Zanetti, Assolatte: «La pandemia ha spostato i consumi dall’ho.re.ca alla gdo»

Il comparto chiede di un impiego efficiente delle risorse del Pnrr, ma anche più investimenti per l'export e un vero processo di sburocratizzazione.

L’export nel 2020 è cresciuto dell’1,7% in volume perdendo però il 3% circa in valore. Il 2021, invece, è partito male con una ripresa negli ultimi tre mesi. I primi cinque mesi del 2021 segnano tendenzialmente un incremento a due cifre all’estero.

Alle spalle due anni anomali: i consumi di alcuni prodotti lattiero caseari si sono rivitalizzati, ma in realtà si è trattato di uno spostamento dal canale ho.re.ca alla Gdo. E’ il caso di alcuni formaggi che lo scorso anno hanno aumentato le vendite di due cifre. Occorrerà capire, inoltre, quali segni permanenti lascerà la pandemia in termini di cambiamenti dei consumi e delle abitudini degli italiani. E’ il quadro del comparto tratteggiato da Paolo Zanetti, presidente di Assolatte, l’associazione nazionale delle industrie di trasformazione del latte

 Facciamo un bilancio del 2020? 

Gli ultimi due anni sono davvero di difficile lettura ed è difficile metterli a confronto con i precedenti. Le rilevazioni presso i punti di vendita hanno mostrato tassi di crescita interessanti di latte, burro, formaggi e yogurt. I primi sono stati trainati dal latte Uht. Del resto, tutti abbiamo davanti agli occhi le code davanti ai supermercati durante i mesi più difficili della pandemia, con le persone che riempivano i carrelli per paura di trovare gli scaffali vuoti ed evitare di rimanere fuori casa troppo a lungo. Lo scorso anno, anche le vendite di formaggi hanno mostrato un tasso di crescita importante, con alcuni prodotti che hanno segnato aumenti a due cifre.Da una lettura superficiale, sembrerebbero anni positivi, ma non è così. Nella maggior parte dei casi, si è trattato di un semplice spostamento dai consumi fuori casa – che non vengono monitorati – a quelli domestici. Certo, il settore ha retto l’onda d’urto dell’emergenza, ma perdendo valore. Il prezzo medio dei formaggi è diminuito, mentre i costi di produzione sono cresciuti in modo importante. Pensi solo a quanto abbiamo speso per la messa in sicurezza dei dipendenti, e agli aumenti dei costi di produzione: plastica, cartone, packaging. Speriamo di tornare ad una vera normalità.

Come sono andati finora i consumi in Italia rispetto al 2020?

Come ho detto, siamo di fronte a mercati del tutto anomali, anche se da qualche mese siamo più ottimisti. Siamo in una fase di assestamento, con i consumi fuori casa in ripresa, ma tanta strada da percorrere. Nei prossimi mesi, bisognerà capire se la pandemia ha cambiato la struttura dei consumi o se invece si tornerà ad una piena normalità.

 Qual è stato l’andamento dell’export?

Anche l’export nel 2020 ha retto l’impatto della pandemia e delle chiusure. Con un eccezionale lavoro, siamo riusciti a mantenere le nostre quote di export, ma – anche in questo caso – abbiamo sacrificato il valore dei nostri prodotti. Così, se nel 2020 abbiamo messo a segno un +1,7% in volume, abbiamo registrato una perdita in valore del 3% circa. In termini di prezzo unitario, le quotazioni sono calate quasi del 5% circa! Quest’anno sta avendo un andamento particolare. Era partito molto male, con un primo bimestre che mostrava numeri drammatici, poi - in primavera - il clima è cambiato, e negli ultimi tre mesi, le vendite all’estero sono riprese alla grande. Non solo abbiamo recuperato i volumi perduti, ma la variazione tendenziale dei primi cinque mesi parla di una crescita a due cifre! Del resto, ce l’abbiamo messa tutta e abbiamo investito tantissimo per l’export. Ora, raccogliamo i frutti di tutto il lavoro fatto per l’abrogazione dei dazi Usa, dei nostri investimenti in Canada, mercato che – come diciamo da anni – ha grandi potenzialità grazie al Ceta, e della collaborazione con Ice, con cui abbiamo molti programmi in corso. Peccato, che il Regno Unito, tra Brexit e pandemia, non stia dando le dovute soddisfazioni, e che il Giappone sia in crisi. Erano e restano mercati chiave per le nostre esportazioni. Ma abbiamo progetti anche per questi due paesi!

 Ci sono progetti in cantiere o in corso che riguardano l’associazione?

I progetti sono tanti. C’è tanto fare per aiutare le imprese nella loro attività quotidiana. Tanto per combattere le fake news e la cattiva informazione. Tanto per promuovere i nostri eccezionali prodotti in Italia e all’estero. Sull’export abbiamo in cantiere dei bellissimi progetti con Ice-Agenzia, con campagne in store e sul web su alcuni paesi davvero importanti. Del resto, l’export è un asset strategico chiave per le nostre imprese e per il settore, che può crescere solo andando a conquistare nuovi mercati. Ci aspettano mesi complicati anche sul fronte istituzionale, con i regolamenti sulla farm to fork che bussano alla porta, il grande capitolo sostenibilità, la discussione suo nutriscore (che Assolatte boccia!) e l’apertura delle dialogo sulle nuove regole sui prodotti Dop e Igp. Stiamo presidiando tutti i dossier, in Europa, direttamente e tramite la nostra associazione europea.

Che cosa chiede al Governo Assolatte?

Chiediamo attenzione per il primo comparto alimentare del paese! E per le nostre imprese che sono il motore della filiera. Vogliamo efficienza ed efficacia nell’uso delle risorse del Pnrr.  I fondi a disposizione sono tanti; ci auguriamo che vengano investiti in progetti concreti e strategici, in piani di ampio respiro, che riducano il ritardo strutturale con il quale dobbiamo continuamente confrontarci, che non favoriscano questa o quella componente produttiva, o interferiscano nei normali rapporti concorrenziali. Poi, se davvero si crede nell’export (e noi ci crediamo!), c’è bisogno di investire di più. Il nostro impegno ha fatto far crescere la fama e l’apprezzamento del made in Italy, ma per crescere ancora c’è bisogno di risorse e investimenti adeguati. Infine, ma non per ultimo, abbiamo bisogno di una vera sburocratizzazione e semplificazione delle regole. Siamo stufi del bizantinismo normativo che attanaglia la nostra attività di imprenditori. Leggi, norme, decreti ci rendono la vita sempre più difficile. Senza dimenticare l’attività degli organi di controllo,  che troppe volte non si coordinano tra loro e fanno richieste le più disparate. Tutto si traduce in costi, che riducono la nostra competitività.

Quali obiettivi sono stati raggiunti in termini di sostenibilità ambientale?

Tanti hanno già fatto molti passi avanti e investito importanti risorse per ammodernare aziende e processi, riducendo l’impatto ambientale delle produzioni. Abbiamo investito nelle energie rinnovabili, ridotto i consumi energetici, di acqua, le emissioni in atmosfera. Abbiamo lavorato a imballaggi più attenti all’ambiente e investiamo nei consorzi per il recupero e il riciclo dei materiali. Dalla collaborazione con il mondo agricolo sono nati protocolli per il benessere degli animali, per la riduzione e il corretto uso dei farmaci veterinari. Senza dimenticare le innumerevoli iniziative per la sostenibilità sociale e i bilanci di sostenibilità aziendale che certificano la nostra sensibilità verso questo tema. Sappiamo bene che ci aspettano nuovi impegni e nuovi investimenti, ma la sfida ambientale non può trasformarsi in un semplice scarico di responsabilità e di costi sull’industria.

Come valuta Assolatte l’iniziativa di destinare parte del latte italiano alla polverizzazione?

Anche se la produzione nazionale di latte è cresciuta, siamo ancora al di sotto del nostro fabbisogno. Senza dimenticare che anche nei prodotti trasformati non siamo autosufficienti.Ricordo che molti anni fa, anche in Italia si producevano latte concentrato e in polvere. Gli impianti sono stati chiusi e convertiti perché la polvere non permette una valorizzazione del latte alla stalla paragonabile a quella garantita dai formaggi. Non so quindi se un nuovo impianto di polverizzazione, oltre a quelli già esistenti, darebbe impulso positivo alla filiera. Anche perché la domanda di formaggi è in crescita. Immagino, però, che chi ci sta lavorando abbia fatto i propri conti e le proprie valutazioni industriali, e non concentri le proprie decisioni solo su possibili finanziamenti pubblici.

 

Zanetti, Assolatte: «La pandemia ha spostato i consumi dall’ho.re.ca alla gdo» - Ultima modifica: 2021-09-08T12:58:03+02:00 da Francesca Baccino

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