Granlatte riconosce un prezzo minimo di 48 centesimi al litro di latte

Positivo il commento dei presidenti di Coldiretti e Confagricoltura, Prandini e Giansanti, che sollecitano un analogo adeguamento del prezzo minimo del latte

Granarolo, Ferrari, Cremona
Da aprile 2022 i 633 soci allevatori verranno compensati rispetto ai forti aumenti sostenuti, negli ultimi mesi, dei fattori di produzione e legati anche alla guerra russo-ucraina.

Granlatte pagherà, da aprile 2022, almeno 48 centesimi al litro più iva e qualità ai soci allevatori che conferiscono il latte. Per la cooperativa che controlla Granarolo Spa, il maggiore gruppo lattiero caseario italiano, si tratta di un riconoscimento dei maggiori costi di produzione sostenuti dai suoi 633 soci produttori di latte anche per effetto dei danni collaterali legati al conflitto russo-ucraino.

«Un prezzo - ha spiegato il presidente del gruppo Granarolo, Gianpiero Calzolari - che si stacca dal valore di mercato: abbiamo pensato che fosse prioritario dare ossigeno ai nostri soci perché in questo momento rispetto all'anno scorso ma anche rispetto a pochi mesi fa il costo per l'alimentazione degli animali è cresciuto in maniera incredibilmente alta».

A tale riguardo, ha argomentato, «era necessario intervenire, uscire un po' da questa situazione per gli allevatori, sapendo che sono l'anello più debole della catena. Tutti - ha proseguito Calzolari - stiamo soffrendo. La nostra industria sta soffrendo così come stanno soffrendo i consumatori e così come sta soffrendo la distribuzione, ma gli allevatori sono a rischio sopravvivenza. Rispetto al mese di marzo, mediamente un allevatore del nostro gruppo prendeva 43-44 centesimi, arriviamo a 48 proprio per uscire dall'angoscia di non sapere come fare ad andare avanti».

Il presidente di Granarolo spa, Gianpiero Calzolari

Prandini, Coldiretti: «Scelta responsabile da seguire»

L’adeguamento di prezzo è stato commentato positivamente dal presidente della Coldiretti, Ettore Prandini: «La decisione di Granarolo tramite la cooperativa Granlatte di riconoscere agli allevatori, per i conferimenti, un prezzo minimo alla stalla di 48 centesimi al litro, al quale aggiungere Iva e premio qualità, è una scelta responsabile che ci auguriamo venga seguita da tutti i grandi gruppi industriali e cooperativi per garantire la sopravvivenza dell’allevamento italiano».

Per l’effetto congiunto dell’aumento dei costi energetici e dei mangimi il settore dei bovini da latte, come ha sottolineato Coldiretti,  ha subito incrementi di costi pari al 57% secondo il Crea che evidenzia il rischio concreto di chiusura per la maggioranza degli allevamenti italiani che si trovano costretti a lavorare con prezzi alla stalla al di sotto dei costi di produzione. Un rischio per l’economia, l’occupazione e l’ambiente ma anche per l’approvvigionamento alimentare del Paese in un settore in cui l’Italia  è dipendente dall’estero per il 16% del proprio fabbisogno.

«L’adeguamento dei compensi – ha spiegato Prandini – è necessario per salvare le 26mila stalle da latte italiane sopravvissute che garantiscono una produzione di 12 milioni di tonnellate all’anno che alimenta una filiera lattiero-casearia nazionale, che esprime un valore di oltre 16 miliardi di euro ed occupa oltre 100.000 persone con una ricaduta positiva in termini di reddito e coesione sociale».

«La stabilità della rete zootecnica italiana ha un’importanza - ha sottolineato Prandini - che non riguarda solo l’economia nazionale, ma ha una rilevanza sociale e ambientale perché quando una stalla chiude  si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici».

Giansanti, Confagricoltura: «Necessario venire incontro agli allevatori»

Anche Confagricoltura ha apprezzato l’impegno di Granlatte a  riconoscere agli allevatori un aumento sul prezzo del latte alla stalla. «La grave situazione che vivono in particolare gli allevamenti, a causa dell’impatto congiunto dell’inflazione e dell’aumento smisurato dei costi di produzione e dell’impennata dei prezzi delle materie prime - ha scritto l’organizzazione agricola - mette a rischio un comparto d’eccellenza del ‘made in Italy’, che si è trovato a lavorare in perdita».

“Auspichiamo vivamente – ha affermato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – che questa scelta di venire incontro agli allevatori,  costituisca un esempio che verrà seguito da tutti gli altri gruppi industriali”.

Confagricoltura ha ricordato che le aziende lattiero casearie in Italia sono quasi 26mila. Il Nord Ovest contribuisce per il 47% al valore complessivo della produzione di latte bovino, con la Lombardia (39%) e l’Emilia Romagna (17%) che sono le prime due regioni.

 

Granlatte riconosce un prezzo minimo di 48 centesimi al litro di latte - Ultima modifica: 2022-03-25T18:56:51+01:00 da Francesca Baccino

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