«Abbiamo voluto questo ampliamento per produrre di più, ma soprattutto per produrre meglio, perché con più spazio e in un ambiente più ordinato, sicuramente si lavora meglio». Sergio Lanzanova, amministratore delegato di Italmix, riassume così un ampliamento che in realtà è un raddoppio netto della superficie produttiva: da 7mila a 14mila metri quadrati, con una nuova ala di capannone sorta in meno di due anni accanto a quella storica, alla periferia di Ghedi (Bs).
Italmix è uno dei costruttori leader in Italia per quanto riguarda i carri miscelatori.
«I lavori sono iniziati nel febbraio dello scorso anno – spiega Lanzanova – e a dire il vero non sono del tutto completi. Mancano, infatti, alcuni nuovi macchinari, che installeremo nelle prossime settimane. Abbiamo voluto anticipare un po’ l’inaugurazione anche per approfittare della presenza in Europa di alcuni nostri partner, come i giapponesi, arrivati qui per Agritechnica».
Inaugurazione in grande stile
Nello scorso mese di novembre Italmix ha radunato circa 300 persone, in gran parte concessionari, fornitori ma anche lavoratori del gruppo, per festeggiare assieme il raddoppio dell’area produttiva: un investimento importante, che permetterà di installare nuovi macchinari come robot di saldatura e magazzino automatizzato, ma soprattutto una sala di collaudo che verificherà la qualità della produzione in uscita.
«È un po’ l’ultimo tassello, che ci permetterà di mandare sul mercato carri miscelatori sempre più efficienti e affidabili. Assieme a settori come la verniciatura elettronica e i robot di saldatura, migliorerà fortemente la qualità delle nostre macchine. Ma è soprattutto la qualità delle persone che lavorano qui a fare la qualità delle macchine», ha ricordato Lanzanova, a margine di una serata che ha visto spettacoli, musica dal vivo e cena di gala: tutto all’interno della nuova area produttiva, grazie a un’organizzazione impeccabile e a un eccellente gruppo di artisti.
Un impegno costante
«Siamo qui per condividere questo traguardo e sottolineare il nostro impegno», ha esordito Lanzanova nel breve discorso tenuto durante la serata. «Con i suoi tre marchi, ossia Matrix, Gilioli e Italmix, la nostra azienda si è guadagnata una posizione di leadership nel settore dei carri miscelatori. Nonostante ciascuno di essi mantenga una propria identità, tutti condividono lo stesso obiettivo: fornire prodotti di qualità e servizi d’eccezione al mondo della zootecnia. Tre marchi, insomma, ma con la forza di un gruppo unico».
Dopo aver ricordato alcune delle ultime novità del gruppo, come il controllo elettronico sui cambi powershift e le nuove cabine della linea Ultra, Lanzanova ha spiegato le ragioni che hanno portato al raddoppio della superficie: «Lo abbiamo fatto per aumentare la produzione, ma anche per innalzare il livello qualitativo dei nostri manufatti. Per esempio con i due nuovi centri di saldatura e, prossimamente, con l’area di collaudo che attiveremo al termine delle linee produttive».
Un investimento reso possibile anche dal successo di Italmix, che in cinque anni, dal 2017 al 2022, ha raddoppiato il fatturato (da 16 a 32 milioni di euro). «Ciò grazie a 550 unità prodotte ogni anno, 180 delle quali semoventi».
Dietro a tutto questo, ha concluso Lanzanova, c’è la forza di una squadra rodata e unita. «La strada è ancora lunga, ma la voglia di fare bene è tanta. Quando guardiamo indietro, siamo contenti dei risultati raggiunti e spronati a lavorare ancora assieme per rafforzare la nostra leadership nel settore. Per questo devo ringraziare tutti i nostri partner, ma soprattutto i nostri dipendenti».
Nuove prospettive
Ritrovarsi improvvisamente con il doppio dello spazio permette di fare molti progetti, ma ovviamente tutto dev’essere attentamente valutato. «Il sistema produttivo non cambierà, si continua a lavorare per isole: saldatura, verniciatura, montaggio, componente idraulica ed elettrica. Tuttavia riorganizzeremo alcuni settori. Per esempio, potremmo spostare fuori dal capannone del montaggio la parte di carpenteria, in modo da ridurre polvere e fumi nell’area di montaggio delle macchine. Inoltre avremo maggior possibilità di programmare la produzione. Potremo realizzare molti più semi-lavorati da parcheggiare in attesa del montaggio. Questo ci permetterà di raggiungere una maggior produttività, ma anche maggior specializzazione sui vari modelli», ci spiega Lanzanova mentre ci conduce in una visita guidata della nuova ala.
A proposito di novità, non poteva mancare una domanda su Hannover e su ciò che presenta Italmix. «Abbiamo portato in fiera due semoventi, un Rover Jumbo Ultra e un Rover Up. Quest’ultimo è un po’ il nostro cavallo di battaglia, ma il Jumbo Ultra è importante per noi in quanto monta la nuova cabina e il nuovo cambio powershift elettronico».
Entrambi i modelli hanno il marchio Matrix, ormai ampiamente maggioritario nel fatturato dell’azienda. «In effetti – conferma Lanzanova – copre circa otto decimi della produzione. A ogni modo gli altri due marchi, Gilioli e Italmix, hanno tuttavia un loro mercato, legato principalmente ad alcuni territori in cui i due marchi sono particolarmente radicati. Per il momento li manteniamo tutti e tre. In futuro, forse, dovremo fare una riflessione su questo».
Il cambio powershift
Un altro elemento interessante dei carri unifeed di Italmix è la trasmissione meccanica, che nel settore non tutti vantano. «L’abbiamo anche idrostatica – precisa il patron dell’azienda – ma indubbiamente il cambio powershift ha dei vantaggi nella trasmissione della potenza, nel ridurre i consumi e aumentare la durata nel tempo. Poi dipende anche dalle preferenze dell’allevatore». Il cambio è stato di recente modificato, introducendo il controllo elettronico. Questo permette, secondo Lanzanova, di avere maggior comfort di lavoro e più durata.
«Abbiamo la trasmissione powershift dal 2016, ma con l’introduzione del cambio elettronico miglioriamo molto nell’avvio e nel passaggio tra un rapporto e l’altro, in ogni condizione. Gli allevatori avranno una cambiata più fluida e al tempo stesso più rapida». Da notare, inoltre, che il cambio powershift consente di ridurre i consumi fino al 30% rispetto ai modelli di pari potenza con cambio idrostatico, con evidenti benefici anche in campo ambientale.
Gamma completa
Quando si parla di preferenze, in materia di carri miscelatori, non possiamo fare a meno di tornare all’eterna diatriba tra orizzontali e verticali. «Noi li produciamo entrambi. Abbiamo una gamma molto completa, la scelta tra verticale e orizzontale dipende dal cliente, ma anche dal territorio. Il verticale è ormai indubbiamente maggioritario ed è il solo venduto in certe aree, come il nord della Francia e della Germania. Ciò nonostante, in determinate zone, come nel sud della Germania o anche in Repubblica Ceca, l’orizzontale è ancora molto richiesto, in parte anche per la tipologia costruttiva delle stalle, molte delle quali sono basse e strette, e dall’altra per il tipo di ingredienti utilizzati. Anche gli orizzontali assicurano una miscelata eccellente anche in condizioni difficili e hanno il vantaggio di poter essere dotati di fresa desilatrice, ma hanno sicuramente una maggiore usura. Parlando invece di semoventi, la divisione è decisamente più netta, possiamo parlare di un 95% di preferenze per il verticale contro il 5% per l’orizzontale».
Nuovi orizzonti
Elettronica e automazione dominano ormai in ogni settore dell’agricoltura, non escluso l’allevamento, dove si fanno strada soluzioni automatizzate anche per l’alimentazione nelle stalle. Un gruppo del peso di Italmix, ovviamente, sta facendo ricerca sia su questo, sia sui carri miscelatori elettrici.
«Certamente non restiamo a guardare. Da tempo – conferma Lanzanova – studiamo le prospettive dell’elettrico, alla ricerca della tecnologia migliore. Quel che vogliamo realizzare non è semplicemente un carro miscelatore elettrico, quanto una macchina intelligente e in grado di rispondere alle esigenze degli allevatori. Il primo problema è ovviamente quello dell’autonomia. Ormai un carro miscelatore, in una stalla moderna, lavora dalle 6 alle 8 ore al giorno: è necessario quindi che le batterie per un eventuale carro elettrico raggiungano questa autonomia, eventualmente anche calcolando un ciclo di ricarica nella fase di non utilizzo».
Ricerche in corso, e non poteva essere altrimenti, anche sulle soluzioni automatizzate. «Abbiamo già un prototipo, che stiamo studiando e su cui stiamo lavorando. I recenti investimenti, sia infrastrutturali sia in innovazioni come la cabina e il cambio elettronico, hanno un po’ rallentato i nostri piani, ma la ricerca senza dubbio proseguirà».
Il nuovo carro miscelatore Jumbo Ultra
Un Rover Up, macchina dalla tecnologia ormai consolidata e assai noto a tutti gli allevatori, e un Ultra rinnovato in alcuni elementi fondamentali come la cabina e il cambio: sono le macchine che Italmix ha portato ad Hannover per la più grande fiera mondiale della meccanica agricola.
Il Rover Jumbo Ultra, esposto all’Agritechnica di Hannover nella versione da 26 metri cubi, in particolare montava il nuovo cambio powershift elettronico, che evita strappi nel passaggio dal primo al secondo rapporto ma soprattutto raddoppia l’intervallo di manutenzione, che passa da 250 a 500 ore, allineandosi a quello del motore (un 6 cilindri Nef da 6,7 litri) qualora si impieghi olio a lunga durata.
In tema di manutenzioni, poi, non possiamo dimenticare il telaio telescopico, che permette di far arretrare la vasca per un agevole accesso alle parti interne, durante gli interventi manutentivi.
Infine, il Jumbo Ultra monta la nuova cabina: più grande, meglio isolata e con tecnologia Can-Bus per la gestione della componente elettronica, ormai dominante anche sui modelli del costruttore bresciano.
Per approfondire: italmix.it
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