Nessuna intesa tra Regioni e Governo sul fondo per gli interventi nel settore lattiero caseario che dovrebbero ammortizzare gli effetti dello stop alle quote latte. Il coordinamento degli assessori all’Agricoltura della Conferenza permanente Stato-Regioni, infatti, ha rinviato la proposta di decreto del Mipaaf sul fondo finanziario, sollecitando il governo a formulare una proposta diversa.
In prima fila, a contestare la proposta governativa, l’assessore all’agricoltura del Veneto, che insieme ai colleghi di Lombardia e Piemonte ha bocciato l’idea di un “prelievo di solidarietà” tra allevatori.
I rappresentanti delle Regioni hanno verificato l’impossibilità di individuare modalità di utilizzo che permettano una gestione amministrativa efficiente delle risorse del fondo. Ma ancor prima hanno espresso dubbi sull`opportunità stessa di crearlo, posto che, come spiega l’assessore veneto Giuseppe Pan, “attualmente il fondo non ha consistenza e probabilmente solo a gennaio 2018 potrebbe esserne definita una prima ripartizione. Inoltre le procedure per il recupero delle multe sulle quote latte imputate in eccesso e non riscosse, che dovrebbero alimentare il fondo, hanno tempistiche non definibili in quanto passibili di contenzioso. Infine, la ridefinizione di una nuova modalità di ridistribuzione del prelievo in eccesso potrebbe tener conto di quanto rilevato dai Tar, che hanno accordato la sospensiva ai ricorrenti rilevando elementi di incostituzionalità della normativa di riferimento, che impone un prelievo pari a 100 milioni quando gli obblighi comunitari richiedono un pagamento pari a 30 milioni”.
Gli assessori all’agricoltura delle Regioni e delle Province autonome, conclude l’assessore veneto, “hanno chiesto un incontro entro maggio con la Commissione agricoltura del Senato per predisporre un disegno di legge più appropriato e rispondente alle reali esigenze del settore. Gli allevatori stanno attraversando difficoltà pesantissime, e in parecchi casi letali per la loro azienda, e chiedono che il Senato si attivi per lo stato di crisi. Il fondo per interventi nel settore ad oggi è vuoto, a zero risorse: è impensabile rimpinguarlo con i soldi di chi è già in crisi e sta morendo. Sarebbe come togliere sangue a chi sta morendo dissanguato”.