Nel nuovo Psr della Lombardia ci sarà una nuova misura per rendere più sostenibile la zootecnia. Con questa anticipazione l’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia, Fabio Rolfi, è intervenuto, in videoconferenza, all’evento dell’edizione online delle Fiere Zootecniche internazionali di Cremona “Il sistema lattiero-caseario, il valore della cooperazione” il 3 dicembre scorso.
«È nostra intenzione – ha detto - proporre una sottomisura 4.1 ambientale del Psr per finanziare almeno all’80% gli investimenti non produttivi delle aziende della zootecnia che è spesso tanto criticata nelle Direttive comunitarie, ma è la fonte primaria delle più importanti Dop che rendono forte il nostro Made in Italy».
«Dobbiamo destinare – ha detto l’assessore Rolfi – un po’ di risorse, rimodulando quelle nazionali, a una sorta di Ocm zootecnia. Tra l’altro abbiamo anche il contesto del Piano strategico nazionale che è una buona proposta e che la zootecnia può cogliere come opportunità. Abbiamo già alleanze con altre Regioni della Pianura Padana. Serve una visione strategica per il futuro con scelte di lungo periodo per questo comparto su sostenibilità, diversificazione produttiva e sostegno all’export e l’Ocm può essere lo strumento giusto per rafforzare la visione interprofessionale».
Necessario programmare e aggregare
«I dati sul sistema cooperativo – ha aggiunto – confermano la sua centralità per l’agricoltura in generale e per il lattiero-caseario lombardo. La cooperazione consente di salvaguardare le aziende e la redditività, in particolare, del latte, settore in cui la cooperazione si è dimostrata fondamentale».
«Io sono convinto – ha spiegato sempre Rolfi – che anche quando la pandemia, speriamo presto, scenderà in termini sanitari, avrà una lunga scia in termini economici. Bisogna ragionare in termini di programmazione. In campo ci sono player che si interessano del latte ma non solo e ciò richiede un ragionamento anche in termini di aggregazioni a tutela del produttore primario, soggetto sempre più debole all’interno della filiera. Anche per il sistema cooperativo i temi dello sviluppo dimensionale e delle aggregazioni diventeranno imprescindibili per competere con un sistema industriale in evoluzione tutelando il valore della materia prima».
Un polverizzatore per diversificare le produzioni
«Non possiamo prescindere – ha spiegato Rolfi – dalla diversificazione produttiva e dalla lotta alla burocrazia. Il latte tutto sommato tiene, ma entra in difficoltà spesso. Aumento delle produzioni delle stalle, robotizzazione e altri interventi determineranno, a regime, un aumento della produzione di latte e dobbiamo pensare a dove collocarlo. In questo, la cooperazione può avere un ruolo di idee e di soluzioni».
«Come Regione Lombardia, nelle schede per il Recovery Fund, abbiamo posto il tema – ha aggiunto – della produzione del lattiero caseario chiedendo risorse per polverizzatore e nuovi impianti di produzione. Ciò al fine di valorizzare il latte lombardo con nuovi prodotti e nuovi segmenti di mercato».
« Il polverizzatore – ha concluso Rolfi – credo sia un tema non più rinviabile perché apre delle porte che rappresentano segmenti di mercato oggi dominati da latte straniero. Il tema della diversificazione produttiva deve essere oggetto di riflessione a fianco della Dop Economy».