Partito il primo carico di mais dall’Ucraina

Coldiretti segnala che la prima nave partita con 26mila tonnellate di mais dal porto di Odessa salva anche le stalle italiane

magazzino porto con mais
L'Italia, come ha sottolineato il presidente di Coldiretti, Prandini, ha ridotto di quasi un terzo la produzione di mais negli ultimi 10 anni

Partita la prima nave con 26mila tonnellate di mais dal porto di Odessa diretta in Libano alla quale ne seguiranno altre sulla base dell’accordo raggiunto tra Nazioni Unite, Turchia, Ucraina e Russia per assicurare i traffici commerciali nei porti del Mar Nero.

Lo ha segnalato Coldiretti sottolineando che la partenza delle navi di cereali sul Mar Nero è importante anche per salvare le stalle italiane. L’Ucraina, infatti, con una quota di poco superiore al 13% per un totale di 785 milioni di chili è il secondo fornitore di mais dell’Italia che è costretta ad importare circa la metà del proprio fabbisogno per garantire l’alimentazione degli animali negli allevamenti.

La ripresa del passaggio delle navi cariche di cereali sul Mar Nero è importante anche per combattere la carestia in ben quei 53 Paesi dove. secondo l’Onu, la popolazione spende almeno il 60% del proprio reddito per l’alimentazione. Un importante contributo alla stabilità politica proprio mentre – sostiene la Coldiretti – si moltiplicano le tensioni sociali ed i flussi migratori, anche verso l’Italia.

Siccità si associa al blocco delle forniture e ai rincari

Un commercio particolarmente importante per l’Italia in cui senza precipitazioni rischiano di dimezzare i raccolti nazionali di foraggio e mais destinati all’alimentazione degli animali a causa del caldo e della siccità che – sottolinea la Coldiretti - hanno colpito duramente la Pianura Padana dove si concentra un terzo della produzione agricola nazionale e circa la metà degli allevamenti dai quali nascono formaggi e salumi di eccellenza Made in Italy.

Una situazione che – continua la Coldiretti - insieme al blocco delle forniture dall’Ucraina ha determinato preoccupazioni per gli approvvigionamenti ma anche forti rincari in una situazione in cui i costi di produzione nelle stalle italiane sono cresciuti del 57% secondo il Crea, mettendo in ginocchio gli allevatori nazionali.

L’Ucraina – precisa la Coldiretti – garantisce invece appena il 3% dell’import nazionale di grano (122 milioni di chili) mentre sono pari a ben 260 milioni di chili gli arrivi annuali di olio di girasole, secondo l’analisi su dati Istat relativi al commercio estero 2021.

Italia ha ridotto di un terzo produzione di mais in 10 anni

 «L’Italia è costretta – ha affermato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini – ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che hanno dovuto ridurre di quasi un terzo la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni. Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali ma – conclude Prandini – serve anche investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità, contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici».

 

Partito il primo carico di mais dall’Ucraina - Ultima modifica: 2022-08-01T17:32:56+02:00 da Francesca Baccino

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