Cosa significa realizzare un buon mangime

Un mangime Progeo espandato e pellettato
Fioccatura, estrusione, espansione per ottenere prodotti di qualità. Sono varie le tipologie di lavorazione del processo della produzione di un mangime. Tra queste i trattamenti idrotermomeccanici e l’inserimento di un expander nell’impianto di produzione

L’elaborazione di un mangime inizia con la scelta degli ingredienti, selezionati in base alle caratteristiche nutritive. Viene quindi da pensare che per realizzare un mangime di alta qualità basterebbe scegliere materie prime ad alto valore nutrizionale. In realtà non è così semplice.
Nella creazione dei mangimi intervengono numerosi fattori, tra cui le varie tipologie di lavorazioni implicate nel processo produttivo. Esistono alcune tecnologie di produzione che possono arricchire il prodotto finale di importanti caratteristiche.
Tra questi ci sono i trattamenti idrotermomeccanici, riassumibili in tre tipologie: fioccatura, estrusione ed espansione.
In generale, durante questi processi, vengono sottoposti gli alimenti a pressione e/o vapore con risultati di cotture più o meno intense, che comportano variazioni chimico-fisiche e nutrizionali, influenzando l’appetibilità, la digeribilità e l’igiene del mangime (G. Savoini et. al, 2024).

Mangime espandato

La fioccatura consiste nella cottura a vapore dei semi con conseguente laminazione ed essicazione, ottenendo un prodotto di 0,3-0,4 mm di spessore con 12-14% di umidità.
L’estrusione invece prevede l’impiego di alte pressioni per raggiungere temperature di cottura elevate, con la quale si ottiene un prodotto di consistenza spugnosa, data dalla perdita repentina di vapore all’uscita della filiera.
Infine, l’espansione è un processo simile all’estrusione, dove però vengono utilizzate temperature inferiori (110-130°C).
Entrambi i processi sono definiti Htst (high-temperature short-time), alte temperature in poco tempo: permettono di ottenere le caratteristiche desiderate limitando l’alterazione di importanti nutrienti quali: proteine, amminoacidi, vitamine, amido ed enzimi (E. Aliiev et. al, 2023).
Progeo, da anni, è in grado di produrre mangimi espandati, grazie alla presenza di un expander nell’impianto produttivo.
Questa tecnologia determina numerosi vantaggi al prodotto finito (B. Francher et. al, 1996):
- Le alte temperature permettono di abbattere la carica batterica;
- La gelatinizzazione dell’amido permette di ottenere un prodotto con maggiore durabilità e migliore miscelazione;
- Le modifiche chimico-fisiche che avvengono consentono meno limiti di formulazione, ad esempio la possibilità di utilizzare una quantità maggiore di amidi e liquidi senza alterare la durabilità del prodotto finito;
- Miglioramento della digeribilità dell’amido e delle proteine presenti.
Tutte queste caratteristiche permettono di ottenere un prodotto che ne incrementa la qualità dal punto di vista sia fisico che nutrizionale.
La maggiore durabilità del pellet espandato garantisce l’aumento di ingestione di sostanza secca (Ss) sia per monogastrici che ruminanti, obbiettivo primario del razionamento.

Mangime espandato con l'aggiunta di fiocchi di mai

Di fianco, le alte temperature e l’utilizzo di vapore permettono di ottenere un prodotto a elevata digeribilità. Durante il processo i legami intermolecolari delle molecole di amido vengono alterati causando la gelatinizzazione dello stesso. Questo determina un aumento della viscosità del prodotto e maggiore facilità di degradazione da parte delle amilasi, con conseguente aumento della digeribilità dell’amido.
Anche le proteine subiscono gli effetti dell’expander, il quale determina una parziale denaturazione delle stesse con conseguente incremento dell’azione delle proteasi (M. Almeida et. al, 2021).
Uno studio condotto nel 1999 da J.O. Goelema et. al ha dimostrato l’effetto di alcuni trattamenti, quali espandatura, tostatura e pellettatura su alcuni semi di leguminose.
Sono stati valutati i parametri di digeribilità dell’amido e delle proteine riassunti nelle tabelle 1 e 2.

Tabella 1 - Effetti della tostatura, espandatura e pellettatura sulle caratteristiche di degradazione ruminale e digestione intestinale delle proteine grezze 
PARAMETRI 1 W (%) D (%) Kd (%/h) UIP (%) DUP (%) TDP (%)
TRATTAMENTI
Controllo -3.3 103.3 3.6 64.7 94.2 95.9
Espandato (E) 14.5 85.5 3.5 54.1 94.7 96.9
Tostato (T) -0.4 100.4 1.7 78.0 90.1 91.4
Pelletato (P) 22.8 77.2 10.0 28.9 94.1 98.1
E + P 22.5 77.5 8.3 32.6 95.5 98.4
E + T 4.6 95.4 1.7 74.8 90.6 92.2
T + E 5.4 94.6 1.8 72.4 91.5 93.2
T + P 15.6 84.4 2.8 57.9 93.4 95.7
E + T + P 16.3 83.8 2.4 59.8 95.0 96.7
T + E + P 12.9 87.1 2.7 60.4 93.5 95.7
1 W: frazione solubile; 
D: frazione potenzialmente degradabile; 
Kd: costante di degradazione di D;
UIP: quota di proteine indegradate, come %PG;
DUP: digeribilità intestinale come %UIP; 
TDP: proteine digeribili totali come %PG dell’alimento.
Fonte: J.O. Goelema et. al, 1999, modificata

 

Tabella 2 - Effetti della tostatura, espandatura e pellettatura sulle caratteristiche di degradazione ruminale e digestione intestinale dell’amido 
PARAMETRI 1 W (%) D (%) Kd (%/h) UIS (%) DUS (%) TDS (%)
TRATTAMENTI
Controllo 6.3 93.7 1.2 78.4 74.1 79.7
Espandato (E) 18.1 81.9 2.4 60.2 75.4 85.2
Tostato (T) -2.0 102.0 2.1 75.2 75.5 81.6
Pelletato (P) 19.7 80.3 7.4 37.9 73.5 89.9
E + P 24.1 75.9 7.2 36.8 83.7 94.0
E + T 1.3 98.7 2.5 69.6 75.3 82.7
T + E 7.6 92.4 2.5 65.7 78.0 85.6
T + P 10.3 89.7 4.3 53.3 82.4 90.6
E + T + P 9.9 90.1 4.4 53.2 87.5 93.3
T + E + P 16.0 84.0 4.5 49.7 84.9 92.5
1 W: frazione solubile;
D: frazione potenzialmente degradabile; 
Kd: costante di degradazione di D;
UIS: quota di amido indegradato, come %amido dell’alimento;
DUS: digeribilità intestinale come %UIS; 
TDS: amido digeribile totale come %amido dell’alimento.
Fonte: J.O. Goelema et. al, 1999, modificata

I dati confermano il miglioramento dei parametri di digeribilità delle proteine e degli amidi negli alimenti trattati. Nello specifico, con l’expander entrambi i nutrienti subiscono variazioni significative soprattutto sulla quota di proteine indegradate (Uip) e amidi indegradati (Uis), molto più bassi rispetto al campione non trattato; risultato accentuato se seguito da pellettatura (E + P).
Abbiamo dunque confermato che per realizzare un buon mangime si può intervenire su diversi aspetti, uno di questi è la tecnica di produzione.
Il nutrizionista è tenuto a considerare numerosi aspetti dei prodotti che utilizza nelle razioni, non basta solo considerare il contenuto di nutrienti, ma come questi vengono utilizzati dall’animale. È per questo che il servizio tecnico Progeo è solito proporre razioni costruite con sistemi di razionamento dinamico, che permettono di valutare l’interazione tra gli ingredienti forniti e gli animali stessi.

Cosa significa realizzare un buon mangime - Ultima modifica: 2024-09-11T10:07:38+02:00 da Laura Della Giovampaola

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