Il prezzo del latte spot raggiunge quota 40

L’evoluzione del prezzo del latte crudo spot nazionale registrato alla Camera di commercio di Verona. Prezzo del latte sfuso in cisterna, franco arrivo in latteria nel Nord Italia (fonte: Clal.it).
Da cosa deriva questo boom dei prezzi? Si tratta di corsi e ricorsi stagionali, quando l’estate e l’esplosione delle temperature spingono in alto i consumi di mozzarelle e altri formaggi freschi? Sembrerebbe di sì: in base ai dati elaborati da Clal.it la crescita del prezzo del latte spot nel mese di giugno sarebbe una costante almeno degli ultimi otto anni

 

Il prezzo del latte spot in Italia sale a 40 €/100 kg in borsa merci a Verona e raggiunge i 39 euro sulla piazza di Milano, entrambi riferimenti nazionali per il mercato del latte in cisterna, quello con forniture non superiori ai tre mesi. Di fatto, molto spesso è il latte che l’industria acquista per rispondere a un’impennata del fabbisogno, tale da rispondere a un’esigenza di mercato se non del tutto imprevista, quanto meno immediata. In altre parole: se alla trasformazione serve una quantità maggiore di latte che con il ritiro pianificato dalle stalle conferenti non riesce ad avere, compra sul mercato libero il cosiddetto “latte spot”.
Se la domanda si alza, inevitabilmente anche il prezzo segue una dinamica ascendente. Così è avvenuto anche nell’ultima settimana di quotazioni, lunedì 28 giugno, che ha visto appunto un ritocco delle mercuriali: +4% a Milano e +2,56% a Verona rispetto alla settimana precedente, con valori superiori rispettivamente del 12,23% e del 12,68% sui listini di 12 mesi fa.
Da cosa deriva questo boom dei prezzi? Si tratta di corsi e ricorsi stagionali, quando l’estate e l’esplosione delle temperature spingono in alto i consumi di mozzarelle e altri formaggi freschi oppure vi sono altre dinamiche?
Sembrerebbe di sì e in base ai dati elaborati da Clal.it la crescita del prezzo del latte spot nel mese di giugno sarebbe una costante almeno degli ultimi otto anni (partono infatti dal 2014 i dati disponibili). Persino nel drammatico 2015 - anno di trapasso (31 marzo-1° aprile) dal regime delle quote latte al mercato senza vincoli produttivi, che portò difatti a un surplus produttivo che mise in ginocchio le stalle italiane ed europee, mentre la Commissione europea stava a guardare, negando il problema) - si registrò un incremento dei prezzi da maggio (media mensile 33,38 €/100 kg in Borsa merci a Verona) a giugno (34,33 €/100 kg), anche se, per la forte spinta impressa dagli allevatori alle produzioni, fu di gran lunga il ribalzo più timido che si ricordi.
Anche la stabilità nelle produzioni di Grana Padano nei primi cinque mesi del 2021 (-0,01% secondo le elaborazioni di Clal.it) stanno contribuendo a sostenere il mercato, tanto del latte spot che del formaggio, su valori positivi e più elevati rispetto a 12 mesi fa, quando la morsa del Covid sembrava allentarsi in vista dell’estate.
Insomma, il mercato sta attraversando una fase positiva, anche se non esaltante per le fiammate di mais e soia che pesano sui bilanci degli allevatori che ne devono fare scorta. Di certo, il mercato lattiero ha visto momenti peggiori. Ma quanto durerà? E soprattutto, rispetto al passato è cambiato qualcosa nel panorama internazionale e nazionale relativamente ai volumi di latte, tali da consentire di leggere già ora in controluce possibili effetti a medio-lungo termine e prendere eventualmente qualche precauzione?
Qualche elemento utile per la riflessione. Fra gennaio e aprile 2021 le consegne di latte dell’Unione europea sono diminuite dello 0,7%; allo stesso tempo, le proiezioni Usda processate da Clal.it ipotizzano un incremento produttivo alla fine dell’anno dello 0,4%, un volume che - qualora Cina e Sud Est Asiatico dovessero continuare a importare agli stessi ritmi attuali (solo nei primi cinque mesi dell’anno le importazioni cinesi di prodotti lattiero caseari dall’Unione europea hanno segnato un trend in rialzo del 37,9% su base tendenziale) – non dovrebbe impensierire eccessivamente il mercato, che dovrebbe così mantenersi su un quadrante soddisfacente per gli allevatori.
Se, al contrario, le tensioni geopolitiche fra Cina e mondo occidentale, riaccese fra il G7 in Cornovaglia e le celebrazioni del centenario del Partito Comunista Cinese, dovessero orientare gli acquisti di Pechino verso altri lidi (ad esempio la Nuova Zelanda al posto dell’Ue), la musica potrebbe cambiare.
Si potrà sperare in una fase positiva anche per l’Italia? Lo scenario nazionale è leggermente differente da quello europeo. Innanzitutto, le produzioni di latte non stanno scendendo, ma sono al contrario in aumento: +2,3% fra gennaio e aprile rispetto allo stesso periodo del 2020; inoltre, vi è un rovescio della medaglia da considerare nella diffusione tecnologica: tutti i sistemi di raffrescamento nelle stalle per migliorare il benessere animale (sacrosanto) sono così efficienti che davvero hanno effetti positivi sulle bovine, tanto che la consueta frenata produttiva è sempre più limitata.
E così, se lo scenario complessivo per ora non dovrebbe comunque impensierire le catene di approvvigionamento e assicurare prezzi alla stalla in grado di rispondere a costi di produzione esplosi per i rincari dei mangimi, qualche grattacapo potrebbe arrivare qualora l’Italia, nel suo complesso, raggiungesse o addirittura superasse la soglia della autosufficienza in alcuni momenti dell’anno. Dove collocare il latte in esubero? Senza ansia, sarebbe opportuno che la filiera produttiva, i consorzi, il ministero e l’Ice cominciassero a studiare un piano di rilancio e valorizzazione anche in chiave internazionale del Made in Italy lattiero caseario, percorrendo più strade per diversificare e conquistare nuovi mercati, tenuto conto che il nostro Paese ha ritrovato slancio in chiave export: in base ai dati Clal, infatti, lo scorso marzo sono state esportate 91.558 tonnellate di prodotti lattiero caseari (+12,9% rispetto allo stesso periodo del 2020), per un valore complessivo di 351,4 milioni di euro circa (+20,3 per cento).

Il prezzo del latte spot raggiunge quota 40 - Ultima modifica: 2021-07-02T16:24:07+02:00 da Giorgio Setti

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