Scontro commerciale tra Cina e Ue, a rischio l’export di formaggi italiani

La Cina ha avviato un’indagine sui sussidi ai prodotti lattiero-caseari europei in risposta ai dazi imposti da Bruxelles sulle auto elettriche

latte
L'indagine sui presunti aiuti dell'Ue all'export lattiero-caseario riguarderà 20 programmi di sovvenzioni in Paesi come Austria, Belgio, Croazia, Repubblica Ceca, Finlandia, Italia, Irlanda e Romania. Il rischio è l'imposizione di dazi da parte della Cina all'export di formaggi

La querelle commerciale sulle auto elettriche tra Unione europea e Cina sta mettendo a rischio la crescita dell’export di formaggi made in Itay nel Paese del Dragone. A lanciare l’allarme è stata la Coldiretti.

Dopo la bozza finale che ha confermato, con alcuni ritocchi, le tariffe doganali sulle auto elettriche importate dal Paese asiatico già decise dalla Commissione europea a luglio, la Cina ha, infatti, avviato un’indagine sui  presunti  sussidi ai prodotti lattiero-caseari provenienti dall’Europa a partire dal 21 agosto 2024.

L'indagine della Cina coinvolge 9 Paesi dell'Ue

L’indagine cinese, finalizzata ad accertare eventuali pratiche commerciali scorrette sui formaggi provenienti dall’Unione, era stata chiesta il 29 luglio dai gruppi industriali nazionali e, fa sapere il ministero del Commercio cinese, riguarderà 20 programmi di sovvenzioni in Paesi come Austria, Belgio, Croazia, Repubblica Ceca, Finlandia, Italia, Irlanda e Romania. Nel 2023 le importazioni di prodotti lattiero-caseari dall’Unione Europea valevano 1 miliardo e 700 milioni di euro, con l’Irlanda in testa. L’inchiesta dovrebbe concludersi entro un anno ed è il primo passo verso l’imposizione di potenziali dazi da parte della Cina.

«La Commissione Europea prende nota della decisione di Pechino - ha detto un portavoce dell'esecutivo Ue - di aprire un'indagine sui prodotti caseari europei. Siamo fiduciosi che questi sussidi siano in linea con le regole internazionali e seguiremo l'indagine con attenzione: la Commissione difenderà il settore agricolo europeo».

In gioco 30,5 milioni di euro di formaggi esportati in Cina

Una mossa che secondo Coldiretti pone per l’ennesima volta il cibo italiano come merce di scambio nei contenziosi politici ed economici scoppiati su altri settori e che, come accaduto in passato, rischia di avere contraccolpi sull’intero export agroalimentare nel Paese asiatico che vale 590 milioni di euro.

Per quanto riguarda l’Italia nello specifico, nei primi 4 mesi del 2024 il nostro export lattiero-caseario in Cina è stato pari a 30,5 milioni di euro, con un +20,5%, mentre il totale dell’export agroalimentare è stato pari a 194 milioni con un +26,0%. «Dati non certo elevati in valore assoluto ma con tassi di crescita importanti a due cifre», spiega Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia.

Urso, ancora tempo per negoziare con la Cina

«In merito alle misure di ritorsione commerciale che la Cina ha annunciato sui formaggi europei, in reazione alle misure della Commissione europea, credo che vi sia - ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso nel punto stampa al Meeting di Rimini - ancora il tempo, nelle prossime settimane, per lavorare insieme a una soluzione negoziale che punti a una condivisione di quelle misure che servono a ripristinare condizioni di concorrenza leale dove fossero accertati i casi di violazione secondo le norme del Wto. Lo devono fare la Commissione e il governo cinese. Quindi mi auguro che si giunga a una soluzione negoziale condivisa con l'obiettivo di una concorrenza leale, perché il mercato deve essere libero ma equo. E l'equità si basa su condizioni di parità».

Sul commercio con la Cina pesa anche il  blocco dei traffici sul Mar Rosso legati agli attacchi Houthi. L’allungamento delle rotte marittime tra Oriente e Occidente, costrette a circumnavigare il Sud Africa, hanno portato – precisa la Coldiretti – ad un aumento dei costi di trasporto del 659% secondo il Centro Studi Divulga.

Le guerre commerciali che mettono a rischio i formaggi italiani

Nel 2019 il cibo italiano era finito “vittima” della guerra commerciale che contrapponeva l’Unione europea agli Stati Uniti nella disputa sugli aiuti al settore aereonautico che coinvolgeva l’americana Boeing e l’europea Airbus. La conseguenza era stata – sottolinea la Coldiretti – l’entrata in vigore il 18 ottobre 2019 in Usa di una tariffa aggiuntiva del 25% sulla lunga lista di prodotti importati dall’Italia e dall’Unione europea tra cui Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Provolone, Asiago, Fontina, ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello.

Dura, invece, dal 7 agosto 2014 l’embargo russo deciso da Putin come ritorsione alle sanzioni dell’Unione Europea per l’annessione illegale della Crimea da parte di Mosca, con il divieto all’ingresso a Mosca di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche di pesce italiani. Una misura che – ricorda la Coldiretti – ha portato al completo azzeramento delle esportazioni in Russia di diversi prodotti presenti nella lista nera, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dal prosciutto di Parma a quello San Daniele, ma anche frutta e verdura. Al danno diretto delle mancate esportazioni in Russia si è peraltro aggiunta – conclude la Coldiretti – la beffa della diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy.

 

Scontro commerciale tra Cina e Ue, a rischio l’export di formaggi italiani - Ultima modifica: 2024-08-23T07:36:57+02:00 da Francesca Baccino

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