Proseguono i rialzi per i listini del latte spot di origine nazionale nella settimana che va dal 18 al 22 novembre in base alle rilevazioni delle Borse e Camere di Commercio ed elaborati dalla Bmti (Borsa merci telematica italiana). In particolare, sulla piazza di Milano, i prezzi raggiungono 677,5 €/t, 10 €/t in più rispetto alla settimana precedente.

Cresce in misura più lieve anche il latte spot quotato a Verona che si porta sui 690 €/t.  Avanza anche il latte biologico, quotato 677,50 €/t presso la piazza di Milano e 745 €/t presso quella di Verona.

In salita anche i prezzi del latte di importazione, sia il prodotto francese che quello tedesco, con il differenziale che si mantiene a 12,50 €/t. Dal punto di vista dell’offerta, la raccolta Ue nel mese di agosto ha toccato i 12 milioni di tonnellate, in calo del -0,5% rispetto ai livelli di dodici mesi prima. A incidere sul risultato, la contrazione registrata per la produzione tedesca, pari a -1,3% su base annua. In calo anche la produzione italiana (-1,1%) mentre quella francese mostra un leggero incremento (+0,8%).

Burro/crema di latte

Dopo tre settimane di cali seguite da altre tre di invariato, torna il segno “più” nel comparto del burro. Nel dettaglio, i prezzi all’ingrosso del burro pastorizzato quotato a Milano archiviano 10 centesimi raggiungendo i 6,15 €/kg. Si riduce la crescita tendenziale, che rimane comunque molto elevata, pari al +73%.  Crescono anche i prezzi all’ingrosso del burro presso la piazza di Mantova, quotato 6,30 €/kg. Si muovono nella stessa direzione lo zangolato e la crema di latte, quotati rispettivamente 5,95 €/kg e 4,26 €/kg presso la piazza di Milano. A livello continentale, si registrano cenni di rialzo per il burro quotato a Kempten (Germania) che sale a 8,2 €/kg. Stabile il Verse Boter in Olanda che resta sui 7,95 €/kg.

Grana Padano

Nuova settimana all’insegna del “più” per il comparto del Grana Padano. In particolare, lo stagionato 9 mesi quotato a Milano raggiunge 10,33 €/kg (in aumento di 5 centesimi su base settimanale), valore record per questa piazza. Resta ampia la crescita annua, pari al +18%. Si osservano apprezzamenti anche presso le piazze di Verona, Mantova e Cremona. Relativamente ai formaggi monitorati dalla Commissione Europea prevale una sostanziale stabilità, tranne che per l’Emmental che segna un +2,6% su base settimanale.

Parmigiano Reggiano

Non si arresta la striscia di rincari per il comparto del Parmigiano Reggiano. Nello specifico, lo stagionato 12 mesi quotato presso la piazza di Parma archivia un ulteriore aumento di 10 centesimi, raggiungendo 12 €/kg, valore inedito per questa piazza.

Identico incremento per lo stagionato 24 mesi che si porta sui 13,48 €/kg. Ampia la crescita rispetto ad un anno fa: +23% per le stagionature più brevi e +17% per quelle più lunghe. Si registrano rincari anche presso le altre principali piazze di scambio.

Pecorino Romano

Nessuna novità sul fronte dei prezzi all’ingrosso nel comparto del Pecorino Romano. In particolare, presso la piazza di Milano, la quotazione dello stagionato 5 mesi conferma i 12,03 €/kg della precedente settimana. Si attenua, intanto, il ribasso annuo sceso al -4% contro il -6% di fine ottobre. Invariato anche il prezzo all’ingrosso del prodotto con 8 mesi di stagionatura, attestato sui 12,25 €/kg.

Bovini da macello

Dopo i rialzi della settimana precedente, torna l’invariato nel comparto dei vitelli da macello.  Tra i principali capi, i listini dei vitelloni Charolaise restano fermi sui 3,83 €/kg presso la piazza di Mantova e 3,9 €/kg presso quella di Modena. Nessuna variazione anche per la razza Limousine, gli incroci nazional e i bovini da ristallo. Continuano invece gli aumenti per i vitelli a carne bianca, che guadagnano ulteriori 10 centesimi, portandosi a 6,22 €/kg presso la piazza lombarda e a 6,7 €/kg presso quella emiliana. Si attesta in territorio positivo la variazione su base annua, con il picco del +9% per la piazza di Mantova.

Suini

La flessione dei prezzi nel comparto suino si prolunga ulteriormente. In particolare, il prezzo medio della categoria 160-176 kg quotata alla CUN di settore perde ulteriori 3,7 centesimi, ripiegando sui 2,270 €/kg. Il ribasso su base annua si attesta al -1,6%. Calo di pari entità per il circuito non Dop, con il prezzo della categoria 160-176 kg che si porta sul valore medio di 2,065 €/kg. Intanto, nel corso dei primi nove mesi dell’anno sono stati macellati circa 6,8 milioni di capi (Fonte: Anagrafe Zootecnica Nazionale). Si tratta del livello più basso degli ultimi cinque anni, escludendo il 2023.

Ancora nessuna variazione, invece, per i tagli di carne suina fresca da macelleria. Tra gli altri tagli, spiccano i nuovi cali per la pancetta fresca squadrata e la spalla fresca disossata. Tornano in calo anche le cosce suine non Dop, che perdono 3 centesimi su base settimanale, lasciandosi così alle spalle il record di 5,33 €/kg (taglio pesante). Al contrario, non si registrano variazioni per le cosce suine Dop con il taglio pesante che resta dunque fermo sul record di 6,50 €/kg.