Nelle date del 20 e 22 maggio, dedicate rispettivamente alla “Giornata Nazionale della Biodiversità agricola e alimentare” e alla “Giornata Mondiale della Biodiversità”, Aia e Sistema allevatori nazionale hanno colto l’occasione per ricordare il proprio impegno a favore della tutela della biodiversità animale di interesse zootecnico, e anche dell’ambiente in cui essa viene conservata e valorizzata grazie al lavoro degli allevatori.
I due progetti caposaldi attraverso i quali si sta espletando in questa direzione l’azione di Aia e del Sistema allevatoriale nazionale sono “Leo”, avviato nel 2018 e che procede verso la realizzazione di una piattaforma digitale per la zootecnia italiana unica nel suo genere, e quello denominato “Allevamento Custode”, concepito interamente per preservare la biodiversità dei nostri animali di interesse zootecnico e dell’ambiente in cui vivono.
Quest’ultimo, di cui abbiamo già scritto in queste pagine, è partito con grande soddisfazione ed entusiasmo con le esperienze realizzate dalla Associazione Allevatori Campania e Molise. Un approccio di sistema, quindi, che coinvolge anche le associate territoriali.
“La crisi Covid – afferma il presidente Aia, Roberto Nocentini – non ha fermato il nostro lavoro sulla biodiversità animale di interesse zootecnico. Con il Progetto Leo ci proponiamo di dare il nostro contributo alle strategie avviate dalla Commissione europea per la Biodiversità e per la Sicurezza alimentare, strategie che caratterizzeranno le politiche comunitarie da qui al 2030. L’enorme mole di dati, di informazioni e di conoscenze rese disponibili con il Progetto Leo consentiranno di elaborare efficaci azioni a tutela della biodiversità, di individuare nuovi e più precisi parametri per la valutazione del benessere animale, di misurare correttamente l’entità delle emissioni in ambiente e nell’atmosfera dalle attività connaturate alla zootecnia. La ripresa della nostra economia, anche dal punto di vista della valorizzazione ambientale, turistica ed enogastronomica passa pure attraverso la funzione strategica della zootecnia italiana, sia perché esprime una percentuale rilevantissima dell’agroalimentare italiano, sia per ciò che rappresenta in termini di garanzia di qualità, sicurezza delle produzioni, biodiversità, distintività, eccellenza”.
Aggiunge il direttore generale Aia, Mauro Donda: “L’Italia può contare su un patrimonio incredibilmente vasto di biodiversità anche in ambito zootecnico, la cui tutela rappresenta la salvaguardia di un patrimonio di inestimabile valore tecnico, sociale, etico e culturale. Si tratta di una ricchezza di razze, di caratteri genetici e morfologici che sono arrivati fino a noi e che si sono preservati nei secoli grazie agli allevatori che hanno valorizzato le specifiche caratteristiche di determinate specie, nonché la tipicità e unicità delle produzioni da esse derivanti, spesso legate da un filo indissolubile con i rispettivi territori. Inoltre, la biodiversità della zootecnia italiana costituisce un patrimonio genetico ricchissimo, di cui apprezzeremo ancor più concretamente il valore nel prossimo futuro. All’interno del progetto Leo stiamo trattando i dati di ben 58 razze bovine (tra queste anche la specie bufalina, con la razza Bufala Mediterranea Italiana), per oltre 3 milioni e 130 mila animali, 46 ovine (oltre 52 mila e 800 animali), 38 caprine (121 mila animali)”.
Anche il Veneto in prima linea
Sul Progetto Leo anche il Veneto è in prima linea, come ha dichiarato nell’occasione il presidente Arav Floriano De Franceschi, condividendo il messaggio di Aia sul valore della biodiversità.
Alcune delle razze simbolo tra quelle inserite nel Progetto Leo - ha ricordato Arav - sono allevate anche in Veneto o solo in Veneto, dalle bovine Burlina, Grigio Alpina, Pinzgauer, Rendena, alle ovine Alpagota, Brogna, Lamonese, Vicentina o Foza, fino alle caprine Bionda dell’Adamello, Camosciata delle Alpi, Frisa Valtellinese, Maltese, Murciana, Rustica di Calabria. C.M.
Sardegna, ricco patrimonio
Nelle giornate dedicate alla biodiversità è stata protagonista anche la Sardegna, regione importante poiché annovera ben 12 razze autoctone, di cui 3 bovine (Sarda, Bruno-Sarda, Sarda-Modicana), 2 ovine (Sarda e Nera di Arbus), 2 caprine (Sarda e Sarda primitiva), una suina (Sarda), 2 equine (Giara e Sarcidano) e 2 asinine (Sardo e Asinara).
Il presidente dell’Associazione allevatori della Regione Sardegna, Luciano Useli Bacchitta, ha rimarcato, oltre al Progetto Leo, “il lavoro quotidiano dei tecnici e dei soci”, con i quali si darà un importante contributo alla salvaguardia e valorizzazione delle biodiversità zootecniche della regione. C.M.