Nel mondo dell’allevamento, aumentare l’efficienza e la reddittività è più di un obiettivo: è una necessità.
L'alimentazione di precisione offre agli allevatori un'eccellente opportunità per abbattere i costi, garantendo al contempo qualità e sostenibilità delle loro produzioni. Come evidenziato nel documento del gruppo New York Precision Feed Management, questo approccio, completo e dinamico, si concentra sull'offrire alle vacche i nutrienti necessari senza rischiare la sottoalimentazione o la sovralimentazione, evitando così sprechi e spese superflue e ottimizzando le produzioni.
Quali strategie risultano vincenti nell’alimentazione di precisione?
Il percorso verso un'alimentazione di precisione si articola in tre aree principali:
- Raggruppamento degli animali: dividere gli animali in base al numero di parti e allo stadio di lattazione permette di ottimizzare l'alimentazione per ogni gruppo specifico, soddisfando i fabbisogni nutrizionali e consentendo agli animali di esprimere le loro caratteristiche comportamentali, aumentando la redditività di ciascun gruppo.
- Controllo dell'alimentazione: è fondamentale formulare diete che soddisfino le necessità dei vari gruppi, assicurandosi che la dieta proposta corrisponda a quella somministrata. È essenziale conoscere la qualità degli alimenti somministrati, mantenere l'omogeneità e la freschezza della razione registrando le ingestioni e gli avanzi. In aggiunta, quando sono disponibili sistemi individuali di alimentazione questo approccio può essere ulteriormente ottimizzato per soddisfare le esigenze specifiche di ciascun animale.
- Monitoraggio e gestione dei dati: questi aspetti sono fondamentali per adattare la gestione della dieta in base ai risultati ottenuti. White e Capper (2014) hanno dimostrato che un aumento della frequenza delle analisi sulla produzione di latte, del contenuto di grasso e proteine, della razione e del Bcs degli animali, insieme alla riformulazione della dieta, ha portato a un incremento della produzione di latte e della redditività di un allevamento con 300 vacche, generando un guadagno aggiuntivo di 25.000$ all’anno.
Secondo il Nasem, a 15 e 20 Dim le bovine presentano fabbisogni diversi rispetto agli altri momenti della lattazione, soprattutto in termini energetici, di alcuni minerali e di Dcad.
Le bovine nel post-parto vanno in contro a una serie di sfide: il parto stesso, lo stress sociale dovuto al cambiamento di gruppo, l’adattamento a una nuova dieta, la riduzione dell’ingestione di alimento, l’infiammazione e il rischio di un aumento dell’incidenza di malattie, oltre all’avvio della lattazione stessa.
È proprio in questo periodo che la nutrizione di precisione rappresenta una chiave di riuscita dell’intera lattazione. Riuscire a raggiungere i fabbisogni consente una miglior espressione del potenziale genetico e produttivo degli animali.
Nutrienti altamente disponibili con mangimi liquidi
L’inizio della lattazione è caratterizzato da una ridotta ingestione di alimento e da una crescente richiesta di energia e nutrienti da parte delle vacche per sostenere la lattazione. In questo momento, così delicato e decisivo per la riuscita dell’intera lattazione, l’alimentazione liquida di precisione può rappresentare un'innovativa strategia per soddisfare le esigenze delle bovine.
Il mangime liquido può essere somministrato secondo due modalità: in aggiunta alla razione di base o all'interno di robot di mungitura.
In entrambi i casi, permette di fornire nutrienti che soddisfino i fabbisogni energetici e minerali degli animali, offrendo nutrienti altamente disponibili. L'uso di mangimi liquidi nel post-parto stimola l'assunzione di sostanza secca, migliorando l'appetibilità della razione e fornendo energia senza creare ingombro nel rumine o indurre acidosi e al contempo supporta la crescita microbica ruminale.
La nutrizione liquida di precisione consente di colmare il bilancio energetico negativo, stabilizzando la glicemia e riducendo l’incidenza di chetosi, migliorando produzione e fertilità degli animali.
Moore et al. (2020), somministrando un mangime liquido energetico in robot di mungitura per i primi 60 giorni post-parto, nelle dosi di 1 kg/capo/gg per le pluripare e 0,88Kg/capo/gg nelle primipare, hanno evidenziato una riduzione dell’incidenza di chetosi subcliniche, riduzione del BHB a 15 giorni e una minor perdita di Bcs a 60 giorni.
Mentre Ballard et al. (2001), nel loro studio, hanno riportato un aumento del latte a 8 settimane pari a +3.3 kg (53.4kg vs 50.1kg) e un incremento significativo dei titoli del latte, aggiungendo alla razione delle fresche 454 g di un mangime liquido a base di zuccheri, glicole e calcio propionato, per i primi 21 giorni.
Come vediamo la nutrizione liquida di precisione nel periodo del post-parto, si ripercuote positivamente sul picco di lattazione e conseguentemente sull’intera lattazione, come evidenziato da Donna M. ogni litro di latte in più al picco si traduce in +300 litri di latte durante l’intera lattazione.
Bibliografia
Ballard, C.S.; Mandebvu, P.; Sniffen, C.J.; Emanuele, S.M.; Carter, M.P. Effect of feeding an energy supplement to dairy cows pre- and postpartum on intake, milk yield, and incidence of ketosis. Animal Feed Science and Technology. Volume 93, Issues 1–2, 2001, Pages 55-69;
Donna M. Amaral-Phillips, Ph.D. Using Peak and Summit Milk to Evaluate Your Dairy's Management Programs;
Hunt A., Precision Feeding Strategies Every Dairy Farmer Needs to Know, The Bullvine, August 1st, 2024;
Moore, S.M.; King, M.T.M.; Carpenter, A.J.; DeVries, T.J.
Behavior, health, and productivity of early-lactation dairy cows supplemented with molasses in automated milking systems. Journal of Dairy Science, Volume 103, Issue 11,2020;
National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine; Division on Earth and Life Studies; Board on Agriculture and Natural Resources; Committee on Nutrient Requirements of Dairy Cattle. Nutrient Requirements of Dairy Cattle: Eighth Revised Edition. Washington (DC): National Academies Press (US); 2021 Aug 30;
Robin R. White, Judith L. Capper. Precision diet formulation to improve performance and profitability across various climates: Modeling the implications of increasing the formulation frequency of dairy cattle diets. Journal of Dairy Science. Volume 97, Issue 3,2014