Ridurre i costi di produzione mantenendo elevate le performance produttive attraverso la produzione aziendale di alimenti ad alto valore aggiunto. È la strategia portata avanti in questi anni dagli allevatori che hanno sposato il progetto Dairy Self e hanno mantenuto altamente remunerativa la produzione di latte.
Dairy Self è il servizio di consulenza tecnica promosso dall’Associazione regionale allevatori Piemonte (Arap) per tutti gli allevatori da latte, con il supporto del Forage Team dell’Università degli Studi di Torino (referente scientifico prof. Giorgio Borreani).
Dairy Self abbina la stalla e la campagna in un sistema, con l’obiettivo di produrre, a costi competitivi sui terreni aziendali, i migliori alimenti energetici e proteici da destinare alla mandria, con un elevato valore di sostituzione in razione e con la finalità di ridurre gli acquisti sul mercato. Impiegare foraggi di elevata qualità nutrizionale consente di concentrare la quota energetica e proteica della razione, contribuendo a ridurne il costo, mantenendo elevate le performance produttive degli animali.
“Ho deciso di aderire a Dairy Self perché volevo avvalermi di un servizio di consulenza a 360 gradi, che mi aiutasse a valorizzare al meglio non solo le potenzialità della mia stalla, ma anche quelle dei miei terreni” dichiara Piergiorgio Pautasso, che assieme al padre Domenico, alla moglie Giorgia e al figlio Matteo allevano cento bovine di razza Frisona a Scalenghe (To).
L’azienda Pautasso a luglio 2016 ha iniziato il percorso Dairy Self. In questi ultimi quattro anni ha innovato il proprio sistema foraggero aziendale e la razione alimentare della mandria, passando da un sistema produttivo che prevedeva la coltivazione del mais da trinciato ed il suo impiego in razione in grandi quantità, ad un sistema basato sulla coltivazione di foraggere prative di alta qualità.
I risvolti positivi della scelta dell’azienda Pautasso non si sono fatti attendere e sono stati molteplici, e collocano oggi l’azienda come un indubbio modello. Oltre infatti a coprire l’ambito nutrizionale il servizio supporta l’allevatore anche nelle corrette scelte agronomiche, economiche e manageriali.
Il contesto
Negli ultimi anni il settore lattiero caseario è stato interessato da una notevole volatilità dei prezzi di mercato del latte e delle principali commodity utilizzate per l’alimentazione delle bovine: basti pensare alla riduzione del prezzo del latte che si è verificata in questi mesi. Riduzione che, unitamente all’oscillazione dei prezzi di mercato delle materie prime, soprattutto quelle proteiche, ha generato un’elevata instabilità economica per l’allevatore, tanto maggiore quanto maggiore è l’approvvigionamento di alimenti zootecnici dal mercato.
Il prezzo del latte rappresenta infatti, la principale voce di reddito dell’azienda da latte e l’alimentazione della mandria incide sui costi totali aziendali dal 50 al 70% circa.
Esperienze aziendali decennali concrete, condotte sul territorio piemontese, hanno infatti dimostrato che la produzione in azienda di alimenti ad alto valore nutrizionale (foraggere graminacee e leguminose tagliate a stadi precoci e conservate mediante insilamento, pastone integrale di spiga di mais) può essere ottenuta a costi molto simili alle produzioni convenzionali, ma permettano di ridurre la quota di concentrati utilizzati in razione diminuendo, di fatto, gli acquisti sul mercato e quindi il costo razione.
Massimizzare il ritorno economico dell’allevatore, la produzione di latte e le rese produttive della Sau rappresenta la mission di Dairy Self.
Una delle caratteristiche principali del progetto Dairy Self è la sua assoluta indipendenza da tutti quegli aspetti commerciali connessi all’acquisto di fattori produttivi, legati alla stalla e alla campagna.
Il team di tecnici altamente specializzati, con consolidata esperienza in ambiti come la qualità degli alimenti, gli aspetti agronomici aziendali, la fisiologia dell’animale e la qualità del latte, ha come obiettivo quello di supportare l’allevatore in un percorso che ridisegna le varie esigenze dell’azienda, cercando insieme le soluzioni più idonee per incrementarne la produttività.
In campagna
L’impostazione colturale della Sau è stata pianificata nei dettagli con l’allevatore in base agli obiettivi, alle caratteristiche dei suoli e alla disponibilità di manodopera aziendali: in questo caso l’organizzazione dello scacchiere colturale aziendale ha avuto come obiettivo quello di produrre la massima quantità di energia metabolizzabile e di proteina in campagna al fine di incrementare l’autosufficienza energetica e proteica dell’azienda e ridurre gli acquisti dall’esterno.
Questo risultato è stato possibile attraverso la riorganizzazione del sistema foraggero aziendale in tre mosse:
- messa in rotazione delle superfici a mais coltivato in mono successione;
- inserimento/ottimizzazione della doppia coltura;
- introduzione di foraggere ad elevata digeribilità della fibra, tagliate a stadi fenologici che ne massimizzino la qualità e preservate attraverso l’insilamento.
Nella Figura 1 è riportata l’organizzazione dei terreni aziendali prima e dopo l’inizio del percorso Dairy Self.
Il nuovo sistema foraggero ha previsto l’incremento delle superfici coltivate a loglio italico ed erba medica raccolti a stadi fenologici precoci e insilati, l’inserimento del pastone integrale di spiga e la riduzione delle superfici investite a mais da trinciato.
Conferma Pautasso: “In passato l’obiettivo in campagna era quello di massimizzare la produzione per ettaro; questo tuttavia non mi consentiva di sfruttare le reali potenzialità delle mie colture. Oggi, invece, la priorità è produrre alimenti di alta qualità nutrizionale per le mie bovine: il nuovo sistema foraggero mi permette di soddisfare appieno i fabbisogni della mia mandria e di ridurre drasticamente gli acquisti di alimenti dall’esterno. Le rese produttive per ettaro sono rimaste stabili, e per alcune colture sono addirittura aumentate significativamente”.
In Figura 2 è riportata la variazione legata alla produzione di sostanza secca per ettaro delle colture prima e dopo Dairy Self: il nuovo sistema foraggero ha mantenuto le stesse rese in termini di sostanza secca del sistema tradizionale, ma ha consentito di produrre più energia metabolizzabile (Figura 3) ma soprattutto molta più proteina.
Per la coltura del mais, la resa in termini di sostanza secca è aumentata grazie all’effetto rotazione con le leguminose, mentre l’adozione di un regime di taglio a stadi più precoci e la conservazione mediante insilamento di erba medica e prati permanenti ha consentito di aumentare le produzioni aziendali di proteina (Figura 4).
Il sistema alimentare e la produzione di latte
I risultati dell’azienda Pautasso sono stati straordinari anche dal punto di vista delle performance di stalla. Di seguito sono riportati i dati produttivi medi aziendali degli ultimi 10 anni (considerando il periodo 2009-2016 per il sistema convenzionale, e il periodo compreso tra il 2017 e il 2020 come periodo Dairy Self).
Dalla Figura 5 emerge come negli anni la produzione aziendale di latte, espressa come kg di latte capo/giorno e come kg di latte corretto per il contenuto di grasso al 3,5% (3,5% FCM), sia aumentata significativamente, passando da una media di 32,7 kg nel periodo 2010-2016 ad una media di 37,1 kg negli ultimi quattro anni, con una media di 39 kg di latte capo/giorno nell’ultimo anno.
L’inserimento in razione di foraggere ad alta digeribilità della fibra ha avuto un effetto positivo anche sulla qualità del latte (Tabella 1) che è rimasta pressoché invariata con il nuovo sistema di alimentazione, nonostante il cospicuo incremento produttivo.
I cambiamenti che hanno interessato la razione alimentare delle bovine in lattazione negli anni sono riportati in Tabella 2. I principali interventi effettuati in razione sono stati la riduzione della quantità di silo mais nella dieta, la cui quota fibrosa è stata sostituita dal loglio italico, dai prati permanenti e dall’erba medica insilati mentre la parte amidacea dal pastone integrale di spiga. La proteina nobile dell’erba medica tagliata a stadi vegetativi precoci ha permesso di sostituire completamente la quota proteica proveniente dal nucleo acquistato.
La produzione in campagna di alimenti ad alto valore nutrizionale ha determinato una cospicua riduzione degli alimenti acquistati (circa la metà degli acquisti di alimenti sul mercato), in particolare della quota proteica.
“Fin da subito gli animali hanno risposto al cambiamento: le bovine sono molto più in salute, rispondono meglio alle avversità ed il benessere globale della mia mandria è notevolmente migliorato. Ne è la prova l’importante aumento produttivo, nonché il fatto che negli ultimi quattro anni ho ridotto significativamente l’utilizzo di farmaci in azienda”, commenta Piergiorgio Pautasso.
I risvolti economici
Il nuovo sistema aziendale ha dato i suoi frutti anche dal punto di vista economico. In Tabella 3 sono stati riportati i dati economici aziendali: è stato considerato un prezzo standard di riferimento per il latte (0,40 centesimi/litro), mentre agli alimenti acquistati è stato attribuito il prezzo del bollettino della Borsa Granaria Milano di gennaio 2020.
Per gli alimenti autoprodotti si sono invece adottati i prezzi dell’anno in corso per i fattori produttivi e l’affitto dei terreni e i prezzi dei contoterzisti per le operazioni di campagna (che comprendono la remunerazione del lavoro, l’ammortamento e i costi dei mezzi impiegati).
Come si evince dalla tabella, l’incremento produttivo di 3 kg di latte delle bovine, unitamente alla diminuzione del costo razione ha generato un incremento dell’Income Over Feed Costs (ricavo dalla vendita del latte al netto dei costi alimentari per capo al giorno) pari a 1,81 € per capo al giorno, ovvero 553,00 € per capo per lattazione.
La sostenibilità ambientale
L’azienda Pautasso rappresenta un’azienda modello anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale: la Tabella 4 mostra come il nuovo sistema foraggero abbia permesso di ridurre gli input di azoto ,fosforo e potassio in campagna, aumentando quindi l’efficienza di utilizzo degli elementi fertilizzanti.
“Grazie ai benefici della rotazione delle colture studiata con i tecnici di Dairy Self l’utilizzo di fertilizzanti chimici e pesticidi è notevolmente diminuito: il successo di una coltura non è legato semplicemente alla scelta varietale, ma è legato anche alla corretta organizzazione della successione colturale”, conferma l’allevatore.
In conclusione
Dall’analisi di dieci anni di dati aziendali emerge come la riorganizzazione del sistema foraggero con la finalità di autoprodurre la maggior quantità di energia metabolizzabile e proteina per la mandria rappresenti una strategia vincente per svincolare l’azienda zootecnica da latte dalla volatilità del mercato del prezzo del latte e delle materie prime, in quanto permette di ridurre drasticamente gli acquisti delle commodity, in particolar modo quelle proteiche. Oltre a incrementare l’efficienza economica dell’azienda, l’inserimento in razione di foraggere ad alta digeribilità della fibra ha determinato un incremento della produzione del latte unito ad un maggiore benessere per le bovine. Il nuovo sistema foraggero ha permesso di massimizzare gli output in termini di produzione di sostanza secca, energia metabolizzabile e proteina provenienti dal sistema campagna, riducendo nel contempo il ricorso a input esterni. L’azienda Pautasso rappresenta oggi un modello di eccellenza a cui aspirare per fronteggiare le nuove sfide che sono state poste all’intero settore lattiero caseario. Il nuovo sistema foraggero ha permesso di intensificare in maniera sostenibile l’intero processo produttivo, aumentando le produzioni e riducendo nel contempo gli impatti ambientali e i costi alimentari. Una realtà unica e d’avanguardia per la zootecnia moderna.