La variazione climatica si caratterizza ormai per prolungate siccità primaverili-estive accompagnate da elevate temperature, così che la risorsa acqua diviene sempre più preziosa e costosa. A questo si aggiunge l’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia, che hanno stravolto tutti i costi agronomici, in particolare delle colture estive, e quindi anche quelli dell’alimentazione zootecnica.
Sulla base di queste considerazioni è necessario che l’allevatore riesca a trovare soluzioni più sostenibili e in grado di garantire la redditività. Sotto questo profilo risulta inderogabile sostituire parte delle colture a semina primaverile estiva, eccessivamente costose, con i cereali autunno vernini, che richiedono meno input nutrizionali. E che si avvantaggiano, per il loro naturale ciclo, dell’acqua che madre natura ancora ci garantisce nel periodo invernale-primaverile.
Inoltre le aziende situate in aree irrigue possono far seguire un secondo raccolto di mais, sorgo o soia, in funzione delle diverse strategie imprenditoriali.
È proprio da queste considerazioni che cresce l’interesse nei confronti del frumento foraggero da inserire nei piani colturali (in rotazione o sostituzione al mais) specialmente per le vacche da latte.
Un esempio? Un’applicazione di successo di questa scelta foraggicola è quella dell’azienda Corte Guerrina di Mantova. Uno dei conduttori dell’azienda, Alberto Ettori, ci racconta la propria esperienza in questo video:
Frumento foraggero, una valida integrazione
Essiccato o insilato, il frumento foraggero come alimento può essere somministrato a vacche in lattazione, manze e vacche in asciutta. Vediamo i vantaggi:
- il ciclo autunno vernino del frumento non richiede irrigazione;
- minori costi di concimazione, spesso sono sufficienti le matrici aziendali: i liquami o letame;
- minore dipendenza dai concentrati recuperando energia dai foraggi, a costi inferiori;
- migliore riparto dei lavori in campagna, con cantieri di lavoro meglio distribuiti e più efficienti;
- facilità di conservazione;
- doppio utilizzo degli stessi silos a trincea;
- dieta che favorisce l’ingestione;
- maggiore qualità nel latte (grasso e proteine);
- miglior gestione dei vari rischi agronomici in annate sfavorevoli;
- maggiore produzione annua di alimenti;
- in rotazione con mais per la lotta alla diabrotica;
- minore rischio di micotossine nel latte.
La varietà Ludwig
La varietà austriaca Ludwig ha per prima caratterizzato il segmento del grano foraggero. A partire dal 2010 La Cerealtecnica (Ud), in accordo con la Karntner Saatbau di Klagenfurt (Austria), ha iniziato a diffondere la varietà di frumento Ludwig, e similari del gruppo Ludwig & Co., specialmente nell’ area padana. Introducendo tale frumento nella razione delle vacche da latte proprio per le sue speciali caratteristiche che rispondevano esattamente alle aspettative degli allevatori.
Il capofila Ludwig è una varietà austriaca (costituta nel 1997), classificata “grano di forza”, che ha trovato in Italia la sua seconda vita. Introdotta in Italia dal 2005 a sostegno dell’industria molitoria, ha riscosso grande successo presso alcuni allevatori del Modenese - comprensorio del Parmigiano Reggiano - come utilizzo da foraggio.
La sua diffusione nell’intera pianura padana, sia come fieno che come trinciato, è avvenuta per le sue peculiari caratteristiche, in primis l’altezza, da 135 a 150 cm, accompagnata da una buona resistenza all’allettamento e a un ciclo medio-tardivo che garantiva stabilità produttiva negli anni. Il risultato è una produzione elevata di biomassa sull’ordine di 40-55 t/ha al 30% di s.s..
In sintesi, ecco le performance del frumento Ludwig:
- Produzioni di foraggio sull’ordine di 12-13 t/ha di s.s. al 12-13% umidità.
- Produzioni di biomassa sull’ordine delle 45-50 t./ha (33% di s.s.)
- Rispetto al loietto, la raccolta è posticipata di circa 15 giorni, tale da cadere in un periodo in cui risultano maggiori le probabilità di bel tempo per una buona fienagione e conseguente eliminazione dei rischi di autocombustione per eccessiva umidità.
- Il suo ciclo medio-tardivo consente un lasso di tempo maggiore per la raccolta rispetto al loietto. Il periodo di sfalcio risulta più ampio, potendo essere raccolto dalla maturazione lattea a quella cerosa.
- Il rapporto fibra/proteine risulta ben equilibrato tale da renderlo alternativo al loietto.
- Libera il terreno nella terza decade di maggio-prima decade di giugno, in tempo per una possibile seconda semina di altra foraggera o soia.
Le caratteristiche nutrizionali
La particolarità di Ludwig & Co. ai fini nutrizionali è che la fibra del foraggio risulta molto digeribile, scompare velocemente dall’ambiente ruminale e lascia spazio per un’ulteriore ingestione da parte dell’animale. Questo risultato porta a massimizzare l'ingestione della sostanza secca giornaliera da parte delle vacche da latte, che come noto rimane uno dei principali fattori limitanti la potenzialità produttiva degli animali.
Dal punto di vista nutrizionale le caratteristiche del frumento da foraggio sono quelle tipiche delle graminacee e variano in funzione delle concimazioni organiche e chimiche, dello stadio di maturazione della coltura al momento dello falcio e delle tecniche adottate nell’organizzazione dei cantieri di raccolta e stoccaggio (fienagione o insilamento).
Quest’ultimo aspetto riveste un ruolo fondamentale sulla qualità finale del foraggio, perché i tempi di esposizione in campo per la fienagione o di pre-appassimento per i prodotti insilati quando ben gestiti (quindi ridotti in modo adeguato), possono contenere i processi ossidativi e di respirazione a carico degli zuccheri, che troveremo nei fieni o che serviranno per stabilizzare gli insilati.
La qualità dei foraggi di frumento raccolti a partire dalla maturazione lattea fino alla maturazione cerosa sono risultati molto simili per cui risulta ampio il periodo di raccolta. Per quanto riguarda il contenuto proteico merita osservare che entrambi i foraggi presentano contenuti discreti (7,8-9,2 % s.s.) e superiori di circa 1-2 punti percentuali a quelli generalmente riscontrati per l'insilato ceroso di mais.
Pertanto, sotto il profilo proteico, una base foraggera con foraggi di frumento riduce la necessità della integrazione proteica della dieta per bovine da latte, rispetto a quelle a base di mais.
I foraggi di frumento Ludwig si caratterizzano per un elevato contenuto di fibra NDF (61-64 % ss) e pertanto la valutazione della quantità complessiva di NDF degradato nel rumine (NDFD) è un elemento cruciale nella stima del loro apporto in energia netta. I risultati di NDFD presentano valori medio alti (51-55 %) se si considerano i range di variazione dei numerosi alimenti zootecnici testati.
Produttività e costi
Il confronto tra la produttività e i costi di produzione dell’insilato di mais e quelli dell’insilato di frumento porta a dedurre che, a fronte di una maggiore potenzialità produttiva del silomais (19 t s.s./ha) rispetto a quella del frumento (13,5 t s.s./ha), si contrappone un sempre minor costo di quest’ultimo riferito a €/t.
Il frumento dimostra di rappresentare sicuramente un ottimo compromesso tra produttività (espressa in tonnellate di sostanza secca per ettaro) e le sue caratteristiche qualitative. Le esperienze maturate forniscono agli allevatori-agricoltori le giuste e utili conoscenze circa le specie e varietà dei foraggi da inserire nei piani di razionamento delle bovine da latte. Il frumento, nelle sue specifiche varietà, rappresenta un ottimo materiale per coniugare quantità e qualità, favorendo il contenimento dei costi delle razioni e la produttività della stalla.
Scelta fatta da persone molto intelligenti