Anche Uniceb, Unione esportatori importatori industriali di carni bovine, si è dichiarata contraria al provvedimento Ue per la proroga di ulteriori sei mesi delle attuali sanzioni imposte dalla Ue alla Russia: "Questo provocherà, come già anticipato dai vertici del Governo russo, la proroga delle misure di ritorsione assunte dalla Federazione Russa il 7 agosto 2014 nei confronti del settore agroalimentare comunitario".
Da una analisi effettuata da sette testate giornalistiche europee, continua Uniceb, emerge che l’Europa, per effetto delle sanzioni, rischia di perdere 2 milioni di posti di lavori, con 100 miliardi di euro in meno di esportazioni fra beni e servizi. Per il nostro Paese, il danno è stimato attorno a 12 miliardi di Euro, con una perdita di occupazione di circa 215 mila unità.
"Per quanto riguarda l’Italia – prosegue Uniceb – nel settore alimentare si è registrato un calo delle esportazioni nel corso del primo trimestre 2015 di circa il 45%. Uniceb intende sottolineare questi aspetti sia al nostro Governo sia alla Commissione europea, per stigmatizzare gli atteggiamenti sin qui tenuti dalla diplomazia europea, in quanto non è possibile rimanere su posizioni di principio quando, in un momento di congiuntura economico-finanziaria disastrosa, si vanno a penalizzare in questo modo le aziende ed i cittadini comunitari. Si auspica che al più presto possa essere rivista ogni decisione nei confronti del mercato russo, affinché questo importante sbocco commerciale per i nostri prodotti possa riaprirsi. Infatti, il tanto condannato “italian sounding” da parte del nostro Governo, si sta sempre più realizzando in Russia, con la conseguenza che sarà molto difficile riprendere quelle quote di mercato".