Via libera al bilancio preventivo 2023 e alle "leve di flessibilità" del Piano di regolazione offerta 2023-2025 del Parmigiano Reggiano. Il verde è scattato all’Assemblea generale dei Consorziati della Dop che si è svolta il 14 dicembre 2022, presso il Teatro Municipale Romolo Valli di Reggio Emilia.
La plenaria ha deliberato un bilancio record con 56,5 milioni di euro di ricavi. Sul totale, 17 milioni di euro andranno a coprire i costi di funzionamento del Consorzio, mentre le risorse destinate alle attività saranno, al netto di accantonamenti, ammortamenti e tasse, 39,5 milioni.
«Necessario vendere tutta la produzione del 2021»
«Il 2023 sarà un anno molto importante, caratterizzato da grandi sfide – ha affermato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano –. Per affrontare i problemi legati alle incertezze macroeconomiche causate dal conflitto in Ucraina, al caro energia, all’incremento del costo delle materie prime e a un’inflazione crescente che ridurrà il potere d’acquisto delle famiglie, la parola chiave sarà stabilità. Per ottenere questo obiettivo, sarà fondamentale fare squadra: dovremo infatti collocare sul mercato la produzione più alta della Dop, quella del 2021, riuscendo sia a mantenere il Parmigiano Reggiano a un prezzo concorrenziale, in modo che sia accessibile alle famiglie, sia a difendere la redditività delle aziende, che hanno già subito l’aumento dei costi di produzione.
«Pertanto, per sostenere e sviluppare la domanda, abbiamo previsto – ha concluso – un piano articolato di investimenti in comunicazione e sviluppo domanda, soprattutto sui mercati esteri, quelli che negli ultimi anni hanno rivelato una potenzialità maggiore. Questa incertezza economica va governata insieme, passando dalla logica del singolo caseificio a quella del “noi” del Consorzio, per creare nuovi sbocchi di mercato e garantire il futuro della Dop».
Le leve di flessibilità alleggeriscono gli importi dei pagamenti di chi produce di più
Durante l’assemblea sono state anche discusse proposte più tecniche che riguardano il Piano Regolazione Offerta 2023-25. In particolare, sono state approvate le proposte di applicazione delle leve di flessibilità dei parametri di avvio del Piano, che riguardano la riduzione dell’“Importo Unico Base” (da 25 a 12,5 euro al quintale), la riduzione dell’“Importo Grande Splafonatore” (da 40 a 30 euro al quintale) e la riduzione dello “Sconto Scolmatura” al 20% dell’Importo Unico Base in vigore nel 2023. Sono stati inoltre aggiornati i criteri di gestione e accesso ai plafond.
«La difesa della Sovranità alimentare – ha detto Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste intervenendo in un video-collegamento – è la possibilità di scegliere i nostri sistemi di produzione e dare al consumatore finale cibo di qualità. Questa è la sfida che abbiamo voluto raccogliere: preservare, difendere e valorizzare le nostre produzioni uniche».
Nel corso del suo intervento il ministro ha evidenziato come sia volontà del Governo Meloni porsi in Europa come Nazione che difende e tutela il sistema produttivo italiano, le imprese e il legame tra il modello produttivo e la cultura. «Il mio impegno e la volontà del Governo - ha ribadito il ministro Lollobrigida - è quello di rimanere al fianco delle imprese sul piano del sostegno rispetto ai costi di produzione e nel contrasto ad alcuni elementi degenerativi come i prodotti sintetici e standardizzati» .
Investimenti per marketing e comunicazione 34,2 milioni di euro
Entrando nel dettaglio del bilancio per il 2023 gli investimenti per azioni di marketing e comunicazione saranno pari a 34,2 milioni di euro, con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo della domanda in Italia e all’estero. Relativamente agli investimenti promozionali, una decisa accelerazione sarà rivolta al pilastro “Mercati esteri” del Piano Marketing, con investimenti per 14,2 milioni di euro (contro gli 11,9 milioni del 2022 e i 9 milioni del 2021), e i restanti 20 milioni saranno allocati negli altri sei pilastri per Piano Marketing legati ad attività orizzontali, allo sviluppo del marchio e alla campagna pubblicitaria in Italia.
Investimenti per 3,3 milioni di euro saranno destinati ai seguenti programmi: “Premium 40 Mesi” per sostenere il segmento del Parmigiano Reggiano a lunga stagionatura (nello specifico, 1,9 milioni), agli investimenti in attrezzature per i Centri raccolta latte (0,7 milioni) e a progetti di miglioramento del benessere animale e della sostenibilità (0,7 milioni).
«La difesa della sovranità alimentare è la possibilità – ha dichiarato ancora Lollobrigida – di scegliere i nostri sistemi di produzione e dare al consumatore finale cibo di qualità. Questa è la sfida che abbiamo voluto raccogliere: preservare, difendere e valorizzare le nostre produzioni uniche. Il Parmigiano Reggiano è una delle nostre eccellenze, uno dei prodotti più conosciuti legati al territorio. Oggi l’Italia in Europa si presenta con la consapevolezza che è fondamentale difendere il nostro sistema produttivo, le nostre imprese e il legame tra il nostro modello produttivo e la nostra cultura. Non bisogna mai dimenticare che dietro ogni nostra azienda c’è economia, modello di sviluppo ma c’è anche e soprattutto un elevatissimo livello culturale che è legato al rapporto tra uomo, terra e produzione di cibo».
«L’Emilia-Romagna è il cuore agroalimentare del Paese – ha dichiarato Alessio Mammi, assessore all’Agricoltura e agroalimentare, caccia e pesca della Regione Emilia-Romagna, – e il Parmigiano Reggiano è uno dei protagonisti di questa grande storia di tradizione e di innovazioni, poiché sa coniugare sviluppo economico, lavoro, sostenibilità del territorio e delle produzioni, e cultura del cibo. I prodotti agroalimentari sono la seconda voce di export dell’Emilia-Romagna, dopo la meccanica e i motori».
«Le nostre Dop e Igp - ha aggiunto l’assessore - valgono alla produzione 3,6 miliardi di euro e il Parmigiano Reggiano rappresenta la fetta più ampia e diffusa di questa eccellenza. Ma il Parmigiano Reggiano non è soltanto un asset vincente sul piano economico: la sua diffusione in territori rurali complessi, come ad esempio l’Appennino, contribuisce allo sviluppo di quei luoghi e garantisce il reddito agli imprenditori agricoli, che in questo modo possono scegliere di rimanere in montagna e produrre. Un ringraziamento speciale va al Consorzio di produttori per l’incessante attività di tutela e promozione del nostro formaggio: un impegno quotidiano che contribuisce a valorizzare la Dop e a consolidare posizioni sui mercati internazionali, anche in questa complessa fase di congiuntura economica determinata dalla guerra e dai rincari di energia e materiali».