La riduzione del prezzo del latte che si sta verificando oggi in tutti i paesi, sia europei che extraeuropei, obbliga gli allevatori a fare un netto salto di qualità da un punto di vista professionale, lavorando alla ricerca continua e sistematica della massima efficienza.
Solo il raggiungimento dei massimi livelli di efficienza garantirà la sopravvivenza delle attività zootecniche esistenti, considerando che attualmente si stima una riduzione del 40% del numero di allevamenti entro i prossimi 10/15 anni.
In Italia si è infatti passati dagli oltre 80mila allevamenti, agli attuali 35mila con previsione di raggiungere entro 10 anni i 20mila totali, ma con stesso numero di capi allevati e aumento del 10% della produzione totale di latte.
È evidente che si parla di stime, ma l’orientamento è molto chiaro e, se un allevatore di oggi vuole continuare a sopravvivere anche in futuro, le scelte che dovrà effettuare sono alquanto evidenti e obbligate.
Le tre “A”
È interessante ora capire quali sono i principali parametri che caratterizzano e condizionano gli allevamenti per garantirne risultati di successo. A tale proposito si fa spesso riferimento alle famose tre “A”: Animale, Alimentazione, Ambiente. Analizziamole nel dettaglio.
La prima A
La prima A sta ad indicare gli animali e, ovviamente, si fa evidente il riferimento al loro livello genetico. Ultimamente sono molto cambiati i parametri di valutazione e si presta sempre più attenzione, oltre ovviamente alla produttività e alla fertilità, anche al fatto di voler avere in allevamento animali sani e pertanto longevi.
La tendenza, nei paesi a spiccata vocazione zootecnica, è quella di allungare le lattazioni fino a oltre quattro, mantenendo produzioni che devono avere come obiettivo minimo i 40 litri di media stalla.
Questi parametri permettono di avere un duplice vantaggio, il primo è legato al costo di produzione del litro latte e il secondo alla riduzione percentuale della quota di rimonta necessaria, con conseguente riduzione dei costi dell’allevamento.
Relativamente ai costi di produzione del litro latte, è risaputo come tale costo si divida sostanzialmente in due grandi componenti: il “costo alimentare” e i “costi fissi”.
Il costo alimentare incide indicativamente per un 50/60% in funzione dei costi delle varie materie prime, mentre i costi fissi raggruppano tutti i restanti costi legati alla gestione e all’ammortamento aziendale.
È evidente che se i “costi fissi” vengono spalmati su una produzione di 30 l/giorno media, avremo un’incidenza ben più elevata di costo sul litro latte prodotto rispetto a una situazione d’allevamento con produzione di 40 l/giorno media stalla spostando e migliorando sensibilmente il risultato economico dell’attività zootecnica.
Altro fattore molto importante è quello di lavorare nel rispetto di protocolli operativi ben definiti e questo a partire già per esempio dallo svezzamento dei vitelli.
Il fatto, come detto, di allungare le lattazioni e pertanto avere necessità di una percentuale di rimonta inferiore, permette di pesare i vitelli, selezionandoli in funzione della loro crescita ponderale e scartandoli nel caso abbiano un incremento inferiore a 500 g/giorno, poiché è sperimentato che saranno sempre animali deboli e pertanto non in linea con le aspettative di sanità e longevità volute.
La seconda A
La seconda A sta a indicare l’alimentazione.
In questo campo molto si è fatto per ottimizzare le caratteristiche delle varie razioni alimentari in quanto uno degli aspetti più importanti è proprio quello legato all’efficienza alimentare.
Il parametro di riferimento preso come obiettivo ideale è 1,7 cioè, detto molto semplicemente, 1,7 litri di latte per ogni kg di sostanza secca ingerita.
Molto si sta lavorando anche a livello agronomico per produrre qualità di mais e altre colture foraggere - cerealicole alquanto digeribili e appetitose al fine di migliorare i livelli di ingestione e conversione degli alimenti. Obiettivo è raggiungere i 40 litri di produzione con razioni a 23/24 kg di sostanza secca.
La terza A
La terza A è quella che identifica l’ambiente inteso come il “luogo in cui obblighiamo a vivere i nostri animali”.
Risulta evidente che, se vogliamo ottenere performance - produttive e riproduttive - elevate, dovremmo garantire agli animali allevati idonee strutture e tecnologie d’allevamento con ideali condizioni di comfort e assenza di stress.
Uno degli aspetti che maggiormente influenzano e condizionano i risultati dell’allevamento è senza dubbio il microclima ambientale. A ogni allevatore è infatti noto quali siano i danni causati ai propri animali dallo stress da caldo, e quanto pesanti siano le ripercussioni sia in termini di produttività che di fertilità, con perdite economiche significative (non solo nei mesi caldi ma anche durante i mesi successivi).
Come garantire condizioni microclimatiche ideali
Come si vede l’efficienza è un tema che si ripropone costantemente ed è riscontrato che il controllo del microclima è un elemento essenziale per permettere una zootecnia di successo.
Dal punto di vista impiantistico e tecnologico si è lavorato molto per trovare soluzioni di controllo adatte a garantire ideali condizioni microclimatiche.
Oltre alle soluzioni note e ormai diffuse nei nostri allevamenti, quali ventilazioni con differenti apparecchi ventilanti verticali e/o orizzontali e pale di differente diametro e portata con o senza bagnatura a doccia d’acqua, che hanno ridotto, ma assolutamente non risolto il problema dello stress da caldo, molto interessanti sono oggi le nuove tipologie di stalla con sistema di ventilazione forzata.
Si tratta di soluzioni di controllo microclimatico molto interessanti che nascono per essere applicate a stalle di nuova costruzione, ma che si prestano bene anche per essere installate in ricoveri zootecnici esistenti.
Sono sostanzialmente impianti di ventilazione artificiale con possibilità di essere installati con la tecnica “longitudinale” (tunnel ventilation) o “trasversale” (cross ventilation).
In funzione dell’orientamento e delle tipologie del fabbricato, delle condizioni climatiche della zona e di altri fattori contingenti, verrà valutata e scelta la soluzione tecnicamente più adatta.
I veri vantaggi sono legati al fatto che con tali soluzioni, possiamo garantire agli animali allevati, il rispetto dei parametri che ne garantiscono l’ideale livello di comfort termico.
I principali parametri di riferimento sono legati ai ricambi d’aria in m³/h per peso vivo presente, ai ricambi per m³/h per volume del ricovero zootecnico, alla velocità dell’aria in m/sec e anche e soprattutto alla qualità dell’aria in funzione dell’eliminazione di tutti i gas nocivi prodotti sia dalla fermentazione delle deiezioni zootecniche che dalla digestione degli animali.
Ideali condizioni microclimatiche sono la base di partenza per garantire ottime condizioni di vita agli animali allevati che dovranno essere gestiti in strutture con tecnologie zootecniche d’avanguardia adatte a garantire massimi livelli di comfort agli animali e facilitare la gestione operativa degli addetti in stalla, in tutte le fasi dell’allevamento.
Gli allevamenti “del futuro”
In sintesi si può affermare che “nel dopo quote latte” la zootecnia del futuro sarà orientata verso allevamenti di maggiori dimensioni dove il termine efficienza sarà l’obiettivo da perseguire a qualsiasi livello.
Si consideri ad esempio che in poco più di 10 anni in America il latte prodotto da stalle sopra le 1.000 vacche è passato dal 20% al 50%.
Gli allevatori di domani dovranno pertanto avere allevamenti di più grandi dimensioni, animali più produttivi che dovranno essere allevati in strutture organizzate, adeguatamente progettate e realizzate, con attrezzature zootecniche sempre più orientate a garantire i massimi livelli di comfort agli animali.
Saranno dotati di tecnologie d’avanguardia che ridurranno gli stress agli animali allevati facilitando al contempo la gestione operativa in sicurezza agli addetti di stalla in tutte le fasi dell’allevamento.
Impianti per il controllo microclimatico con sistemi di verifica dei principali parametri, garantiranno ideali condizioni ambientali e di qualità dell’aria ottimizzando le performance produttive e riproduttive e migliorando la qualità dei prodotti (latte e carne).
Idonei impianti di trattamento dei liquami permetteranno di valorizzarne il potenziale nelle loro diverse applicazioni e nel rispetto delle sempre più restrittive normative ambientali.
Solo l’adozione delle migliori tecnologie zootecniche, che permette una costante ottimizzazione sia in campo alimentare che genetico, garantirà la sostenibilità economica degli allevamenti e il futuro della zootecnia Italiana.
L’articolo completo è pubblicato su Informatore Zootecnico n. 10/2016
L’edicola di Informatore Zootecnico