Prandini: latte, quelle pratiche non sono leali

Ettore Prandini, presidente della Coldiretti.
Impedire le pratiche sleali che sottopagano il latte agli allevatori. E che spingono le stalle alla chiusura. L'editoriale del presidente Coldiretti in via di pubblicazione sul numero 10 dell’Informatore Zootecnico

 

In un periodo difficile per l’economia e l’occupazione occorre intervenire con decisione per impedire le pratiche sleali che sottopagano il latte agli allevatori e spingono le stalle alla chiusura, in un momento in cui invece è fondamentale difendere la sovranità alimentare del Paese con l’emergenza pandemia che ha depresso economia e lavoro.
Proprio l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha aperto un’indagine per verificare eventuali pratiche sleali poste in essere da caseifici in Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Sardegna e Puglia a danno degli allevatori. Occorre evitare che i comportamenti scorretti di pochi compromettano il lavoro della maggioranza degli operatori della filiera, ai quali va il plauso della Coldiretti per il fatto che lavorano nell’interesse del Paese in un momento di grandi difficoltà per l’intero sistema.

Stiamo monitorando i possibili attacchi contro le stalle

Dall’inizio dell’emergenza Covid abbiamo denunciato richieste di riduzione del prezzo pagato agli allevatori da parte di chi cerca di sfruttare il proprio potere contrattuale per pagare compensi stracciati per alimenti deperibili come latte, la cui produzione non può essere fermata nelle stalle.
Per questo abbiamo allertato tutte la rete organizzativa a livello nazionale, con uffici provinciali e locali, per monitorare i possibili attacchi contro le stalle.
In gioco c’è il futuro di un settore che produce ogni anno oltre 12 milioni di tonnellate di litri di latte di vacca grazie a circa 30mila allevamenti diffusi lungo tutta la Penisola che garantiscono il primato tricolore in Europa nella produzione di formaggi a denominazione di origine protetta (Dop).
Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado.

Al Senato la legge di Delegazione europea

Il problema di quelle che possiamo chiamare “azioni di prepotenza” riguarda l’intero settore agroalimentare per questo è importante l’approvazione definitiva del Senato della Legge di Delegazione europea contro le pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nelle filiere agricole e alimentari, con un importante stop alle aste capestro al doppio ribasso con prezzi al di sotto dei costi di produzione in un momento proprio in cui è fondamentale difendere la sovranità alimentare del Paese con l’emergenza Covid.
Si tratta di un intervento normativo che abbiamo fortemente voluto per rendere più equa la distribuzione del valore lungo la filiera ed evitare che il massiccio ricorso alle offerte promozionali venga scaricato sulle imprese di produzione già costrette a subire l’aumento di costi dovuti alle difficili condizioni di mercato.
Le vendite sottocosto dovranno ora rispettare una serie di parametri a partire dal semplice superamento dei costi medi di produzione elaborati dall’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (Ismea).
Per difendere gli allevatori  è tra l’altro previsto di intervenire anche sui ritardi di pagamento delle forniture e sulle modifiche non concordate dei contratti, fino ai mancati pagamenti per i prodotti invenduti. E’ stato introdotto nel provvedimento anche l’anonimato di chi denuncia tali vessazioni e viene data alle associazioni di rappresentanza la possibilità di presentare le denunce per conto dei propri soci.
Stiamo quindi costruendo una griglia di strumenti per difendere il sistema produttivo italiano e il valore di una filiera che con 538miliardi di euro è la prima ricchezza di questo Paese oltre che vera e propria risorsa strategica per la ripartenza dell’Italia.

 

Prandini: latte, quelle pratiche non sono leali - Ultima modifica: 2021-05-22T11:09:04+02:00 da Giorgio Setti

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