Ad aprile 2015 si è tenuta a Bruxelles la cerimonia di chiusura del progetto Awin (www.animal-welfare-indicators.net), finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del Settimo programma quadro per la ricerca. Grazie alla stretta collaborazione di 11 partner (nove europei e due extraeuropei), durante i quattro intensi anni di lavoro sono stati realizzati cinque protocolli di valutazione del benessere in campo per diverse specie e categorie zootecniche: capre da latte in allevamenti intensivi, pecore da latte e da carne in allevamenti intensivi ed estensivi, cavalli di più di cinque anni stabulati in box singoli, asini di più di un anno stabulati in gruppo, tacchini in accrescimento in allevamenti intensivi (figura 1).
L’Italia ha visto in prima linea i ricercatori del Laboratorio di benessere animale, etologia applicata e produzioni sostenibili (http://sites.unimi.it/animalwelfare) del dipartimento di Medicina veterinaria (Dimevet) dell’Università degli Studi di Milano, coordinati dalla professoressa Canali (figura 2).
I protocolli sono tutti liberamente scaricabili dal sito del Laboratorio.
Il caso della capra da latte
L’allevamento della capra da latte è in grande ascesa in Europa grazie alla buona rusticità e adattabilità della specie, alla relativa economicità rispetto all’allevamento della vacca da latte e grazie al sempre maggiore interesse da parte dei consumatori per il latte e i prodotti derivanti dalla sua trasformazione.
La diffusione degli allevamenti di capre da latte non è però omogenea in tutta Europa. Esistono, infatti, Paesi in cui la capra è tradizionalmente allevata da molti anni, si pensi alla Francia e alla Grecia, con allevamenti altamente intensivi nel primo caso e più rurali nel secondo, e Paesi in cui l’allevamento della capra da latte si può considerare emergente, come l’Italia. Questa rapida crescita del settore e un aumento della specializzazione là dove il comparto era già ampiamente sviluppato, hanno però evidenziato la necessità di intervento per colmare alcune lacune. Ad esempio, poche informazioni sono a disposizione riguardo al benessere di questa specie e ancora più scarsi sono i dati epidemiologici della popolazione allevata.
Quello che però sappiamo è che si tratta di un settore dinamico, in cui c’è ancora molto da fare e che per questo si presta benissimo ad accogliere con entusiasmo qualche innovazione.
E poiché viviamo in un mondo ipertecnologico fatto di smartphone e app perché non rendere facilmente accessibile la raccolta di dati di benessere, offrendo uno strumento utile al veterinario nella sua pratica quotidiana, al tecnico nelle attività di supporto e all’allevatore per migliorare la gestione dei suoi animali?
Un’app per valutare il benessere delle capre da latte
Al termine del progetto Awin, i ricercatori si sono trovati ad avere sviluppato un protocollo facile da utilizzare e apprezzato da tutto il mondo operativo, ma ancora troppo distante dalla pratica quotidiana. Nasce, quindi, l’idea di trasformare quel protocollo sviluppato per valutare il benessere delle capre adulte in lattazione in un’app in grado non solo di raccogliere i dati, ma anche di analizzarli automaticamente in tempo reale. A maggio 2015, le ricercatrici del Laboratorio di benessere animale, etologia applicata e produzioni sostenibili del Dimevet, Mattiello e Battini, in collaborazione con i ricercatori della Facoltà di Medicina veterinaria dell’Universidade de Lisboa in Portogallo, Stilwell e Vieira prendono contatto con gli informatici della Daia Intelligent Solutions S.L. in Spagna e iniziano a sviluppare la app.
La app viene resa pubblica e liberamente scaricabile per sistemi Android nel dicembre 2015 (AwinGoat, Google play store). La app è attualmente solo in lingua inglese, ma su richiesta del portale capre.it (www.capre.it) è stato realizzato un semplice video tutorial in italiano per spiegarne l’utilizzo.
Come funziona l’app
La app è composta da tre sezioni principali:
- le schede di raccolta degli indicatori diretti di benessere;
- un questionario rivolto all’allevatore per raccogliere informazioni aggiuntive sulle strutture e la gestione aziendale;
- i grafici finali dei risultati (figura 3).
Nella sezione 1, l’utente inserisce i dati dell’azienda e le caratteristiche del recinto che sta valutando, come il numero di animali in lattazione presenti (figura 4), e la app lo conduce passo per passo nella raccolta dei dati (figura 5). Al termine della sezione 1, l’utente può scegliere se procedere alla compilazione del questionario o visualizzare immediatamente i risultati (figura 6). Nel caso scelga il questionario, troverà domande riguardanti le strutture (spazi in mangiatoia, numero di abbeveratoi), la gestione dell’azienda (personale presente, routine di mascalcia) e i dati produttivi e riproduttivi (età al primo parto, cellule somatiche). Questi dati, pur non essendo necessari alla valutazione del benessere che nei protocolli Awin si basa solo su indicatori diretti rilevabili sugli animali, servono a integrare le informazioni creando un quadro completo che consenta di individuare le relazioni esistenti tra un problema di benessere negli animali e cause ambientali o gestionali, quali ad esempio una struttura sottodimensionata o una scarsa preparazione del personale presente in stalla.
Al termine del questionario, l’utente torna alla sezione 3 in cui può visualizzare i risultati. Questi sono illustrati in maniera semplice e intuitiva e presentati come confronto tra l’azienda valutata e altre della stessa tipologia (allevamenti intensivi di capre da latte) i cui dati sono stati raccolti durante il progetto Awin (figura 7).
A questo punto, l’utente se interessato può inviare i dati raccolti durante la valutazione del benessere e il questionario al proprio indirizzo email, dove riceverà dei file in formato Excel da salvare nel proprio computer. I dati restano archiviati nella app fino a che l’utente non decide di rimuoverli.
Quali vantaggi per l’utente
La app AwinGoat è stata sviluppata per le necessità di diversi utenti e per raggiungere differenti obiettivi. Da un lato veterinari e tecnici hanno a disposizione uno strumento in grado di fornire in tempo reale un’analisi accurata, precisa e oggettiva dello stato di benessere degli animali di un’azienda. Questo facilita e migliora il dialogo con l’allevatore perché temi quali la gestione dell’allevamento o il rispetto della condizionalità possono essere subito discussi insieme sulla base dei dati raccolti. Dall’altro lato, AwinGoat può diventare uno strumento indispensabile per l’allevatore che può così monitorare costantemente lo stato di benessere dei suoi animali e confrontarlo con aziende simili. AwinGoat, e i protocolli Awin, non danno valori soglia o giudizi finali, ma solo medie e percentuali positive da confrontare (ad esempio, percentuale di capre decornate correttamente, percentuale di capre con un mantello in buone condizioni). La valutazione del benessere deve, infatti, servire da stimolo e non essere in alcun modo punitiva o penalizzante. In quest’ottica, comparare la propria condizione con quella di altre aziende della stessa tipologia serve a rendersi conto di dove si può migliorare e di dove invece si è migliori della media delle aziende campionate in Europa.
Verso un database globale
AwinGoat è attualmente utilizzata da 163 utenti in tutto il mondo e il numero di download è in continua e costante ascesa. Nonostante questi risultati positivi, perché la valutazione del benessere animale entri in maniera definitiva nella routine di gestione dell’azienda, è importante che sempre più utenti adottino questo stesso strumento. In questo modo le valutazioni effettuate da un veterinario in Svezia potrebbero essere confrontate sulla base degli stessi parametri con le valutazioni effettuate in Grecia.
La raccolta di un grande numero di dati potrebbe poi contribuire a formare un database globale d’informazioni costantemente aggiornato e indirizzare così scelte e decisioni in materia di benessere animale
(*) L’autrice è del Dipartimento di Medicina Veterinaria (Dimevet) dell’Università di Milano, Laboratorio di benessere animale etologia applicata e produzioni sostenibili.
L’articolo completo di grafici è pubblicato su Informatore Zootecnico n. 18/2016
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