Recentemente e come ogni anno, l’Assonapa (Associazione nazionale della pastorizia), in collaborazione con l’agenzia regionale Agris, ha pubblicato gli indici genetici degli ovini di razza sarda. Dalla loro analisi si evince come il miglioramento genetico della razza in Sardegna si conferma, rispetto alle altre razze lattifere nazionali ed estere, il più efficace in Italia e tra i migliori a livello europeo.
I dati sono stati ottenuti attraverso la misurazione del latte prodotto dagli ovini iscritti al Libro genealogico distribuiti in tutta Italia, di cui 99% con sede nell’isola. Numeri significativi perché i miglioramenti ottenuti in questi allevamenti d’élite vengono poi diffusi negli oltre 15mila allevamenti non iscritti presenti in tutta Italia. Un esempio è la diffusione della resistenza alla Scrapie che vede la Sardegna allineata a paesi come la Francia, la Gran Bretagna e l’Olanda. Una malattia, simile alla encefalopatia spongiforme nei bovini, grazie a un programma di selezione avviato nel 2004, ha permesso che il 65% degli animali iscritti al Libro genealogico siano divenuti resistenti e rappresentino il serbatoio da cui gli allevamenti non iscritti al Libro acquistino bestiame per aumentare la resistenza delle loro greggi.
Nel 2016 è stata registrata nella sola Sardegna la produzione di oltre 180 mila capi ovini in 801 allevamenti (83% della consistenza totale degli ovini iscritti a livello nazionale), che si aggiungono a un archivio di oltre 3.147.000 di lattazioni annuali registrate dal 1983 a oggi.
«Annualmente - afferma il presidente dell’Aipa della province di Sassari e Olbia Tempio, Aras e Assonapa, Stefano Sanna - si producono gli indici genetici di circa 250 nuovi arieti e 37 mila nuove pecore. Nell’isola, si stima che gli arieti attivi negli allevamenti iscritti con indice genetico per la produzione di latte (prova di progenie con 15 figlie in produzione) siano attualmente 720 di cui circa 215 rappresentino l’élite della razza, tutti con genotipo resistente per la Scrapie. L’attività di selezione ha consentito di incrementare negli ultimi 10 anni il valore genetico medio della popolazione di circa 1,6 litri all’anno. Ciò significa - continua Sanna - che ogni nuova generazione, solo per il migliore assortimento dei geni favorevoli alla produzione di latte, produce 1,6 litri di latte in più della generazione dell’anno precedente e quindi 16 litri in più rispetto alla generazione di 10 anni prima».
Secondo il presidente dell’Aipa di Cagliari, Eraldo Pisano - per poter giungere a questi importanti risultati e consentire agli allevamenti ovini l’aumento della qualità e della quantità della produzioni per capo, e quindi migliorare l’efficienza aziendale, è necessaria una costante raccolta di dati che è a cura dei controllori zootecnici del Sistema allevatori della Sardegna (associazioni provinciali e interprovinciali)».
Leggi l’articolo su Informatore Zootecnico n. 5/2017
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