L’allevamento caprino e la sua particolare filiera rappresentano una peculiarità di grande interesse nell’ambito del settore lattiero-caseario regionale. Una nicchia produttiva che ha le sue radici nella storia zootecnica del Friuli Venezia Giulia ma che, nonostante l’interesse crescente da parte dei consumatori, non gode ancora di grande notorietà.
Nasce, dunque, con l’obiettivo di colmare questo gap il marchio “Cuore caprino-100% Friuli Venezia Giulia” presentato recentemente dall’Associazione allevatori Friuli Venezia Giulia (Aafvg) insieme all’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale (Ersa).
Un percorso orientato alla qualità
Il marchio interessa, in questa fase, un gruppo di otto aziende attive nelle province di Udine, Pordenone e Trieste, con oltre 600 capi di bestiame i quali, si stima, rappresentino circa il 50% della produzione lattiera Friuli Venezia Giulia. Sono allevamenti che, sotto la supervisione dell’Aafvg, hanno intrapreso negli ultimi anni un percorso fortemente orientato alla qualità sia dell’allevamento che della trasformazione. Il marchio è frutto del confronto tra queste otto realtà, espressione del loro legame con il territorio, garanzia di salubrità e ancora degli aspetti etici che caratterizzano l’allevamento.
«Per noi questo è un evento storico - ha detto il presidente del gruppo di allevatori caprini, Dimitri Zbogar, titolare dell’omonima realtà zootecnica a Sgonico (Ts) -. Il settore caprino in Friuli Venezia Giulia è sempre stato in seconda o terza posizione, nonostante sia tra i più vecchi del mondo. Oggi con il marchio si prende la sua rivincita. In questo momento, “Cuore caprino” raggruppa otto aziende, ma ce ne sono altre 15 che ancora non soddisfano tutti i requisiti previsti dal nostro regolamento. L’auspicio – ha concluso Zbogar – è che il marchio sia loro di stimolo e porti ad allargare il gruppo nel prossimo futuro».
Valorizzare i prodotti della zona
Obiettivo del marchio è quello di identificare le produzioni locali dalle crescenti proposte commerciali che hanno spesso dubbia provenienza. Nessun dubbio d’ora in avanti, invece, sulle produzioni Friuli Venezia Giulia. I consumatori troveranno il marchio “Cuore caprino” sulle caciotte fresche e stagionate fino a 12 mesi, sugli erborinati come il blu di capra, e ancora su stracchino, ricotta fresca e affumicata fino al latte fresco e pastorizzato, yogurt, budino, panne cotte e gelato.
Le caratteristiche degli allevamenti che aderiscono al circuito “Cuore Caprino 100% Friuli Venezia Giulia” sono quelle di svolgere la propria attività in regione, di condurre l’allevamento nel rispetto del benessere animale, operare in filiera corta con trasformazione in azienda del latte prodotto e vendita dei derivati, trasformare il latte in locali e modalità idonei a garantire la sicurezza igienico-sanitaria del prodotto.
«Cuore caprino è un sodalizio esemplare - ha detto il neo assessore alle risorse agroalimentari, Stefano Zannier, nel suo intervento - anche nei confronti di altre realtà del settore primario, perché dimostra il desiderio di fare massa critica, di innovarsi e di crescere di un gruppo di allevatori che ha creduto in un'idea stimolata dalle attese dei mercati».
Una caciotta d'eccellenza
L'assessore, poi, ha ringraziato l'Ersa per l'assistenza tecnica offerta a questo gruppo di allevatori nei dieci anni che sono stati necessari per concretizzare un percorso del quale il marchio “Cuore caprino” è il risultato di eccellenza. L’Agenzia regionale non si è limitata a fornire il supporto tecnico alle aziende le quali spesso, soprattutto se di piccole dimensioni, non possono investire in ricerca e innovazione. Si è invece spinta a favore dell'individuazione di un fermento tipico, con la collaborazione dell'Università di Udine e dell'Istituto zooprofilattico delle Venezie, che consentirà di realizzare una caciotta di alta qualità, in grado di caratterizzare la produzione e assicurare una identità al prodotto caprino del Friuli Venezia Giulia.