ricercatori dell'Università del Wisconsin-Madison e del Texas A&M Veterinary Medical Diagnostic Laboratory, che hanno condotto uno studio finanziato dai Nih (National institutes of health) americani. Anche il consumo di latte crudo da parte degli animali potrebbe rappresentare, dunque, secondo i ricercatori universitari, un rischio di infezione da H5N1.

In arrivo un vaccino contro l’influenza aviaria H5N1 - Ultima modifica: 2024-05-28T12:54:29+02:00 da Francesca Baccino

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